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Mostre ed eventi // Pagina 58 di 230
30.06.2014 # 3719
Diabolik MIfest

Daria La Ragione //

Diabolik MIfest

a Milano fino al 6 luglio 2014

Diabolik, l’ispettore Ginko ed Eva Kant, splendidi neocinquantenni, sono tra i personaggi in assoluto più longevi del fumetto italiano, superati solo da Tex Willer. A loro, alle loro storie, al loro mondo, al loro mito, alla loro grafica e al loro cinema è dedicato il DIABOLIK MIfest, un vero e proprio festival che dal 21 giugno al 20 luglio radunerà gli appassionati con due mostre, incontri e proiezioni cinematografiche presso i due musei d’elezione, il WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto di Milano (Viale Campania 12) e Fermo Immagine – Museo del Manifesto Cinematografico di Milano (Via Gluck 45). Nelle due mostre saranno esposte “chicche” davvero imperdibili come i gioielli in acciaio ispirati a Diabolik ed Eva, la replica perfetta del famoso pugnale che fa “swiisss”, le tavole originali dei fumetti che ispirarono la sceneggiatura del film di Mario Bava (mai esposte prima) e la mitica Jaguar E-Type del 1961. Non mancheranno due succulenti temporary shop in cui ogni lettore affezionato potrà trovare di tutto, dalle magliette, dai volumi della diabolika collana ai gadget.

Diabolik, se ci fosse bisogno di ricordarlo, è il personaggio creato nel 1962 dalle sorelle Angela e Luciana Giussani. Concepito in origine come una versione moderna di Fantômas di Allain e Souvestre – in cui Ginko prende il posto dell’ispettore Juve, Lady Kant quello di Lady Beltham e Gustavo Garian quello del giornalista Fandor – ha assunto da subito connotazioni proprie diventando ben presto l’araldo della fiction anni Sessanta: pur essendo un ladro (e non una spia) i suoi espedienti tecnologici anticipano quelli degli agenti segreti che si vedranno sullo schermo per tutto il decennio. La sua Jaguar “truccata” ha anticipato di un anno l’Aston Martin di James Bond apparsa nel film Agente 007 Missione Goldfinger del 1964; le maschere che gli permettono di assumere qualsiasi identità (realizzate con una materia plastica di sua invenzione) prefigurano non solo quelle poi mostrate nei film di Fantômas con Jean Marais, ma anche quelle usate dagli agenti segreti di Mission: Impossible nella serie tv e nei film con Tom Cruise. Per celebrare questo fenomeno del fumetto italiano Wow Spazio Fumetto, Fermo Immagine, la casa editrice Astorina e IlCerchioGiallo, hanno creato il Diabolik MIfest che dal 21 giugno al 13 luglio proporrà ai fan del Re del Terrore, ma anche a chi vuole scoprire la sua storia e la sua prodigiosa avventura editoriale, ben due mostre ricche di pezzi mai visti in pubblico prima d'ora, incontri con sceneggiatori e disegnatori, anteprime di albi e la proiezione del mitico film di Mario Bava.


30.06.2014 # 3718
Diabolik MIfest

Daria La Ragione //

LA MEMORIA DEL PRESENTE

a Pesaro fino al 2 novembre 2014

Protagonista dell’estate pesarese, la grande mostra LA MEMORIA DEL PRESENTE Capolavori dal Novecento Italiano ha inaugurato a Palazzo Mosca il 22 giugno e si potrà visitare fino al 2 novembre 2014.

Nata dalla collaborazione tra Musei Civici, Comune di Pesaro, Sistema Museo e Popsophia Festival del Contemporaneo, patrocinata da Consiglio Regionale delle Marche e Provincia di Pesaro-Urbino e con il sostegno di Banca dell’Adriatico, l’esposizione si deve alla disponibilità dalla Fondazione Cassa di risparmio della provincia di Macerata che ha generosamente prestato alcuni sommi capolavori della preziosa collezione di Palazzo Ricci.

Oltre ai capolavori della Fondazione Carima, in mostra alcuni prestiti da prestigiose collezioni private che integrano il percorso espositivo con alcune opere emblematiche: il bellissimo Ritratto di signora di Giorgio de Chirico degli anni venti, una sequenza straordinaria di opere di Filippo De Pisis, uno dei rari dipinti figurativi di Giuseppe Capogrossi del 1941 e una composizione astratta diBice Lazzari del 1956.

Una mostra sul Novecento con opere di importanza internazionale per raccontare un secolo “impetuoso”, in pieno movimento, stravolto da due conflitti mondiali e che nell'arte trova il luogo ideale per esprimere tutte le sue vicissitudini.


