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Pisa | Joan Mirò. I miti del mediterraneo
Fino al 23/01/2011
Torna Mirò, si torna ad indagare sui miti del Mediterraneo. Perché il Mediterraneo è lo strumento utilizzato per reclamare l'identità catalana. “All'inizio del ‘900, gli artisti della Catalogna condividono con i compatrioti la necessità di rivendicare un'identità che, fino ad allora, era un dato di fatto che non necessitava di una narrazione. Miró ritrova questa identità nel paesaggio, nella luce, nelle montagne, nei campi lavorati e nelle spiagge brillanti sotto il sole. Tutto ciò conduce Miró verso un'identificazione intensa, quasi atavica, con la natura e il paesaggio del Mediterraneo. I motivi preferiti di Miró, che poi ritorneranno trasfigurati nel corso di tutta la sua lunghissima produzione artistica, sono insetti, lumache e serpenti, oltre naturalmente alle donne, simbolo stesso della Madre Natura, e agli uccelli, visti come animali mitologici.” In esposizione ecco allora le opere dedicate al mito di Dafne e Cloe e a quello del Minotauro fino alle illustrazioni per le Costellations di André Breton, in cui la poesia, grande passione di Miró, si associa con la sua rappresentazione di uno spazio infinito in cui linee, colori e forme si compongono e si scompongono. Si possono ammirare, al Palazzo Blu di Pisa, le serie Archipel Sauvage del 1970 e L'espoir du navigateur del 1973 e chiudono invece il percorso, le sezioni dedicate al mito della donna, della Madre Natura e dell'uccello mitologico. Mirò, infine, rappresenta il mito e il suo tentativo di esorcizzarlo, perché ilo mito reca in sé anche i mostri, gli archetipi, ciò che probabilmente è nascosto nell’inconscio e che nell’arte e con violenza, viene fuori, attraverso colori, forme, luci e la rarefazione sempre più potente del linguaggio espressivo.