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Mostre ed eventi // Pagina 39 di 230
31.03.2015 # 4101
Napoli Patria della Fantascienza.

Daria La Ragione //

Napoli Patria della Fantascienza.

a Napoli fino al 30 aprile 2015

Dagli infiniti mondi di Giordano Bruno al primo viaggio alla Luna di Ernesto Capocci

A conclusione delle manifestazioni organizzate nel 2014 per il 150° anniversario della morte di Ernesto Capocci, l'Osservatorio Astronomico di Capodimonte gli dedica una mostra dal tema  suggestivo e a lui caro.
Capocci astronomo stimatissimo e ascoltato dagli scienziati del suo tempo, fu anche colui che convinse Macedonio Melloni a trasferirsi a Napoli per fondare il primo Osservatorio Vulcanologico del mondo. Ai suoi innumerevoli risultati astronomici Capocci unì un impegno politico che lo condusse prima a essere eletto deputato del Parlamento napoletano del 1848 e poi nominato senatore del primo Parlamento italiano del 1861.
Si distinse inoltre per la sua raffinata produzione letteraria, pubblicando: tra l'altro "Relazione del primo viaggio alla Luna fatto da una donna l'anno di grazia 2057" (1857), un racconto fantascientifico ad uso divulgativo che anticipa di ben otto anni il più noto romanzo di Jules Verne "De la Terre à la Lune".
Prendendo spunto dalla primogenitura fantascientifica di Capocci, l'Osservatorio Astronomico di Capodimonte vuole celebrare il suo direttore con una mostra che ne ricordi la figura e l'attenzione verso la divulgazione della scienza.
La mostra iconografica vuole sottolineare inoltre quegli aspetti della cultura napoletana che, da Giordano Bruno e i suoi "infiniti mondi", passando per Archerio Filoseleno e il racconto dei "Seleniti", fino  al viaggio fantastico di Pulcinella sulla "bella Cinzia", come Capocci definisce la Luna, hanno sempre caratterizzato l'interesse scientifico verso l'ignoto.

22.03.2015 # 4090
Napoli Patria della Fantascienza.

Daria La Ragione //

Georges Rouault - MISERERE

a Milano fino al 16 aprile 2015

Vertice assoluto della grafica del Novecento, il Miserere di Georges Rouault (Parigi 1871-1958), definito il più grande interprete dell’arte sacra del Novecento, è il protagonista della mostra ospitata, dal 17 marzo al 16 aprile 2015, alla Galleria Bellinzona di Milano (via Volta 10).
L’esposizione presenta l’intero ciclo dell’opera realizzata tra il 1914 e il 1927, composta da 58 tavole, suddivise in due temi, religioso e profano. Il primo è legato alla vicenda del Cristo sofferente e l'altro dedicato alla vicenda umana, al pellegrinaggio di dolore sulla terra, reso ancora più tragico dalla guerra.
Georges Rouault, con una sensibilità conosciuta da ben pochi autori a lui contemporanei, rappresenta l'uomo - sia esso un clown, un giudice, un contadino, una donna dell’alta borghesia, una prostituta - ponendolo isolato al centro della scena terrena, prostrato, schernito e addolorato.
Il peso della condizione umana, il senso della morte, le ansie e le paure generate dalla guerra, la condanna di una nascente società borghese, insensibile, cinica e indifferente alle condizioni di emarginazione delle fasce più deboli, sono i temi ricorrenti che si trovano all’interno della suite. Il riscatto dell’umanità offesa si esprime solo nel sacrificio di Cristo, che rappresenta il punto da cui ripartire alla rifondazione dei valori umani.
La mostra è accompagnata da una testimonianza di Stefano Zorzi, importante collezionista d’arte, che racconta il proprio incontro con il Miserere, e descrive la gioia del possesso e la quotidianità di una convivenza con questo capolavoro.


22.03.2015 # 4089
Napoli Patria della Fantascienza.