30.06.2014 # 3717
Diabolik MIfest

Daria La Ragione //

Abiti da lavoro

a Milano fino al 31 agosto 2014

In mostra 40 abiti da lavoro ideati da progettisti di tutto il mondo: Afran, Rodrigo Almeida, Alberto Aspesi, Gentucca Bini, Denise Bonapace, Andrea Branzi, Nacho Carbonell, Klaudio Cetina, Cano, CoopHimelb(l)au, Dea Curic, Nathalie Du Pasquier, Elio Fiorucci, Matteo Guarnaccia, Nuala Goodman , Daniele Innamorato, Mella Jaarsma, Toshiyuiki Kita, Guda Koster, Colomba Leddi, Antonio Marras, Franco Mazzucchelli, Alessandro Mendini, Angela Missoni, Issey Miyake, Amba Molly, Frédérique Morrel, Margherita Palli, Lucia Pescador, Bertjan Pot, Clara Rota, Andrea Salvetti, Nanni Strada, Tarshito, Faye Toogood, Otto von Busch, Vivienne Westwood, Allan Wexler, Erwin Wurm, Melissa Zexter.

Abiti da Lavoro nasce dalla generosità di alcuni dei 40 progettisti coinvolti, che, insieme all’Associazione Tam-Tam, hanno voluto accettare la sfida di Arkadia onlus per favorire l’inserimento lavorativo di giovani disabili.

“Il percorso è quello usuale della sartoria: si insegna ai ragazzi che frequentano il workshop gratuito di Tam-Tam come si trasforma uno schizzo in un cartamodello. Trasmettiamo questi cartamodelli ad Arkadia Onlus, dove un gruppo di persone  con disabilità li trasforma in abiti veri e propri. Abiti da Lavoro, appunto. Le ragazze e i ragazzi di Arkadia misurano, tagliano, cuciono, stirano. Lo stanno facendo anche in questo momento” raccontano Alessandra Zucchi e Alessandro Guerriero.

Abiti da Lavoro propone una riflessione socio-antropologica: un tempo l’abito faceva il monaco, il metalmeccanico, l’avvocato, il banchiere, la signora alla moda, il fantino, il musicista, il cuoco, il marinaio, la prostituta, il poliziotto, il medico, il portiere, il giudice, il muratore.

Ma oggi?

L’attuale centralità dell’individuo ha mutato il senso di ciò che indossiamo: la funzione sociale svanisce e l’abito assume soprattutto il valore dell’espressione individuale: diventa travestimento e forma dei nostri pensieri. Se prima era l’immagine che il mondo ci attribuiva oggi è l’immagine di ciò che noi vogliamo essere nel mondo.


17.06.2014 # 3712
Diabolik MIfest

Daria La Ragione //

Mimmo Rotella. Décollages e retro d'affiches

a Milano fino al 31 agosto

L’esposizione nel modo in cui è stata concepita, costituisce una prima puntuale ricognizione sull’attività iniziale di Mimmo Rotella (Catanzaro, 1918 - Milano, 2006), artista poliedrico e noto per l’invenzione del décollage, forma artistica da lui ideata e realizzata a partire dai primi anni Cinquanta.

La mostra – in cui sono presenti circa centosessanta opere - si focalizza sul periodo che si estende dal 1953, anno delle prime sperimentazioni sul manifesto lacerato, per arrivare al 1964 quando Rotella partecipa alla XXXII Biennale di Venezia. Un momento specifico di massima ricerca a livello mondiale che si avvale di importanti prestiti da collezioni pubbliche e private, nazionali e internazionali, tra cui il Museo del Novecento di Milano, MACRO di Roma, Carré d’Art-Musée d’art contemporain di Nîmes e Musée National d’art moderne - Centre Pompidou di Parigi, Tate Modern, Londra, Mart - Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea, Roma.

Per contestualizzare l’opera di Rotella all’interno del panorama artistico internazionale dell’epoca e comprendere il suo contributo e la sua originalità, vengono esposti alcuni lavori che si confrontano con quelli di altri grandi protagonisti dell’arte moderna e contemporanea, europei e americani, quali Filippo Tommaso Marinetti, Enrico Prampolini, Kurt Schwitters, Hannah Höch, Jean Fautrier, Alberto Burri, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Jacques Mahé de la Villeglé, Raymond Hains, Andy Warhol e Michelangelo Pistoletto.

Il percorso dell’esposizione analizza alcuni momenti fondanti dell'inizio della carriera dell’artista. A Roma, dove si trasferisce subito dopo il rientro in Italia dalla residenza alla Kansas City University del 1952, Rotella stabilisce un dialogo sia con la generazione precedente sia con i suoi coetanei. È in questo ambito che ricorre a un simbolo del rinato contesto urbano: il manifesto pubblicitario.
La sua sperimentazione lo porta a rimodulare il poster in ogni modo possibile: quale unità di partenza per lo studio dell’aspetto materico che esso assume a contatto con la tela grezza, quale particella elementare per la costruzione di un immaginario astratto e quale studio della forma che va a costituirsi sul retro del manifesto, tramite l’azione di colle e ruggini.

