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Milano | GIANCARLO ILIPRANDI. IL DISIMPEGNO | Fino al 23/12/2005
Un percorso nel mondo dei segni di dissenso di evasione di ricerca
Un percorso nel mondo dei segni di dissenso di evasione di ricerca
"Per un professionista l'impegno si identifica con la routine quotidiana. Queste opere non commerciali, nate fuori da una committenza precisa, pubblicate a fatica o addirittura inedite, talvolta pretenziosamente sociali o di contestazione velleitaria, sono quelle che ironicamente definisco il mio disimpegno."
È con queste parole che Giancarlo Iliprandi introduce la mostra, a lui dedicata, che inaugurerà negli spazi di via Ventura il prossimo 27 ottobre. Quello di Iliprandi, uno dei maggiori grafici italiani che da cinquant'anni si occupa di progettazione grafica e comunicazione visiva, è un percorso nel mondo dei segni: segni di ricerca, segni di evasione, segni di dissenso. Ogni uscita dalla pratica quotidiana del segno può dirsi evasione. Ed è proprio questo lo spirito della produzione esposta per l'occasione, che comprende circa duecento tra opere storiche, inediti e nuovi lavori, tutti con una loro storia più o meno breve che meriterebbe di essere raccontata.
La libreria Art Book Milano accoglie le riproduzioni di alcuni dei progetti più rappresentativi realizzati nel corso della sua decennale carriera ed una serie di serigrafie sperimentali progettate per le Grafiche Nava nelle quali viene approfondito il discorso sulla strutturazione, la scomponibilità e la leggibilità dell'alfabeto.
Presso il Box Corraini saranno esposte le tavole del libro Letterando-Lettering edito quest'anno da Corraini, nel quale alcune considerazioni sulla composizione tipografica e il lettering sono l'occasione per far dialogare scrittura e grafica.
Sono visibili nell'atrio della rivista Abitare una serie di disegni di viaggio, espressione massima del disimpegno, dell'evasione dalla quotidianità, che si mescolano ad una sequenza di simboli e marchi nei quali la prima lettera dell'alfabeto gioca il ruolo di protagonista in omaggio alla rivista ospitante.
Infine la Scuola Politecnica di Design ospita una serie di manifesti di contestazione prodotti negli anni '60, noti anche come la "segnaletica del basta", dei quali l'immagine più nota è senz'altro "Basta una pillola", manifesto pirata del 1967 che incitava all'uso del noto anticoncezionale, ai tempi ancora vietato.