Daria La Ragione //

Il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci

a Milano fino al 31 ottobre 2015

Per tutto il periodo dell’Esposizione Universale, dal 10 marzo al 31 ottobre 2015, la mostra La mente di Leonardo. Disegni di Leonardo dal Codice Atlantico, allestita nei due spazi della Pinacoteca Ambrosiana e della Sagrestia del Bramante nel convento di Santa Maria delle Grazie, consentirà di far conoscere la personalità di Leonardo e la ricchezza delle tematiche da lui toccate, la varietà dei suoi campi di interesse e di studio, la particolarità della sua opera e del suo genio nel contesto del Rinascimento italiano. Attraverso gli studi presenti nello stesso Codice Atlantico o, per alcuni fogli sciolti, come quelli artistici, conservati in Ambrosiana.
L’iniziativa chiude il ciclo di esposizioni iniziate nel 2009, in occasione del IV centenario dell’apertura al pubblico dell’Ambrosiana, col fine di offrire ai visitatori l’opportunità di potere ammirare nella quasi sua interezza il Codice Atlantico.
La mente di Leonardo, curata da Pietro C. Marani, propone un nucleo di 88 fogli – esposti in due tempi, di tre mesi ciascuno – che illustrano alcune delle principali tematiche artistiche, tecnologiche e scientifiche, cui Leonardo si è interessato lungo tutta la sua carriera, e che si articolano in sezioni che danno conto di Studi di idraulica, Esercitazioni letterarie, Architettura e scenografia, Meccanica e macchine, Ottica e prospettiva, Volo meccanico, Geometria e matematica, Studi sulla Terra e il Cosmo e Pittura e Scultura. Quasi seguendo l’ordine delle proprie competenze elencato dallo stesso Leonardo nella celebre missiva con cui offre il suo lavoro a Ludovico il Moro.
“Sfogliando le pagine del Codice Atlantico - afferma Pietro C. Marani - in questo cuore segreto di Milano, ed esaminando i disegni e le carte in esso contenute, si rivive l’emozione di un contatto diretto con la mente di Leonardo, mentre si è catapultati nell’atmosfera e nel clima degli anni gloriosi del collezionismo milanese. Quando Galeazzo Arconati, nel 1637, poteva donare i preziosi manoscritti di Leonardo da lui fino ad allora posseduti, e custoditi nel Castellazzo di Bollate, alla Biblioteca Ambrosiana appunto”.
Particolarmente interessante sarà l’analisi della tematica architettonica; in mostra si può ammirare una veduta di chiesa a pianta cruciforme che ricorda l’abside di Santa Maria delle Grazie a Milano, disegni per edifici ottagonali, lo studio per il Tiburio del Duomo di Milano che testimonia la presenza effettiva di Leonardo in quel cantiere o ancora i disegni per una galleria sotterranea, per una fortezza a pianta semi-stellare, per un ponte mobile. Questi ultimi tre studi d’arte militare danno l’idea delle applicazioni pratiche con cui Leonardo dovette cimentarsi al servizio dei potenti del suo tempo, come Ludovico il Moro, preoccupati per la loro sicurezza.
La sezione ‘Congegni e invenzioni’ analizza uno dei campi di indagine più spettacolare esplorato da Leonardo: quello sul volo umano, qui rappresentato da quattro studi in cui la macchina volante è associata allo studio delle ali battenti.

14.03.2015 # 4079
Napoli Patria della Fantascienza.

