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Mostre ed eventi // Pagina 26 di 230
18.12.2015 # 4415
Toulouse-Lautrec

Daria La Ragione //

Toulouse-Lautrec

a Roma fino al 8 maggio 2016

La mostra, promossa e prodotta da Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia Group e organizzata con Zètema Progetto Cultura, consentirà di portare a Roma il fiore della raccolta di opere di Toulouse-Lautrec conservata al Museo di Belle Arti di Budapest (Szépmű vészeti Múzeum), uno dei più importanti in Europa, con capolavori che vanno dal Medioevo al Novecento. 

In occasione dell’esposizione romana, curata da Zsuzsa Gonda e Kata Bodor, circa 170 litografie della collezione (tra cui otto affiches di grande formato e due cover degli album della cantante, attrice e scrittrice francese Yvette Guilbert con circa 10 litografie) lasceranno Budapest per essere esposte al Museo dell’Ara Pacis dal 4 dicembre 2015 all’8 maggio 2016. 

Attraverso questa esposizione sarà possibile conoscere a tutto tondo l'opera grafica di Toulouse-Lautrec: manifesti, illustrazioni, copertine di spartiti e locandine, alcune delle quali sono autentiche rarità perché stampate in tirature limitate, firmate e numerate e corredate dalla dedica dell'artista.



21.12.2015 # 4422
Toulouse-Lautrec

Daria La Ragione //

Henry Moore

a Roma fino al 10 gennaio 2016

Mostra promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area archeologica di Roma, in collaborazione con Tate e con Electa a cura di Chris Stephens e Davide Colombo.

La mostra  presenta una selezione di sculture, disegni, acquerelli e stampe di uno dei più grandi artisti inglesi: Henry Moore (1898–1986). La Tate conserva la collezione più ricca e rappresentativa dagli anni Venti ai Settanta, anche grazie alla donazione dell’artista stesso. Riconosciuto come uno dei più grandi scultori contemporanei, deve il suo successo all’abilità tecnica e inventiva al servizio del racconto della nostra epoca.

Molte le creazioni in mostra che denotano il suo peculiare rapporto tra pieni e vuoti, esaltato dalla monumentalità del luogo, le Grandi Aule delle Terme di Diocleziano. Soprattutto ai vuoti è infatti affidato un senso di continuità tra dentro e fuori, cosi che le sculture non vivono solo nello spazio ma nello stesso tempo lo creano, come se spazio e materia scultorea fossero un tutt’uno. Straordinaria la serie delle figure femminili sdraiate, come espressione dell’eterna femminilità, della Madre Terra. Alle Terme di Diocleziano 75 le opere esposte.

La rassegna si suddivide in aree tematiche che esplorano l’età moderna, i temi della guerra e della pace, la più famosa tematica di Moore “madre e figlio” e le sculture destinate agli spazi pubblici.


21.12.2015 # 4421
Toulouse-Lautrec

Daria La Ragione //

DAL MUSÈE D’ORSAY. IMPRESSIONISTI TÊTE À TÊTE

a Roma fino al 07 febbraio 2016

Nell’ambito dell’importante rapporto tra il Musée d’Orsay e il Complesso del Vittoriano – Ala Brasini verrà presentata a Roma, dal 15 ottobre al 7 febbraio 2015,una straordinaria mostra dedicata ai maestri impressionisti dal titolo“IMPRESSIONISTI. Tête-à-tête”. 


L’esposizione traccia un ritratto della società parigina della seconda metà dell’Ottocento, attraversata dai grandi mutamenti artistici, culturali e sociali di cui gli impressionisti furono esponenti e testimoni, grazie ai capolavori provenienti da uno dei nuclei fondamentali del Musée d’Orsay, le raccolte impressioniste.


