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Mostre ed eventi // Pagina 146 di 230
23.01.2011 # 1693
Roma | Spazio. Dalle collezioni di arte e architettura del MAXXI

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Roma | Spazio. Dalle collezioni di arte e architettura del MAXXI

Fino al 23/01/2011

Joseph Beuys, Lucio Fontana , Giulio Paolini, Iran Do Espirito Santo, Luciano Fabro, Gilbert & Gorge, Anselm Kiefer, Sol LeWitt, Bill Viola e Alighiero Boetti sono solo alcuni dei grandi artisti internazionali che espongono all'interessante mostra tematica che inaugura lo splendido museo MAXXI di Roma, attraverso una dialettica profonda tra arte e architettura, i possibili intrecci e le inevitabili suggestioni creative. Lo Spazio, che da il titolo alla mostra, è il filo conduttore dei due musei di arte e architettura. Lo spazio è alla base della ricerca artistica e architettonica da sempre, viene scolpito e riempito, adattato alle varie forme del pensiero, è esso stesso spazio mentale prima che fisico. Le opere esposte, realizzate appositamente per la mostra inaugurale del MAXXI, sono divise in 4 aree tematiche: Naturale Artificiale, Dal Corpo alla Città, Mappe del Reale, La scena e l'immaginario. Le istallazioni e le opere sono attraversate da suoni, elementi tridimensionali, proiezioni colorate, intrecci con la poetica filosofica, etica, con messaggi attuali, politico-estetici, materiali freddi, arte concettuale, arte povera ( basta pensare ad un pezzo della collezione Terrae Motus qui presente organizzata dal grande gallerista Lucio Amelio). Tutte le principali e più innovative forme artistiche ed espressive del ventesimo secolo si sono date appuntamento al MAXXI. Il museo non poteva essere inaugurato in maniera migliore, attraverso un'esposizione che ne rileva la sua funzione e il suo più profondo significato.

23.01.2011 # 1726
Roma | Spazio. Dalle collezioni di arte e architettura del MAXXI

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Rovereto | Mario Botta. Architetture 1960-2010

Fino al 23/01/2011

Mario Botta è colui che ha progettato il Mart di Rovereto. Ora, il Mart, gli dedica un omaggio con l’esposizione dei più interessanti schizzi e modelli originali. In tutto sono presentati 60 modelli, realizzati nello studio di Lugano dell’architetto ticinese. Il cuore dei progetti di Botta è senza dubbio il legame con il territorio volto a rappresentare un’identità europea. Chiese, biblioteche, teatri, musei e sinagoghe, con una predilezione per le chiese per il connubio tra luce, spazio e materia che da vita ad una visone di architettura pura. Lo dimostra la chiesa di San Giovanni Battista a Mogno ( Svizzera) che è una vera e propria opera d’arte. In questo senso lo sono anche il Moma di San Francisco e il Mart di Rovereto, che raccolgono l’humus della buona capacità costruttiva tipicamente svizzera e la straordinaria sensibilità ancorata al territorio e ad una cultura contadina. Il tutto, proiettato solidamente nel futuro. Botta ha avuto la fortuna di lavorare per Le Corbusier e ha avuto come maestro Carlo Scarpa, che gli insegnò a “far parlare i materiali”. Citando un’intervista recentemente apparsa sul Venerdì di Repubblica: Quando parlava ai suoi studenti Scarpa diceva “ Volete fare una strada? Se la fate in terra dovrà essere larga dieci metri, in asfalto sei, in cemento tre, in pietra uno. Se in oro, basta un filo”. Un altro grande mastro per Botta fu Louis Kahn, con cui lavorò quando nel ’69 progettava il Palazzo dei Congressi di Venezia. Da lui apprese il limiti dello sviluppo tecnologico,  e la capacità di cogliere gli archetipi delle cose, così come alla domanda “ Cos’è una scuola?”, la risposta era “ Due uomini che parlano sotto un albero”. I debiti culturali di Botta ( evidenziati nella mostra nella prima sezione) risiedono anche nel Pasto frugale di Picasso ( periodo blu) e la Casa sulla Cascata di Frank Llyod Wright. Nelle opere di Botta, l’architettura ritrova l’essenzialità della sua forma primitiva e sella sua funzione originaria che deve modellare lo spazio e la vita dell’uomo. In questa mostra c’è anche posto per il design, con la terza sezione dedicata alla creazione di oggetti e allestimenti di interni. Come dire, in piccolo, una sintesi del grande. Da vedere.


