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Parigi | Half Life di Michael
Ackerman
Fino al 11/12/2010
Sono immagini fin troppo riconoscibili quelle di Michael Ackerman. Nato in Israele, classe 1967, cresciuto tra New York, Cracovia e Berlino, ha impiegato sette anni per completare il suo terzo libro Half Life, da cui è tratta questa mostra alla Galerie Vù di Parigi. Le immagini di Ackerman sono in bianco e nero, sfocate, come istanti tratti dalla memoria, dal sogno, dal ricorso, ectoplasmi del suo vissuto. Riconoscibili perché ogni immagine rimanda a luoghi e situazioni della sua vita, con una linearità continuamente spezzata e rimandi continui, uomini senza nome che rinviano all’universo di Jean Genet. Il collegamento tra le fotografie è illusorio perché non fa altro che mettere in crisi gli equilibri, fragile e allucinati. Davanti alle immagini di Ackerman, spesso “nude e crude”, si pensa agli orrori ( ad esempio la Shoah)della seconda guerra mondiale, ad un mondo triste e duro, fatto di edifici tetri e soffocanti, di grigiore diffuso, con corpi rappresentati come nature morte. I volti e i corpi umani non diventano tutt’uno con l’insieme, ma appaiono isolati, come icone mortuarie. Apparizioni, incubi, sogni diurni che lasciano il segno, che non si dimenticano.