Seguendo il percorso della carriera di Rotella sono individuati e presentati in mostra quei lavori realizzati a ridosso degli anni Sessanta, momento in cui intesse i primi rapporti con la Francia - tramite il Nouveau Réalisme - e gli Stati Uniti, dove già nel 1961 partecipa presso il Museum of Modern Art a New York a “The Art of Assemblage”. Sempre più attivo tra Roma e Parigi, Rotella ha modo di lavorare a stretto contatto con gli artisti della Pop Art e di aprire i suoi orizzonti sul contesto americano, esperienza che culmina nel 1962 con la personale alla Galleria Bonino di Buenos Aires e con la partecipazione a “New Realists”, presso la galleria Sidney Janis a New York.

17.06.2014 # 3711
Diabolik MIfest

Daria La Ragione //

LINDA CARRARA. Be. Per agire occorre essere avvolti nell'illusione.

a Milano fino al 12 luglio

Dal 12 giugno al 12 luglio 2014, la Fondazione Rivoli2 di Milano (via Rivoli 2) ospiterà la personale di Linda Carrara (Bergamo, 1984).

L’esposizione, dal titolo Be. Per agire occorre essere avvolti nell’illusione, nata da un progetto di Linda Carrara appositamente studiato per gli spazi di Rivoli2, propone un percorso che si snoda sui tre piani della Fondazione in grado di creare un racconto narrativo personale, attraverso una serie di opere recenti, come dipinti, disegni, video.
La struttura della materia nella relazione di armonia o conflitto con lo spazio, la sua natura illusoria: questi sono gli elementi costitutivi principali del lavoro che l’artista ha pensato per lo spazio milanese.
“L’illusione necessaria all’azione - spiega Linda Carrara - è come un passaggio da un ponte che collega ciò che immediatamente ci appare e che riusciamo a decodificare con qualcosa che rimane nel retro di un’impressione, di un’idea, intrappolato in uno spazio ‘illusorio’. Il progetto che ho pensato per Rivoli2 vuole riflettere e giocare sulla materia e sull'illusione dello spazio come luogo di passaggio dalla duplice valenza: quella fisica del viaggio e quella psicologica della messa in scena”.

L’esposizione inizia al piano terreno con The space between, una tela di grandi dimensioni che descrive l'unione delle principali caratteristiche del lavoro pittorico di Linda Carrara, e presenta diversi livelli di un’architettura vuota, sia quelli visibili che suddividono lo spazio, sia quelli ideali su cui è distribuita l’illusione pittorica e della materia.

Al primo piano di Rivolidue  saranno allestiti una serie di taccuini, una sorta di diari di viaggio, che l’artista bergamasca ma milanese d’adozione ha realizzato durante le sue residenze a Bruxelles tra il 2012 e il 2014, che contengono appunti di un’esperienza che hanno segnato profondamente il suo percorso creativo.

Chiude idealmente la mostra un video, media col quale l’artista si è recentemente confrontata, che, acquistando un’accezione pittorica, diventa strumento su cui annotare le proprie idee.

17.06.2014 # 3710
Diabolik MIfest

Daria La Ragione //

POTENZA DEL COLORE. Mario Arlati

a Milano fino al 12 settembre 2014

L’esposizione raccoglie 27 opere dell’artista milanese che dialogano con quelle di grandi maestri del passato quali Guido Reni, Marco Ricci, Carlo Cignani, Giambattista Crosato, e altri in un innovativo percorso di riflessione sul colore

Dal 12 giugno al 12 settembre 2014, nella sede di Banca Generali Private Banking, in Piazza Sant’Alessandro 4 a Milano, si terrà la mostra “Potenza del colore” che propone un viaggio nell’universo cromatico di Mario Arlati (Milano, 1947) in costante dialettica con i maestri classici sulla base dell’esaltazione del colore.

Curata da Elisabetta Longari, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Brera, e prodotta da Banca Generali in collaborazione con “Contini Galleria D’Arte” e “Giorgio Baratti Gallerie”, la rassegna presenterà 27 opere realizzate dall’artista milanese tra la metà degli anni Settanta ai nostri giorni, attraverso un percorso di ricerca che inizia dai “muri”, ai “monocromi” (realizzati appena giunto ad Ibiza alla fine degli anni ’70), per poi passare alla “luce”, gli “ori”, i “trapos” nati dall’incidentale caduta di colore sugli stracci.

L’esposizione nasce dall'accostamento di dipinti di Arlati a opere storiche di autori quali Guido Reni, Marco Ricci, Carlo Cignani, Giambattista Crosato e altri. Il legame classico-contemporaneo, secondo una logica di eloquenti rimandi, rappresenta una proposta innovativa di grande rilievo; un esempio sperimentale di un percorso dell'arte incentrato sul colore, rivolto prima di tutto all'immediatezza della percezione.

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