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Mostre ed eventi // Pagina 96 di 230
06.06.2013 # 3099

Daria La Ragione //

Claudio Olivieri. Il colore disvelato

a Riva del Garda fino al 3 novembre 2013

Con la mostra dedicata al pittore contemporaneo Claudio Olivieri, Il colore disvelato, la Pinacoteca del Museo di Riva del Garda darà il via a un progetto di respiro pluriennale – dal titolo In Pinacoteca. Finestre sul contemporaneo – all’interno del quale il MAG intende offrire un ciclo di approfondimenti e aggiornamenti sul linguaggio contemporaneo, a partire dagli anni Settanta del Novecento. Da luogo di conservazione di carattere storico-artistico, la Pinacoteca aprirà dunque le sue finestre su una selezione di progetti espositivi che permetteranno di documentare il più recente linguaggio figurativo.

Il colore disvelato presenta una selezione di circa venti quadri di Claudio Olivieri, artista di origine romana ma milanese d’adozione, tra i maggiori rappresentanti della pittura analitica italiana. I suoi esordi avvengono nell’ambito della pittura informale, gestuale e segnica, ma è a partire dagli anni Settanta che si compie la maturazione piena di Olivieri, che da quel momento conduce una rigorosa ricerca incentrata sulla potenzialità espressiva del colore e della luce interna al quadro. Le superfici, sature di pigmento impalpabile che diviene consistente attraverso la stratificazione e la velatura, appaiono come crogiuoli di pittura aerea e pulsante.
I quadri di Olivieri richiedono una predisposizione all’atto del contemplare: con questo sguardo consapevole l’osservatore potrà entrare nell’opera e percepire autenticamente l’ansimare cromatico e luminoso. Il colore prende corpo, affiora lentamente e non appena gli occhi si fissano sulla tela, come ipnotizzati, il colore riaffonda nella sua profondità. Un autentico incantesimo della visione conduce gradualmente lo spettatore a un’intensa esperienza sensoriale. «La pittura – dice Olivieri – non è altro che puramente, solamente visibile; è ciò che, sospendendo ogni altro versante immaginativo, introduce la distanza non mediata ma infinita, che fa dello spazio una memoria. Prima della pittura è l’impensato, il luogo completamente opaco della non-relazione».
Il percorso della mostra ha inizio con i dipinti storici degli anni Settanta per giungere alla produzione più recente dell’artista in un incedere graduale che attraversa diversi nuclei sia tematici che cromatici del suo procedere creativo, volto a condensare sulla tela l’essenza stessa della pittura.
Le tele scelte, in parte provenienti dalle raccolte del Mart di Rovereto e in parte da collezioni private, saranno esposte a partire da giugno nelle tre sale della Pinacoteca destinate alle mostre temporanee che chiudono il percorso della collezione permanente del Museo di Riva del Garda. Questo appuntamento con l’arte contemporanea presso il Museo di Riva del Garda inaugura un progetto espositivo di respiro pluriennale dedicato alla pittura e alla scultura dell’arte più recente, con l’obiettivo di presentare il lavoro di artisti contemporanei che siano già partecipi del farsi della storia dell’arte. Con la mostra Il colore disvelato prosegue inoltre l’accordo di collaborazione su specifici progetti attivato nel 2013 dal MAG Museo Alto Garda con il Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.

06.06.2013 # 3098

Daria La Ragione //

Francesco Vaccaro "Dalla finestra ti vedo"

a Roma fino al 30 giugno 2013

L’artista è partito da Casa Moravia (dimora romana dello scrittore aperta al pubblico) per cogliere alcune tracce della vita quotidiana dell’autore de “GliIndifferenti”, ricostruendo la memoria del suo passaggio, quasi immedesimandosi in lui.  Attraverso una serie di video, riprendendo le cose che erano e sono visibili dalle sue finestre, Vaccaro cerca infatti di restituirci lo sguardo dello scrittore.

Il percorso espositivo si svolge al piano terzo ed è diviso in due contesti. Nel primo, un lungo tavolo ospita minuscoli ritrattimontati su sostegni in legno che mimano spessore e misure di un libro tascabile. Ritratti di scrittori e scrittrici che insieme a Moravia hanno attraversato il Novecento, che con lui hanno condiviso esperienze o che semplicemente hanno vissuto nei suoi stessi anni. Un secolo, il secolo di Alberto, narrato non attraverso cronaca e storia ma con i ritratti di chi, come lui, ha narrato il mondo con la parola scritta. È un ambiente che introduce e accompagna nella stanza attigua, dove un video, che ossessivamente fissa il particolare della spalliera di un letto, esattamente dove lo scrittore ha poggiato la testa negli ultimi tempi della sua vita rappresenta il nucleo centrale della mostra. Di fronte ma non in parallelo, quattro video in soggettivaregistrano frammenti di paesaggio del lungotevere di Roma. Quello che realmente è visibile dalla finestra della camera dello scrittore.