Daria La Ragione //

Dario Fo, Francesco lu santo jullare

a Napoli fino al 20 aprile 2015

Tra maggio e giugno 2014 presso la sede del Centro di Produzione Rai di Napoli, si è registrato lo spettacolo di Dario Fo "Francesco lu Santo Jullare", l'artista ha dato la propria disponibilità alla fotografa Anna Camerlingo affinché potesse raccontare con le sue immagini tutte le fasi di preparazione e la messa in scena del suo spettacolo.  Ne è scaturito un lavoro in cui viene svelata un immagine intima e riflessiva dell'artista, le foto testimoniano la fatica di Dario Fo impegnato con i suoi collaboratori nella riscrittura del testo prima di andare in scena, perché questo spettacolo pur essendo stato scritto più di quindici anni fa dallo stesso Fo con Franca Rame è un testo in continua evoluzione sempre aggiornato  sugli ultimi accadimenti politici e di cronaca, tra l'altro Fo trae molta ispirazione da Papa Francesco, di cui ammira l'operato, riscontrando una similitudine tra San Francesco ed il Papa; proprio in quei giorni Dario Fo aveva appreso dalla lettura dei giornali i coraggiosi moniti del Pontefice sudamericano contro Vescovi e Cardinali troppo spesso sedotti dal denaro e dal potere e per questo Fo aveva deciso di riscrivere tutta la prima parte del suo testo che poi abbiamo visto in prima serata su Rai Uno a fine giugno. Il racconto fotografico testimonia l'incontro tra Dario Fo e Mika, impegnati in un confronto in cui due generazioni lontane si fondono in un pensiero culturalmente stimolante, in quell'occasione Fo ha mostrato a Mika i suoi dipinti, tra i quali anche quelli ispirati al Papa.
Il lavoro fotografico si compone di circa 40 immagini in bianco/ nero e colore
La mostra si inaugura sabato 14 marzo alle ore 11,00, alla stessa ora è prevista la conferenza stampa in cui sarà presente l'assessore alla cultura ed al turismo del comune di Napoli Nino Daniele, il direttore del centro di produzione Rai di Napoli Francesco Pinto, la fotografa Anna Camerlingo.
La mostra resterà aperta fino al 20 aprile.

14.03.2015 # 4078
Napoli Patria della Fantascienza.

Daria La Ragione //

A occhi aperti

a Roma fino al 10 maggio 2015

Quando la Storia si è fermata in una foto
«Cosa potremmo sapere, cosa potremmo immaginare, cosa potremmo ricordare dell’invasione sovietica di Praga se non ci fossero, stampate nei nostri occhi, le immagini di un “anonimo fotografo praghese”, che si scoprì poi chiamarsi Josef Koudelka? Quanta giustizia hanno fatto quelle foto, capaci di raccontare al mondo la freschezza e l’idealismo di una primavera di libertà. Ci sono fatti, pezzi di storia, che esistono solo perché c’è una fotografia che li racconta».

Così ha scritto Mario Calabresi che, appassionato di fotografia, ma anche e soprattutto di giornalismo e realtà, ha intrapreso un viaggio molto speciale: un viaggio profondo e affascinante nella storia recente, cercando alcuni dei “testimoni oculari” che con il loro lavoro, e la voglia di scavare tra le pieghe della cronaca, hanno raccontato alcuni momenti straordinari del nostro presente in una serie di immagini realizzate con gli occhi ben aperti sul mondo. Ne è nato un libro, “A occhi aperti” (Contrasto) appunto, che ha raccolto le interviste, vibranti e palpabili, a dieci grandi fotografi, dieci testimoni del nostro tempo. Il progetto del libro è diventato una mostra: attraverso le oltre cento fotografie esposte, lo stesso Mario Calabresi accompagna lo spettatore in un viaggio coinvolgente che offre al visitatore la possibilità di guardare il mondo da una prospettiva incredibilmente privilegiata: quella degli occhi dei grandi reporter. Ecco allora Paul Fusco che racconta i funerali di Bob Kennedy; Josef Koudelka che descrive il mondo, condannato all’oblio, degli zingari dell’Europa dell’est. E poi Steve McCurry e la sua Asia ancora sconosciuta, e molti altri grandi nomi della fotografia internazionale.

06.03.2015 # 4067
Napoli Patria della Fantascienza.

Daria La Ragione //

Matisse. Arabesque

a Roma fino al 21 giugno 2015

In esposizione oltre cento opere di Matisse con alcuni capolavori assoluti - per la prima volta in Italia - dai maggiori musei del mondo: Tate, MET, MoMa, Puškin, Ermitage, Pompidou, Orangerie, Philadelphia, Washington solo per citarne alcuni.
 

