Daria La Ragione //
ACTION : SPACE
a Milano fino al 1 novembre 2014
La stagione espositiva autunnale della Fondazione Rivolidue di Milano (via Rivoli 2) si apre con la collettiva, in programma dal 26 settembre al 1° novembre 2014, di Emily Hawes (Sussex, UK, 1990), Chloë Iza Manasseh (Londra, 1990) e Maria Teresa Ortoleva (Milano, 1990), diplomate al Master in Arte della Slade School of Fine Art (University College London), una delle scuole d’arte più prestigiose al mondo, fondata nella seconda metà del XIX secolo.
Rivolidue continua così la sua missione di promuovere e documentare il percorso di artisti emergenti, curatori e creativi in genere, stringendo legami con le istituzioni pubbliche territoriali e internazionali.
La mostra, dal titolo ACTION : SPACE, ruota attorno a una citazione del filosofo francese Henri Bergson tratta dal libro Materia e Memoria che recita “La percezione è signora dello spazio nella stessa misura in cui l'azione è signora del tempo”.
Il concetto di percezione dello spazio muove l'interesse delle tre artiste, sviluppandosi attraverso l’indagine del paesaggio, dello spazio digitale e di quello virtuale. Considerando la nozione di esperienza come nodo imprescindibile, l’esposizione rifletterà su come uno spazio reale dia forma a una percezione, e come questa si traduca in creazione attraverso il disegno, la pittura e il video.
La mostra presentarà un percorso che si articola e sviluppa tra le proiezioni digitali e i disegni di Maria Teresa Ortoleva, i dipinti di Chloë Iza Manasseh, le strutture scultoree composite e i video di Emily Hawes.
Intervenendo sullo spazio espositivo e integrandosi tra loro, le opere metteranno in dialogo diversi livelli di fisicità che caratterizzano il lavoro delle artiste creando momenti di contrasto e altri di chiarezza all’interno dello spazio collettivo.
La partecipazione del pubblico sarà essenziale affinché le opere possano superare la propria materialità, risvegliando in ciascun visitatore la coscienza della percezione dello spazio che si attiva, come affermava Bergson, nell’interazione tra le cose presenti e la memoria personale.