In uscita, su una parete, una lunga serie di titoli di libri, romanzi meno conosciuti degli artisti ritratti. Una lista che è una luce puntata su opere che non vanno dimenticate, opere da riscoprire perché un libro è importante non solo se ha avuto successo.

“Dalla finestra ti vedo” sembra dire Alberto. Come un varco dal quale si entra o al contrario ci si ritrae dal mondo. Vaccaro nel forzato immobilismo dell’ultimo Moravia ha saputo leggere uno sguardo che non si è mai fermato.

Francesco Vaccaro, nato a Crotone nel 1968, vive e lavora a Roma.
I suoi lavori si compongono di video, fotografia e installazioni. Ha esposto in gallerie private e spazi museali, in Italia e all'estero. I suoi video sono stati presentati in numerosi festival internazionali, tra cui la Festa del Cinema di Roma (2007), dove è stato proiettato “Lettera d’amore a Robert Mitchum” con Piera Degli Esposti, poi distribuito nelle sale italiane da Lucky Red;  nel 2010 il video “La pitta” ha ricevuto il premio del pubblico a Festarte, Macro Testaccio di Roma. Nel 2012, la sua ultima mostra personale “Il legislatore non riconosciuto”, una riflessione sulla scrittura e in particolare sul lavoro del poeta, presso la Galleria Marte, a cura di Olga Gambari, all’interno del circuito ufficiale del Fotografia Festival Internazionale di Roma.

06.06.2013 # 3097

Daria La Ragione //

Claudio Abate - obiettivo arte

a Milano fino al 10 giugno 2013

L’obiettivo della macchina fotografica racconta la storia dell’arte. Lo scatto è opera e testimonianza di una stagione culturale. Su iniziativa dell’Università IULM e del Rettore Prof. Giovanni Puglisi, la Triennale di Milano ospita le opere di Claudio Abate, stimato fotografo dell’arte italiana, in una mostra curata e allestita dagli studenti della Laurea Magistrale in Arti, patrimoni e mercati della Facoltà di Arti, turismo e mercati dell’Università IULM. Un progetto inedito e innovativo che nasce dalla partnership tra Triennale e IULM e che vede negli studenti parte attiva del progetto: dall’idea curatoriale, alla campagna di comunicazione, alla fase di allestimento degli spazi.

Claudio Abate: Obiettivo arte inaugura il 14 maggio alla presenza dell’artista. La prima mostra personale dedicata dalla città di Milano al grande fotografo italiano sarà aperta al pubblico fino al 10 giugno. Al piano terra del Palazzo dell’Arte della Triennale saranno esposte le fotografie scattate da Abate ai più grandi rappresentanti dell’arte italiana e straniera dagli anni ’60 a oggi. L’esposizione è curata dagli studenti e coordinata dal vicepreside della Facoltà e coordinatore del corso di laurea magistrale Vincenzo Trione, insieme con Anna Luigia De Simone e Veronica Gaia di Orio.

Il percorso espositivo ripercorre l’opera di Abate ruotando intorno a tre tematiche. Ritratti d’artista è la sezione in cui artisti come Jannis Kounellis e Mario Schifano sono colti in pose divenute celebri. Artista che con la sua opera si fa arte evidenzia l’aspetto di testimonianza della fotografia. Da una parte una serie di scatti che ritraggono gli artisti accanto alle loro opere, come nel caso di Mario Merz e di Pino Pascali. Dall’altra, artisti che si fanno essi stessi opera attraverso la preziosa documentazione fotografica di performance quali quelle di Gilbert&George e di Giuseppe Penone. Nella sezione Opera d’arte l’oggetto indagato è la fotografia che si fa qui opera e rappresentazione. L’installazione dei Cavalli di Kounellis (1969) e lo Zodiaco di Gino De Dominicis (1970) sono scatti che restituiscono l’immagine di un’epoca.

