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Milano | Fernando Botero | Fino al 15 luglio 2006
Fino al 15 luglio 2006
È stata inaugurata il 9 maggio alla Galleria Tega, con il patrocinio del Comune di Milano, un'importante mostra di Fernando Botero comprendente oli, sculture, acquarelli e disegni. Si tratta di circa venticinque opere degli ultimi anni che caratterizzano l'universo pittorico del maestro colombiano in questa sua personale a lungo attesa in uno spazio privato milanese.
Il suo universo pittorico comprende innanzitutto quelle figure, in particolare femminili, caratterizzate dalle forme abbondanti che costituiscono una sua peculiarità. E che hanno talora suscitato valutazioni superficiali, legate all'apparenza. Invece il discorso è ben più profondo, come sottolinea lo stesso Botero: "Credo molto nel volume, in questa sensualità che nella pittura suscita piacere allo sguardo". E aggiunge: "Un quadro è un ritmo di volumi colorati dove l'immagine assume il ruolo di pretesto".
Indubbiamente questo suo approccio formale è anche suggerito da quel clima favolistico in cui egli ama collocare i suoi personaggi, un clima che favorisce l'esagerazione, l'esuberanza del racconto. È un clima che si assapora non solo in Colombia ma in tutta l'America del Sud e che trova riscontri letterari in autori come Gabriel García Márquez.
La mostra offre ampi campionari di questa realtà filtrata dalla fantasia e da un desiderio nostalgico di un mondo in via di smarrimento che cattura l'attenzione e il cuore della gente. Sotto tale ottica vanno considerati i ritratti di finta austerità, i nudi privati di ogni malizia e quelle scene accompagnate da un caratteristico paesaggio che non va considerato come puro contorno ma come l'essenza stessa dei protagonisti del dipinto che talora guardano pensosi fuori del quadro come per interrogarci.
Un altro terreno ampiamente frequentato da Botero è quello della natura morta dove il citato concetto dell'abbondanza entra relativamente in gioco ma dove viene esaltata piuttosto la dolcezza delle forme, dei volumi per cui è l'armonia a sedurre la dilatazione di uno sguardo che si adagia e si compiace di fronte alla calda seduzione quasi tattile di due arance o di fronte alla frugalità di un tavolo imbandito sotto una finestra spalancata contro un cielo che promette dolci fughe del pensiero.