Daria La Ragione //
Storia della bandiera arcobaleno
Blog! di Daria La Ragione
A casa mia ci sono tre feste comandate: Natale, Pasqua e Sanremo.
Sanremo è la più celebrata dalla sottoscritta, secondo una liturgia che prevede due ingredienti fondamentali: veleno e Twitter.
Non è tanto la gara in sé, della quale potrei fare serenamente a meno, il clou della kermesse è il commento sferzante e un po’ crudele.
I vestiti, le vallette, il trucco, le pettinature.
Quest’anno è tutto uno sventolare di bandiere arcobaleno, per manifestare sostegno alla comunità LGBT in un momento che potrebbe essere un giro di boa per il nostro paese.
E l’arcobaleno è stato al centro di commenti anche su Twitter: chi era entusiasta della scelta di alcuni di esibirlo, chi lo trovava inutile. Come sempre ci si divide e se ne parla.
Probabilmente avete sentito parlare di Harvey Milk, uno dei primi gay dichiarati della politica americana, eletto al consiglio comunale di San Francisco. Tragicamente ucciso nel 1978 insieme al sindaco George Moscone. Nel 2008 un bellissimo film con Sean Penn ne raccontò la storia.
Attorno alla carismatica figura di Milk giravano molti personaggi, tra cui Gilbert Baker.
Gilbert aveva imparato a cucire perché non poteva permettersi i vestiti che vedeva e desiderava, e quando Milk lo invitò a mettere le sue capacità al servizio del movimento LGBT, Baker decise per quello che sapeva fare meglio: prese stoffa, forbici e filo, taglio delle strisce colorate e diede vita all prima bandiera arcobaleno.
Contava otto colori, ognuno dei quali aveva un significato preciso: rosa per la sessualità, rosso per la vita, arancione per la salute, giallo per la luce del sole, verde per la natura, turchese per l’arte, indaco per l’armonia e viola per lo spirito.
Prima di allora il simbolo della lotta contro la discriminazione degli omosessuali era il triangolo rosa, simbolo con cui i nazisti etichettavano gli omosessuali. Ma Milk voleva un segno nuovo, che diventasse simbolo di speranza e la bandiera arcobaleno rispose perfettamente alla richiesta.
Il primo Pride di San Francisco, nel 1978, vide il debutto della nuova bandiera, nei suoi primi esemplari realizzati a mano. Quando poco dopo Baker si rivolse alla Paramount Flag Company per la produzione industriale, dovette rinunciare alla striscia rosa, per la difficoltà a reperire il tessuto di quel colore. I colori diventarono sette.
La storia che li ha visti ridursi a sei è la più triste: il 27 novembre dello stesso anno Milk fu assassinato, lasciando la comunità orfana e addolorata.
Il comitato per Gay Freedom Day (oggi San Francisco LGBT Pride Celebration Committee) non si abbatté e decise per una reazione in linea con tutto ciò che aveva fatto il movimento: in occasione del Pride del 1979 Market street, la via della sfilata, sarebbe stata addobbata con la bandiera simbolo della speranza: fu divisa in due bandiera, su ciascuna delle quali c’erano tre colori, che furono distribuite sui due lati della strada, l’indaco fu eliminato.
Da quel momento la bandiera arcobaleno è stata usata ovunque come simbolo di speranza, anche dal movimento per la pace europeo (ma i colori sono invertiti), e perfino a Sanremo esporla o indossarla non è così semplice come possa sembrare: «The flag is an action – it’s more than just the cloth and the stripes. When a person puts the Rainbow Flag on his car or his house, they’re not just flying a flag. They’re taking action»