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Mostre ed eventi // Pagina 218 di 230
30.06.2006 # 333

Ilas Web Editor //

Milano | Wim Del Delvoye. Voilà Les Cochons! | Fino al 30 giugno 2006

Fino al 30 giugno 2006

Ha tatuato polli e maiali, truccato vecchie bombole per il gas da preziose antiche ceramiche di Delft, disegnato finte mappe geografiche con improbabili continenti a forma di teiera, di pene o di martello. Le sue lettere, invece che la romantica impronta di un rossetto per le labbra, portano impressa quella di un sedere.

Wim Delvoye ha la fama del ragazzo terribile, degno erede dello spirito caustico e irrispettoso di Piero Manzoni. A cui, tra l'altro, ha dedicato anche un omaggio, Cloaca, riproposizione monumentale e tecnologica della famosa Merda d'artista.

Niente gli è più estraneo del politically correct: preferisce agire irrispettosamente, sovvertire, rivoluzionare, cambiare. Con pochissimi altri artisti, da Koons a Cattelan, da Hirst a Sachs, fa parte della top five dei grandissimi provocatori. Eppure, il quarantenne autore fiammingo, nato in un borgo vicino Gand (Belgio) nel 1965, non si sente affatto tale: "Piuttosto", afferma, "sono un virus sano in un sistema malato".

In occasione della sua nuova personale milanese dal titolo Voilà les cochons!, la galleria Corsoveneziaotto presenta al pubblico Katharina e Christopher, Robert, Sabine,Karen,Gianni e Margareta. Ovvero i maiali che l'artista, almeno secondo le sue dichiarazioni, ha sottratto alla macellazione e ha fatto tatuare con le immagini più amate dai teen-ager, dai teschi ai cuori, dai serpenti alle donnine seminude amate dai marinai.

Una tranquilla e longeva vita da fattoria prima, una morte naturale dopo (e in Belgio negli ultimi anni c'è stato solo l'imbarazzo della scelta, tra afta, morbo della mucca pazza e crisi della diossina), infine i suini, imbalsamati o scuoiati, sono diventati opere d'arte. Si sono trasformati in una riflessione caustica e sprezzante sul significato dei simboli nella società contemporanea, in un ragionamento cinico sulla forza comunicativa, sempre a rischio d'essere travisata, degli stemmi, dei loghi, delle icone d'oggi. E così, tra le mura della galleria, ci sono adesso la pelle di suino che ripropone i marchi di fabbrica di una delle più importanti case di moda internazionali e quella che ricorda, sinistramente, il look tipico dell'Harleista americano di mezza età. Il tutto esposto accanto a splendidi pavimenti di marmo dai riflessi, rosa, rossi e porpora. Pavimenti disegnati e realizzati col resto del maiale, accostando una all'altra – con una capacità geometrica degna dei più grandi astrattisti storici – fette di salame, prosciutto, mortadella e spalla.



email: info@corsoveneziaotto.com

25.06.2006 # 335

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Milano | Max Bill | Fino al 25 giugno 2006

Fino al 25 giugno 2006

Dal 29 marzo al 25 giugno 2006 Palazzo Reale ospita una grande mostra dedicata all'architetto, designer e pittore svizzero attraverso 250 opere che ripercorrono l'attività di un artista tra i più versatili del Bauhaus, considerato uno dei padri fondatori dell'Arte Concreta internazionale.

L'esposizione, promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, è prodotta da Palazzo Reale, dall'Institut für Kulturaustausch  di Tubinga e da Civita.

La mostra milanese, curata da Otto Letze e Thomas Buchsteiner dell'Institut für Kulturaustausch, offre, a quasi vent'anni dalla sua ultima grande esposizione del 1987 a Francoforte, una selezione di 250 opere che vogliono essere rappresentative della vasta opera di Bill. Un percorso che parte dagli anni del Bauhaus, con opere esposte per la prima volta in assoluto, per arrivare fino agli anni Novanta a Zumikon.   

A guidare lo spettatore nelle sale di Palazzo Reale, con un allestimento studiato sulle diverse tipologie di opere progettate dall'artista, sono le parole chiavi del suo pensiero artistico/progettuale: laboratorio, infinito, concretezza, variazione, economia, utilità, varietà, universalità, simmetria e bellezza.

In queste aree tematiche, il visitatore troverà le opere pittoriche, le sculture, gli oggetti di design, i progetti di architettura, i manifesti pubblicitari, segni di una produzione che ha segnato non solo i movimenti artistici contemporanei ma che ha influenzato anche il gusto della vita quotidiana.