Curata da Xavier Rey, direttore delle collezioni e conservatore del dipartimento di pittura del Musée d’Orsay, e da Ophélie Ferlier, conservatore del dipartimento di sculture del Musée d’Orsay, l’esposizione prende in esame i sessant’anni di pittura francese (1860-1919) in cui nacque, si sviluppò e si affermò la pittura impressionista, e i suoi esiti finali, il postimpressionismo. 


Edouard Manet, Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas, Frédéric Bazille, Camille Pissarro, Paul Cézanne, Berthe Morisot: questi, tra i tanti, gli artisti presenti al Complesso del Vittoriano, in una rassegna di oltre sessanta opere, tra cui anche dieci sculture. 


Alla ricerca di nuovi e più attuali valori della visione, e partendo da un assunto essenzialmente naturalistico e antiaccademico, gli impressionisti rifiutarono ogni nozione acquisita dell’oggetto per affidarsi all’immediata impressione del vero. Attraverso la resa degli effetti di luce, utilizzando le ombre colorate, e grazie a una pennellata rapida e sciolta, dalle loro opere emerge l’interesse per la realtà attuale, la ricerca di una resa del soggetto e dell’espressione libera, e il rifiuto di ogni processo ideologicamente canonico di rappresentazione.


Attraverso i volti, gli abiti, le posture e gli accessori dei personaggi ritratti, attraverso i luoghi e le ambientazioni in cui essi sono inseriti “IMPRESSIONISTI. Tête-à-tête” offrirà la possibilità di ricostruire l’ambiente culturale, i contesti sociali e gli stimoli artistici in cui operarono gli artisti impressionisti; e, soprattutto, e di cogliere quella “rivoluzione dello sguardo” e quel rinnovamento stilistico di cui il movimento impressionista fu portavoce.


Le opere scelte, alcune diventate vere e proprie icone dell’impressionismo, mettono in luce gli aspetti innovativi del movimento artistico ed evidenziano, allo stesso tempo, le connotazioni delle singole personalità. Sarà possibile ammirare gli artisti riuniti intorno a Manet ritratti nell’Atelier di Bazille, ma anche la Berthe Morisot immortalata nel celebre Balcon di Manet e la giovane sconosciuta di Montmartre colta nell’istantaneità di una conversazione dell’Altalena di Renoir. Come affermava Charles Baudelaire, personalità chiave nel diffondere fra gli artisti che saranno poi definiti impressionisti: “Vero pittore è colui che sa afferrare il lato epico della vita di ogni giorno e sa farci vedere quanto siamo grandi e poetici nelle nostre cravatte e nelle nostre scarpe verniciate”. E, con lui, scriveva Zola nel suo Salon del 1875: “I ritratti , questi dipinti della vita di ogni giorno, dovrebbero, per il loro stesso carattere, rappresentare la modernità”.

21.12.2015 # 4420
Toulouse-Lautrec

Daria La Ragione //

PABLO ECHAURREN. CONTROPITTURA

a Roma fino al 3 aprile 2016

Il fulcro concettuale della mostra che la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea dedica a Pablo Echaurren è rappresentato dall’impegno politico che connota la sua ricerca. Pittore ad appena 18 anni, ottiene un precoce riconoscimento da Arturo Schwarz, “patron” del Dada- Surrealismo, ma nel 1977 decide di abbandonare la professione per immergersi nel clima sociale complesso e teso del periodo. Nell’idea del superamento dell’arte a favore della creatività della vita, Echaurren trova linfa per le sue pagine ironiche e satiriche e per le sue future elaborazioni pittoriche. L’esposizione sottolinea il periodo della sospensione dell’attività propriamente artistica; non si tratta quindi di una antologica, ma di una mostra tematica che intende mettere in luce l’aspetto più importante dell’arte di Echaurren e il suo avanguardistico contributo al pensiero contemporaneo.