Curata da Ester Coen, con un comitato scientifico composto da John Elderfield, Remi Labrusse e Olivier Berggruen, Matisse. Arabesque, vuole restituire un'idea delle suggestioni che l'Oriente ebbe nella pittura di Matisse: un Oriente che, con i suoi artifici, i suoi arabeschi, i suoi colori, suggerisce uno spazio più vasto, un vero spazio plastico e offre un nuovo respiro alle sue composizioni, liberandolo dalle costrizioni formali, dalla necessità della prospettiva e della "somiglianza" per aprire a uno spazio fatto di colori vibranti, a una nuova idea di arte decorativa fondata sull’idea di superficie pura.
Henri Matisse non era destinato alla pittura, “Sono figlio di un commerciante di sementi, al quale avrei dovuto succedere nella gestione del negozio”, cerca di intraprendere la carriera di avvocato prima di diventare un artista. Sarà la sua salute a cambiare il corso della storia. Lavorava come assistente in uno studio legale di Saint-Quentin, quando nel 1890 una grave appendicite lo costringe a letto per quasi un anno. Comincia a dedicarsi alla pittura e dal 1893 frequenta l’atelier del pittore simbolista Gustave Moreau insieme con l’amico Albert Marquet. Si iscrive ufficialmente all'École des Beaux Arts nel 1895, dove insegnano molti Orientalisti.
In quegli anni vedrà molto Oriente: visita la vasta collezione islamica del Louvre in esposizione permanente e le diverse mostre che, nel 1893-1894 e soprattutto nel 1903, vennero dedicate all’arte islamica al Musée des Arts Decoratifs di Parigi. E poi, all’Esposizione mondiale del 1900, scopre i paesi musulmani nei padiglioni dedicati a Turchia, Persia, Marocco, Tunisia, Algeria ed Egitto. Matisse frequenta anche le gallerie dell’avanguardia, come quella di Ambroise Vollard, dal quale acquista nel 1899 un disegno di Van Gogh, un busto in gesso di Rodin, un quadro di Gauguin e uno di Cézanne, che influenzerà moltissimo l’opera di Matisse.
Viaggia in Algeria (1906), ne riporta ceramiche e tappeti da preghiera che nel disegno e nei colori riempiranno le sue tele da li in poi, in Italia (1907) visita Firenze, Arezzo, Siena e Padova “quando vedo gli affreschi di Giotto non mi preoccupo di sapere quale scena di Cristo ho sotto gli occhi ma percepisco il sentimento contenuto nelle linee, nella composizione, nei colori”. La visita alla grande “Esposizione di arte maomettana” a Monaco di Baviera nel 1910 – la prima mostra di arte mussulmana che influenzerà una generazione di artisti, da Kandinsky a Le Corbusier – sarà il vero spunto per un tipo di decorazione di  impianto compositivo assai lontano dalle sue tradizioni occidentali. E' a Mosca nell'autunno 1911 per curare l’installazione in casa Schukin di La danza e La musica. Nel 1912 torna in Africa, stavolta la meta è il Marocco, Tangeri la bianca. Ecco che il tailleur de lumiere, come lo battezza non a caso il genero Georges Duthuit, è sorpreso da una luce dolce e da una natura lussureggiante che andranno ad accentuare la sua cadenza armonica, musicale: “un tono non è che un colore, due toni sono un accordo”.  
Matisse si lascia alle spalle le destrutturazioni e le deformazioni proprie dell’avanguardia, più interessato ad associazioni con modelli di arte barbarica. Il motivo della decorazione diventa per l’artista la ragione prima di una radicale indagine sulla pittura. E' dai motivi intrecciati delle civiltà antiche che Matisse coglie i principi di rappresentazione di uno spazio diverso che gli consente di “uscire dalla pittura intimistica” di tradizione ottocentesca.
Il Marocco, l’Oriente, l’Africa e la Russia, nella loro essenza più spirituale e più lontana dalla dimensione semplicemente decorativa, indicheranno a Matisse nuovi schemi compositivi. Arabeschi, disegni geometrici e orditi, presenti nel mondo Ottomano, nell’arte bizantina, nel mondo ortodosso e nei Primitivi studiati al Louvre; tutti elementi interpretati da Matisse con straordinaria modernità in un linguaggio che, incurante dell’esattezza delle forme naturali, sfiora il sublime.

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