25.06.2006 # 315

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Napoli | Res. Lo stato delle cose - Antonio Biasiucci | Fino al 25 giugno 2006

Fino al 25 giugno 2006

La grande fotografia è la protagonista del nuovo appuntamento espositivo del PAN.

Dal 5 maggio al 4 giugno sarà infatti presentato il lavoro più recente di Antonio Biasiucci dal titolo RES. Lo stato delle cose, composto da 40 immagini rigorosamente in bianco e nero.

L'iniziativa, su progetto culturale di Goffredo Fofi e curata dall'Associazione "Laboratorio Città Nuova", è promossa dal Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e dal PAN_Palazzo delle Arti Napoli che, per l'occasione, ha acquisito, per inserirla nelle proprio Centro di Documentazione, l'opera completa RES. Lo stato delle cose, formata da 55 fotografie in bianco e nero dal formato 40 x 40 cm.

Res (dopo Corpus, Magma e Vacche) è il quarto momento di un'esplorazione intorno agli uomini e alle cose, alla loro origine, al confronto tra natura e cultura. Un'operazione che ha richiesto tempi lunghi, fatto di studi che l'autore porta avanti da anni, prima ancora che questi prendessero forma di libri o di mostre.
La ricerca completata nel 2000 racchiude, come in Corpus, più soggetti, cui Biasiucci ha dedicato un tempo, adottando una metodologia per lui fondamentale.
La guerra in Kosovo diventa la fonte ispiratrice della prima parte del lavoro: l'Italsider di Bagnoli, area siderurgica dismessa, rappresenta lo smantellamento del mondo, raccogliendone i resti opachi e i relitti di civiltà abbandonate.
Gli altri temi affrontati da Biasiucci, rafforzano la drammaticità della solitudine, dell'abbandono, della fine. Il gelo e l'assoluto. Ogni singolo scatto incarna una metafora e tutti assieme costruiscono il romanzo fantastico di un mondo sospeso.

Biasiucci fotografa soggetti che sono alla base della nostra esistenza - acqua, pane, pietra, terra, vacche - e che, attraverso un continuo processo di scarnificazione (che lui dichiara di aver appreso dall'unico suo maestro, il regista teatrale Antonio Neiwiller), riesce a rendere universali, aperti a più interpretazioni e letture

25.06.2006 # 295

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Roma | Antonello da Messina | fino al 25 giugno 2006

Fino al 25 giugno 2006

Le Scuderie del Quirinale riuniscono per la prima volta quasi tutte le opere di Antonello da Messina, uno dei grandi maestri del Quattrocento italiano, in una mostra che si preannuncia come un evento di portata straordinaria.
Da Londra, da Washington, da New York, da Parigi, da Vienna, da Dresda, da Anversa, da tutti i principali musei del mondo, dalla Sicilia e da tutta Italia arrivano a Roma le Madonne, gli straordinari Ritratti, le Crocifissioni, il famosissimo San Girolamo nel suo studio e tutte le preziosissime tavole che hanno creato la leggenda di questo grandissimo pittore siciliano.


20.06.2006 # 254

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Roma | Modigliani | fino al 20 giugno 2006

Fino al 20 giugno 2006

Obiettivo dell'ampia esposizione, e' quello di mettere in risalto il grande valore della ricerca di Modigliani in quel clima assolutamente unico creatosi a Montmartre prima e a Montparnasse poi nella Parigi d'inizio Novecento.
Come afferma Rudy Chiappini, curatore della mostra, "quella del livornese e' stata una delle figure piu' carismatiche e una delle personalita' maggiormente rappresentative di quell'ambiente, fucina della modernita', anche se in vita non ha conosciuto notorieta' e ricchezza ne' ha avuto la soddisfazione di veder riconosciuto il proprio straordinario talento da un condiviso apprezzamento della sua opera."
La mostra vuole fornire una visione completa della ricerca pittorica di Modigliani non solo attraverso un articolato percorso cronologico ma anche mettendo in risalto alcune tematiche e alcuni elementi caratteristici del suo lavoro.
Tra questi, il ritratto rappresenta indubbiamente l'elemento privilegiato attraverso il quale evidenziare la cifra stilistica di Modigliani che per primo introduce uno strettissimo rapporto psicologico con il soggetto per poi avviarsi verso una purezza e un'eleganza formale assolute.

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