Il percorso espositivo, che presenta oltre 200 opere dell’artista –  tele, disegni, collage –  dagli anni settanta ad oggi ed un’ampia sezione di documentazione, comincia con i lavori d’esordio, i “quadratini”, acquerelli e smalti di piccole dimensioni che riflettono i miti generazionali (la politica, la musica) e le inclinazioni personali (per le scienze naturali, il collezionismo). La sezione centrale e cuore della mostra è dedicata ai disegni e collage (qui esposti per la prima volta) legati all’esperienza dei cosiddetti “Indiani metropolitani” che, nel 1977, si sono appropriati dei linguaggi estetici dell’avanguardia artistica per denunciare il mondo illusionistico dei media. In questo ambito appare evidente il desiderio di trasformare l’esclusiva ricerca di Marcel Duchamp in uno strumento a disposizione di tutti, secondo un progetto di collettivizzazione dell’avanguardia storica. Seguono una serie di grandi tele degli anni ottanta e novanta, che fanno i conti con gli eventi contemporanei e con la problematica ambientale, e alcuni collage degli anni novanta composti con manifesti politici e pubblicitari.

La mostra illustra anche le più recenti «pitture da muro», che creano un nuovo alfabeto simbolico, una serie di quadri sul sistema dell’arte che rivelano la dimensione critica del lavoro dell’artista e i lavori di dimensioni minori, come le “Decomposizioni floreali”. L’attenzione è pertanto focalizzata sulla “contropittura” di Echaurren e quindi anche tutti i lavori non esposti sono parte integrante di una poetica coerente. In essa, la pittura “scende” fino al foglio stampato, il fumetto assurge a quadro, e la riflessione concettuale di stampo Dada-futurista stimola una visione ironica del presente.


18.12.2015 # 4416
Toulouse-Lautrec

Daria La Ragione //

JAMES TISSOT

a Roma fino al 21 febbraio 2016

Per la prima volta in Italia, l’attesissima mostra sul grande pittore francese James Tissot (Nantes, 1836 - Buillon 1902). Le sue opere si potranno finalmente ammirare al Chiostro del Bramante di Roma (26 settembre 2015 - 21 febbraio 2016) dopo le importanti esposizioni dedicategli in tutto il mondo come James Tissot al Petit Palais (Parigi - 1985), Victorian Life Modern Love (Yale Center for British Art, New Haven Connecticut - Musée du Québec, Québec City, Canada - Albright-Knox Art Gallery, Buffalo, New York, tra il 1999 e il 2000), James Tissot et ses Maîtres a Nantes presso il Musée des Beaux-arts (2005) e infine la mostra The Life of Christ del Brooklyn Museum of Art (2009).


Raffinato protagonista dell’élite del suo tempo, invidiato e amato in pari misura, James Tissot è un pittore la cui arte è ancora oggi per alcuni aspetti un enigma, tra influenze impressioniste e istanze preraffaellite. Francese di nascita ma britannico di adozione, vissuto a suo agio tra conservatori e liberali, Tissot celebra nei suoi quadri la vita dell’alta borghesia – il ceto portato in auge in epoca vittoriana tra rivoluzione industriale e colonialismo – trasformando la quotidianità in imprese eroiche e celebrative, mutando ogni gesto in un cliché non privo di originalità.


Dart - Chiostro del Bramante e Arthemisia Group, con il Patrocinio dell’Assessorato Cultura e Turismo del Comune di Roma, hanno fortemente creduto nella necessità di presentare al pubblico italiano un artista ancora poco celebrato. In mostra 80 opere provenienti da musei internazionali quali la Tate di Londra, il Petit Palais e il Museo d’Orsay di Parigi, che raccontano l’intero percorso artistico del pittore e l’influenza che su di lui ebbe l’ambiente parigino e la realtà londinese, dando conto della sua vena sentimentale e mistica, del suo incredibile talento di colorista e del suo interesse per la moda. Tra le opere esposte, capolavori quali "La figlia del capitano" e "La figlia del guerriero" entrambe del 1873 accanto alla Galleria dell’ "HMS Calcutta" (1886) che illustrano i temi principali della sua arte sempre trattati con profondità psicologica e che attestano il suo talento di colorista e fine osservatore del suo tempo. 


