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Berlino | Color fields
Fino al 10/01/2011
La pittura Art Field è stata definita dagli storici con una molteplicità di termini: Abstract Sublime, Cool Art, Hard-Edge painting, Lyrical Abstraction e Post Painterly Abstraction. Assieme a laser e computer, i colori vinilici della pittura Color Fields si diffondono negli States, negli anni ’70. Il motto è “la superficie è il messaggio”, con il titolo Color Fields che appare per la prima volta nel saggio di Irvin Sandler, Abstract espressionism. In questa mostra ospitata al Guggenheim di Berlino ci sono i protagonisti di questa pittura. 14 tele realizzate tra il 1959 e il 1971, 13 artisti uniti dall’astrazione post pittorica, campi cromatici e geometrici, un colore che si stende veloce e piatto sulla tela, in cui il pigmento è l’unico vero protagonista. Si va dalla pittura a macchia di Helen Frankenthaler, con un effetto di sospensione dei piani visivi, alle tele inclinate di Morris Louis, con il colore espresso nelle sue gamme assolute. E ancora, con Mark Rothko, il colore diventa suo dinamismo vivo inserito in una potenza architettonica, mediante la sovrapposizione di stesure cromatiche. Si raccontano gli Intervalli di colori, analizzati da Gene Davis fino all’abolizione del quadro inteso come pittura, di Frank Stella, reso simile ad un oggetto colorato, presentato come un pattern geometrico completamente autoreferenziale. Una pittura che esula dal contesto della pop art, che approfondisce il discorso dei Colorama, i giganteschi e coloratissimi poster pubblicitari con immagini di vita americana della middle class, piazzati in tutti i luoghi pubblici. Ma, in color fields, resta solo il colore.