All’interno del percorso sarà presente una fotografia che rivela il legame del lavoro di Abate con la città di Milano: I sette Palazzi celesti di Anselm Kiefer, in esposizione permanente all’Hangar Bicocca. Inoltre, sarà presente un’opera molto cara al fotografo: una stampa originale datata 1972 che ritrae Giorgio de Chirico e Gino De Dominicis, autografata dall’artista metafisico come omaggio per Abate.

Un’inedita intervista ad Abate, realizzata dagli studenti nel suo studio, consentirà di approfondire la produzione dell’artista e di scoprire tramite le sue parole le storie sottese alle immagini.

L’opera di Claudio Abate riscrive la storia dell’arte attraverso scatti che sono divenuti parte della memoria collettiva. Tra queste: Pino Pascali con Vedova Blu e Giuseppe Penone con Rovesciare i propri occhi. Incontriamo personaggi, opere e testimonianze  artistiche di anni particolarmente stimolanti in campo sociale, politico e intellettuale. Claudio Abate si muove in questa atmosfera restituendola come ricognizione ereportage.

A corredo della mostra, verrà pubblicato un Magazine con interviste inedite e interventi critici sull’artista e il suo lavoro.

Claudio Abate nasce a Roma nel 1943. Le sue opere attraversano la storia delle avanguardie, dall’arte povera al teatro di Carmelo Bene. Tra le più conosciute quelle che ritraggono i Cavalli di Kounellis e Lo Zodiaco di Gino De Dominicis. Il suo lavoro è stato oggetto di numerose e prestigiose esposizioni (Biennale di Venezia 1993, MACRO 2002, Biennale di Mosca 2004, MART 2007, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2012).

21.05.2013 # 3067

Daria La Ragione //

Antonio Biasiucci - Sacrificio Tumulto Costellazioni

a Napoli, Villa Pignatelli, fino al 31 maggio 2013

La Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico, etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli e gli Incontri Internazionali d’Arte dedicano ad Antonio Biasiucci la mostra dal titolo “3/3 Sacrificio Tumulto Costellazioni”, che dopo la tappa napoletana verrà ospitata alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi. 


La mostra intende ripercorrere il percorso creativo e interiore di uno dei più originali ed interessanti fotografi della scena artistica napoletana e internazionale, dalle ricerche di carattere antropologico dei primi anni Ottanta e dalla riscoperta del mondo contadino, all’esplorazione delle periferie urbane e alla documentazione dei Vulcani attivi in Italia, fino all’indagine sulle proprie radici, sulla memoria collettiva e personale, sul mistero dell’esistenza e della realtà.


14.05.2013 # 3053

Daria La Ragione //

Andy Cross - House Painter

Reggio Emilia - Collezione Maramotti - Ex stabilimenti Max Mara

House Painter ha un tetto spiovente, una porta, tre finestre e perfino una piccolo veranda. È letteralmente una casa costruita con quadri. Un centinaio di lavori che coprono tutta la superficie esterna, combinati insieme come fossero un comune materiale da costruzione, presentandosi come un vero e proprio caleidoscopio visivo.

Nessuna opera è stata realizzata appositamente per la Casa: dipinti plein-air, ritratti, autoritratti, nudi, nature morte, lavori astratti e testuali costituiscono una sorta di racconto della sperimentazione sul linguaggio pittorico di Cross degli ultimi anni e vivono ognuno di vita propria. Solo successivamente sono stati assemblati, dall’artista stesso, per divenire parte di una esperienza più pervasiva e totalizzante.


L’epifania di luci, colori, forme e le inaspettate relazioni tra queste e l’opera generate dal lavoro a cavalletto all’interno di questo “nuovo studio” sono divenute illuminanti per l’artista.


L’approccio pittorico e costruttivo di Andy Cross abbatte barriere linguistiche che spesso impieghiamo per separare stili e discipline: architettura, scultura e pittura si confondono e dialogano in una dimensione di totale potenzialità espressiva.


“Dipingere all’interno dei propri dipinti, riciclare il quadro, girarlo dall’altra parte e ricominciare daccapo; farlo a pezzi e inserire i frammenti a collage su un altro quadro. Fissare insieme con delle viti un paio di quadri per creare una superficie più ampia e ricominciare a dipingerci sopra, abbinare insieme i quadri e costruire una casa”. Questa la sua pratica, dichiarata e impiegata in questo progetto che si pone come un ponte che collega degli “opposti” - interno ed esterno, personale e pubblico - in linea con la sua visione della vita intesa come una costante “residenza artistica”.

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