 

23.01.2011 # 1699
Roma | Spazio. Dalle collezioni di arte e architettura del MAXXI

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Basilea | Andy Warhol. The Early Sixties | Paintings and Drawings 1961-1964


Scade il 23/01/2011

Da non perdere la mostra che il Kunstmuseum di Basilea dedica ad Andy Warhol, il padre della pop art negli anni cruciali della sua formazione e del successo internazionale, i primi anni '60. I sixties vedono grandi cambiamenti nella vita e nella carriera di Warhol: in soli 4 anni, infatti ( dal 1961 al 1964), si assiste all'abbandono di una brillante carriera come illustratore pubblicitario per dedicarsi completamente alla pittura; la definizione di uno stile che, partendo da soggetti banali e presi dalla cultura popolare lo porteranno ad eliminare del tutto la pennellata espressionista e la pittura manuale per un genere che ha rivoluzionato l'arte del '900. Prodotti da supermercato, imballaggi, attori di Hollywood, eventi luttuosi e catastrofici, tutto ciò che è pop, insomma. A partire dai famosi soggetti, come la banconota da 2 dollari, Liz Taylor, la celebre zuppa Campbelle e i Do it yourself, figure da colorare per i bambini. Ciò che affascina sta esattamente in quel prima e dopo, nell'evoluzione artistica del Warhol post grafico al Warhol creatore della pop art. In tutto circa 70 dipinti presi in prestito dai più grandi musei mondiali, come il San Francisco Museum of Modern Art, il Metropolitan Museum, New York,il Museum of Modern Art, New York e l' Andy Warhol Museum di Pittsburgh.

21.01.2011 # 1932
Roma | Spazio. Dalle collezioni di arte e architettura del MAXXI

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San Francisco | Exposed.
Voyeurism, Surveillance and the
Camera Since 1870

Fino al 17/04/2011

Gli sguardi nascosti, il voyeurismo, raccontati da fotografie, più o meno celebri, dal 1870 ad oggi. Paparazzi che inseguono le celebrità in un vero e proprio stalking, ma non solo. Fotografi di tutte le risme, apparecchi fotografici ad uso di sorveglianza, tutti mezzi che catturano e documentano immagini. Ci sono due sezioni rivolte a documentare violenze e disastri ma anche opere di artisti come Andy Warhol, Robert Mappelthorpe e Nan Godin. In tutto, circa 200 opere improntate al voyeurismo, alla ricerca del dettaglio erotico o erotizzante, alla denuncia sociale, alle tecnologie di sorveglianza, insomma a tutti quegli aspetti che ruotano intorno al guardare, o meglio allo scrutare, spesso, oscuro, invisibile, segreto. Quali sono oggi i confine del voyeurismo? Siamo tutti lì a prendere immagini continuamente, coi telefonini e con le fotocamere che hanno enormi capacità di acquisizione. Ecco che gli sguardi si fanno sempre più indiscreti e l’occhio arriva ovunque in qualunque momento. Tra satelliti, infrarossi, video messi su Youtube, è tutto uno spiare continuo, un’acquisire immagini, magari anche sotto casa, quando meno ce l’aspettiamo. Per poi finire su Google Map, magari, senza neanche saperlo. La mostra, ospitata al Sfmoma di San Francisco è veramente da non perdere, peccato che per farlo bisognerebbe fare un po’ di ore di viaggio su di un aereo. Per chi può andare a vedere Exposed, sono graditissimi commenti e critiche personali sul blog.