La mostra è organizzata con il sostegno eccezionale del Museo d’Orsay, vede come sponsor Generali Italia e come partner dell’iniziativa Trenitalia. L’evento è consigliato da SKY Arte HD.



10.12.2015 # 4410
Toulouse-Lautrec

Daria La Ragione //

ALDO MANUZIO in Ambrosiana

a Milano fino al 28 febbraio 2016

Se si maneggiassero di più i libri che le armi,

non si vedrebbero tante stragi, tanti misfatti e tante brutture

Aldo Manuzio


Dal 2 dicembre 2015 al 28 febbraio 2016, la Pinacoteca Ambrosiana ospita una mostra che celebra Aldo Manuzio (1449-1515), il più importante stampatore della storia dell’editoria, a 500 anni dalla sua scomparsa.

L’esposizione, curata da Marina Bonomelli e Angelo Colombo, in partnership con Generali Italia, ripercorre l’attività dell’editore principe del Rinascimento europeo, attraverso una selezione di circa 30 stampati custoditi in Ambrosiana.

Il patrimonio aldino dell’Ambrosiana occupa, nel panorama nazionale e internazionale, un posto considerevole. Sono infatti ben 107 le edizioni originali presenti in Ambrosiana sulle 131 edizioni uscite dai torchi di Manuzio dal 1494 al 1515. L’importanza di questo fondo è dovuta al fatto che vi è rappresentata la quasi totalità delle edizioni stampate da Aldo, con un numero complessivo di 296 esemplari. Si tratta senza dubbio di un bene di notevole rilevanza se lo si raffronta con quello della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia e con quello custodito presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e la Biblioteca Medicea Laurenziana.

Il percorso espositivo, arricchito da strumenti tipografici d’epoca provenienti dalla collezione dell’editore Enrico Tallone, copre l’intera attività di Manuzio, dall’Erotemata del Lascaris, stampata il 28 febbraio 1495, al De rerum natura di Lucrezio, pubblicata nel gennaio del 1515, che segna la chiusura della produzione aldina.

Fra gli incunaboli non mancano i grandi capolavori, come il De Aetna dell’amico Pietro Bembo (1495). L’opera, che segna l’esordio letterario del futuro cardinale Bembo, descrive in forma di dialogo il suo soggiorno siciliano e la sua salita sull’Etna. Nel 1496 la stampa di questo libro intensificò il rapporto di Manuzio con la famiglia patrizia dei Bembo che possedeva una ricca biblioteca umanistica, dove Aldo ebbe modo di ispirarsi per creare con l’intagliatore Francesco Griffo il bellissimo carattere romano, considerato un modello insuperabile di eleganza formale. Inoltre, in questa sezione si possono ammirare le Epistole di Santa Caterina da Siena (1499), nel quale Manuzio sperimenta per la prima volta il carattere corsivo nelle parole Jesu dolce, Jesu amore, e come l’Hypnerotomachia Poliphili (1499), riconosciuto come il più bel libro illustrato del Rinascimento.

Quanto invece alle cinquecentine si evidenziano punte di eccezione con sette esemplari prodotti nel 1502 e tre nel 1501, tra cui il Virgilio del 1501, la prima edizione in ottavo e in carattere corsivo, la cui dimensione tascabile - libelli portatiles in formam enchiridii -, permise la grande circolazione del libro nell’Europa del Cinquecento, facilitando la rinascita della cultura classica.

Non vanno dimenticati i Moralia di Plutarco del 1509, un ponderoso volume di 1068 pagine contenente novantadue trattati, di cui l’Ambrosiana possiede anche l’archetipo manoscritto duecentesco usato da Aldo Manuzio per la stampa.



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