Marco Maraviglia //
Dorothea Lange, oltre 200 fotografie al Camera di Torino
Racconti di vita e di lavoro. Fino all‘8 ottobre in mostra una grande retrospettiva di Dorothea Lange
Migranti. Ci son sempre stati.
Da dove fuggono le persone, perché migrano, come vivrebbero se continuassero a restare nei loro territori? Facile dire «è la guerra e la povertà che li fanno andar via», ma dove sono i documentari che mostrano le vite all‘estremo di chi vuol scappare? Quante immagini riprese all‘interno dei centri d‘accoglienza abbiamo? Quante foto mostrano le condizioni di lavoro di chi ha lasciato famiglia e la propria terra? Esiste una filiera documentaria dal disagio in terra natia fino alla “sistemazione” finale del migrante?
Tra il 1931 e il 1939 in Canada e Centro America ci fu il Dust Bowl. Tempeste di sabbia causate da decenni di un‘agricoltura inadeguata. Mancanza di rotazione delle colture, terreni arati in profondità distruggendo l‘erba che garantiva idratazione e coesione. Terreni inizialmente fertili che si ridussero in polvere e sabbia e il forte vento ci mise il suo seppellendoli, devastando le case, i mulini, i granai furono abbandonati.
Ci fu un esodo di oltre mezzo milione di americani che restarono senza abitazione, senza terre e quindi senza più lavoro piombando nella totale povertà.
Dorothea Lange, proveniva dall‘esperienza di fotografa documentaria del periodo della Grande Depressione del 1929 che impattò economicamente anche sui ceti medi. Durante quel periodo immortalò gruppi di persone disoccupate in strada, gente che dormiva sull‘asfalto, senzatetto, file alle mense per poveri. Una tragedia umana i cui metodi di approccio per documentare con la fotografia gli effetti del Dust Bowl, furono analoghi.
Dorothea, con quel che divenne il suo secondo marito, Paul Taylor, iniziò a seguire l‘esodo da vicino per conto dello Stato della California. Le sue foto attirarono l‘attenzione del governo federale, che stava formando la Farm Security Administration (FSA) sotto il governo del presidente Roosvelt. L‘FSA faceva parte del programma New Deal, il piano economico per risollevare le popolazioni americane colpite dalla grande crisi.
Dorothea Lange lavorò quindi più volte per la FSA ed oggi ci ritroviamo un patrimonio fotografico che documenta la crisi di quegli anni e che in parte sono in mostra al Camera di Torino.
Chiediamoci quali governi oggi incaricano i fotografi per documentare le trasformazioni sociali, del territorio per opera dell‘uomo o della natura. Chiusa parentesi.
Migrant Mother scattata nel 1936 è l‘immagine più conosciuta di Dorothea Lange. Ormai un‘icona di quell‘album dell‘immaginario collettivo dove vi sono le foto più famose del mondo.
Una giovane donna che mostra più dei suoi 32 anni, un volto sofferto per il dramma di aver perso tutto e trovarsi in un presente incerto. Si intravede un bambino tra le sue braccia e altri due le stanno vicini sulle spalle. Con i volti girati. Forse perché consapevoli di essere diventati “diversi”. Catapultati in una in un‘altra realtà, difficile, improvvisamente nomade.
Un‘icona, sì, ma tra le foto di Dorothea Lange ve ne sono ben altre che raccontano quel periodo.
Fattorie abbandonate sommerse dalla sabbia, baracche costruite alla buona con arredamento minimo, migranti a piedi in lunghe strade nel deserto con bagaglio essenziale in spalla, un cartello pubblicitario sembra prendersi gioco di loro con il claim “nex time try the train”, intere famiglie accampate in vecchi furgoni…
Dorothea Lange nel 1919 aprì uno studio come ritrattista. E quindi nei suoi reportage non potevano mancare anche i ritratti delle vittime dell‘esodo del Dust Bowl e dei momenti epocali che cambiarono l‘assetto economico americano.
Sguardi senza gioia, in quei ritratti. Persi nel vuoto. Impercettibili accenni di sorrisi e dove una chitarra o cuccioli di cani possono dare un senso alla vita che sarà.
E forse quell‘abilità di empatia ritrattistica si è maturata in seguito a due eventi che la segnarono: la poliomielite che le procurò un deficit permanente a una gamba e il padre che abbandonò la sua famiglia quando aveva appena 12 anni.
È fotografia documentaria. Quella di Dorothea Lange di cui John Szarkowski disse «per scelta un‘osservatrice sociale e per istinto un‘artista».
Dorothea Lange (dal comunicato stampa)
(Hoboken, 1895 - San Francisco, 1965)
Dorothea Lange si avvicina alla fotografia nel 1915, imparandone la tecnica grazie ai corsi di Clarence H. White alla Columbia University. Nel 1919 apre il proprio studio di ritrattistica a San Francisco, attività che abbandona negli anni Trenta per dedicarsi a una ricerca di impronta sociale e a documentare gli effetti della Grande Depressione. Fra il 1931 e il 1933 compie diversi viaggi nello Utah, in Nevada e in Arizona. Nel 1936 si unisce alla Farm Security Administration (FSA). All‘interno di questo progetto epocale realizza alcuni dei suoi reportage più famosi, nonostante alcuni contrasti con Roy Stryker (a capo della divisione di informazione della FSA) in merito alle proprie scelte stilistiche. Nel 1940 ottiene un Guggenheim Fellowship (un importante riconoscimento concesso ogni anno, dal 1925, dalla statunitense John Simon Guggenheim Memorial Foundation a chi ha dimostrato capacità eccezionali nella produzione culturale o eccezionali capacità creative nelle arti.). All‘inizio degli anni Cinquanta si unisce alla redazione di Life e si dedica all‘insegnamento presso l‘Art Institute di San Francisco. Muore nel 1965, a pochi mesi dall‘importante mostra che stava preparando al Museum of Modern Art di New York. Fra le esposizioni più recenti si ricordano Politics of Seeing al Jeu de Paume di Parigi nel 2018 e Words & Pictures al MoMA nel 2020.
Dorothea Lange. Racconti di vita e lavoro
a cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi
Visitabile in contemporanea: FUTURES 2023: nuove narrative
a cura di Giangavino Pazzola
CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia
Via delle Rosine 18, 10123 - Torino www.camera.to
dal 19 luglio all‘8 ottobre
Orari di apertura (Ultimo ingresso, 30 minuti prima della chiusura)
Lunedì 11.00 - 19.00
Martedì chiuso
Mercoledì 11.00 - 19.00
Giovedì 11.00 - 21.00
Venerdì 11.00 - 19.00
Sabato 11.00 - 19.00
Domenica 11.00 - 19.00
Copertina:
Dorothea Lange Toward Los AngelesCalifornia, 1937 The New York Public Library | Library of Congress Prints and Photographs Division Washington
Foto sotto:
Dorothea Lange Destitute pea pickers in California. Mother of seven children. Age thirty-two. Nipomo, California, 1936 The New York Public Library | Library of Congress Prints and Photographs Division Washington