quaranta opere, le storie contenute nel loro retro, ovvero nel lato quasi mai visibile, in cui si trovano sorprendenti scoperte come altri dipinti, bozzetti, prove di pittura, poesie, annotazioni manoscritte, numeri di antichi inventari, cartellini di esposizioni o attestazioni di proprietà, ceralacche e molto altro ancora.
L'esposizione, ideata e curata da Giovanna Giusti, per la Galleria degli Uffizi, organizzata dall'Associazione Amici degli Uffizi, col contributo dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, è parte del ciclo I MAI VISTI, che ogni anno presenta aspetti della collezione del museo fiorentino poco noti al grande pubblico.
Secondo Cristina Acidini, Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino, "Il retro protagonista, dunque, con opere scelte, in questa bella mostra curata con acutezza da Giovanna Giusti d'intesa con Antonio Natali, dai depositi degli Uffizi e da altri musei del Polo. Dall'alto delle Sale Rosse nel braccio di Ponente, il Nano Morgante di Agnolo Bronzino (per lungo tempo oggetto di un sapientissimo restauro da parte di Ezio Buzzegoli), ne è l'ideale capofila, grazie all'invenzione del suo autore di dipingere la veduta frontale del nano di corte in atti da cacciatore su una faccia della tela, e la veduta tergale del nano stesso, con le prede, sull'altra. Ma si arriva anche ai giorni d'oggi, dove un altro "Nano" (Silvano Campeggi, grande pittore e illustratore che ha creato nel secolo appena concluso le icone del cinema internazionale) rivolge all'osservatore la schiena dritta e la chioma bianca, per rivelare il tre quarti del volto solo sulla tela retrostante in un intrigante doppio autoritratto".
Il percorso espositivo di Dietrofront, composto da dipinti, marmi antichi, maioliche, uno stipo e un altare, offre una doppia visibilità delle opere, presentandone il recto e il verso.
I segni che spesso questi capolavori celano nella parte non visibile al pubblico sono in grado di raccontare la loro vita e il loro cammino collezionistico.
Ad esempio, tra le opere del Quattrocento, la scena dell'Annunciazione è dipinta nel retro delle tavole dei nobili ritratti dei Baroncelli, mentre nel Trittico di Froment, che nella severità della cultura d'Oltralpe scandisce episodi della vita di Cristo, culminanti al centro nella resurrezione di Lazzaro, le ante chiuse raffrontano Maria e il committente dell'opera, devotamente inginocchiato.
Esempi di raffinata e rarissima combinazione sono costituiti dalla Deposizione di Gerard David, appartenuta, insieme alla matrice d'incisione conservata sul retro, ad Eleonora di Toledo, moglie del granduca Cosimo I de' Medici, e da una preziosa 'custodia' di Jan Brueghel il vecchio, che proteggeva, riproponendolo in copia, l'originale di Dürer raffigurante Il Grande Calvario, opera che a sua volta ha nel retro un Paesaggio dipinto dal medesimo Brueghel; mentre il doppio Palma il Vecchio riunisce un ritratto di donna e l'autoritratto del pittore veneto.