19.01.2011 # 1930
Roma | Spazio. Dalle collezioni di arte e architettura del MAXXI

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Roma | MACROWALL / EIGHTIES ARE
BACK! Vittorio Corsini

Fino al 06/02/2011

Interessante iniziativa al MACRO di Roma, che propone di rileggere l’arte italiana degli anni Ottanta. Per farlo, ci porta nel mondo di artisti che hanno interpretato la realtà attraverso diverse tipologie di ricerca che hanno rappresentato la produzione del decennio. Questa volta protagonista è lo scultore Vittorio Corsini (Cecina, Livorno, 1956), con una riflessione intorno allo spazio dell’abitare. Corsini lo analizza in maniera intima e poetica, con opere di materiali diversi, come vetro, ferro e plastica che hanno lo scopo, attraverso i disegni e le istallazioni, di evocare quel preciso spazio raffigurato nella sua mente d’artista. Forme simboliche ed archertipi si rincorrono in una modalità rappresentativa che va dal disegno alla scultura, attraverso la riflessione sul paesaggio urbano e sulla natura. Una via di mezzo tra arte concettuale, primitiva, arte povera in cui le opere d’arte diventano un’unica cosa con l’ambiente circostante, le istallazioni sono assorbite dall’ambiente e l’ambiente è inglobato nelle istallazioni. L’arte diventa un pretesto per condividere i più profondi stati dell’essere e per interpretare lo spiritus loci, ponendosi come parte integrante dell’ambiente umano, sua derivazione e interpretazione sincera.

18.01.2011 # 1927
Roma | Spazio. Dalle collezioni di arte e architettura del MAXXI

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Modena | BREAKING NEWS.
Fotografia contemporanea da
Medio Oriente e Africa

Fino al 13/03/2011

L’Africa di oggi e il Medio Oriente raccontati con un occhio al reportage, alla fotografia e al video di taglio giornalistico, ma non solo. Lo sguardo è quello di artisti e fotografi provenienti da 12 paesi, compreso quello di cui raccontano. La falsariga è quella di riportare i punti di vista, le situazioni, la vita in aree geografiche diverse, in linea con la precedente Asian Dub Photography, mostra che ha presentato a fine 2008 la prima sezione della collezione, dedicata all’arte dell’Estremo Oriente, e Storia Memoria Identità, incentrata, lo scorso inverno, sulla scena artistica dell’Est Europa. Tante e diverse sono le voci che raccontano e mettono in discussione i preconcetti, gli stereotipi, le visioni prodotte dal colonialismo( che erano anche quelle che lo “giustificavano”). Il percorso, organizzato presso l’ex Ospedale Sant’Agostino di Modena e promosso dalla Cassa di risparmio di Modena, si snoda in ben 115 opere tra video, fotografie e istallazioni. Ci sono Apagya e Fosso, che raccontano della realtà africana in un contesto fortemente globalizzato, Leyle, che si muove da un’elaborazione delle teorie della “Negritudine” ridicolizzando in maniera ironica tutti gli stereotipi occidentali sull’Africa. Ci sono Golblatt, Bieber, Subotzky, Naudè e Hugo che si muovono sulla scia del dopo apartheid per raccontare i nuovi problemi di oggi, la disgregazione sociale e le nuove forme di classismo. Sul fronte mediorientale spiccano la videoartista israeliana Yael Bartana, i palestinesi Ahlam Shibli e Taisyr Batniji, il libanese Akram Zaatari, l’egiziano Wael Shawky. Raccontano del conflitto arabo-israeliano attraverso diversi linguaggi e implicazioni umane. Le foto sono anche storiche, attraverso Nunn( anni ’80) e Gosani(anni ’50). Sono discussi e affrontati nelle opere i grandi temi della società araba e mediorientale di oggi, come il fondamentalismo islamico, i modelli politici basati sulla violenza e il potere universale della cultura. In tutto, gli artisti che espongono alla mostra sono: Philip Kwame Apagya (Ghana), Yto Barrada (Francia/Marocco), Yael Bartana (Israele), Taysir Batniji (Palestina), Jodi Bieber (Sudafrica), Mounir Fatmi (Marocco), Samuel Fosso (Camerun), David Goldblatt (Sudafrica), Bob Gosani (Sudafrica), Pieter Hugo (Sudafrica), Goddy Leye (Camerun), Daniel Naudé (Sudafrica), Cedric Nunn (Sudafrica), George Osodi (Nigeria), Hrair Sarkissian (Siria), Wael Shawki (Egitto), Ahlam Shibli (Palestina), Mikhael Subotzky (Sudafrica), Jinoos Taghizadeh (Iran), Guy Tillim (Sudafrica), Akram Zaatari (Libano).

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