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Napoli | Giulio Paolini : L'Ora X. Né prima né dopo | Museo Archeologico nazionale
Fino al 18/01/2010
Le sue opere sono al MoMa, al Guggenheim di New York, alla Tate di Londra, al Pompidou di Parigi. Paolini è oggi il più stimato maestro dell'arte concettuale e adesso le sue opere si possono ammirare al Museo Archeologico di Napoli, nella sala della Meridiana. Di Napoli, dice che è una città straordinariamente aperta all'arte contemporanea, proprio perché poco vivibile e quindi più concentrata sul bisogno estetico, la necessità di bellezza che aiuta a vivere e offre un confronto. Il conforto dell'altre. La paragona alla Torino degli anni 60 in pieno boom industriale, quando non c'era neanche un luogo di ritrovo, un caffè o un circolo per gli artisti. Ma era piena di fermento. La mostra in questione verte soprattutto sui concetti complessi a cui l'artista non sa se tendere di più verso l'arte, in senso stretto, o il discorso sull'arte, sul passato o sul presente piuttosto che sull'avanguardia o sulla classicità. Fondatore dell'arte povera assieme a Pistoletto, Merz, Anselmo, Pascali, Penone, nel 1967 i suoi lavori furono riuniti in una mostra dal critico Germano Celant in una galleria di Genova assieme a Boetti, Fabro, Kounellis, Pascali. Esordisce nel '60 con Disegno geometrico, dove si limitava a squadrare con una matita una tela bianca. Poi continua sempre ad approfondire il discorso artistico, lontano dai clamori in cui l'arte contemporanea ormai vive. Lontano dagli Happening, dove si è consumata un' arte usa e getta, lontano dagli ambienti radical chic di alcuni grandi nomi, come le grandi vedettes dell'architettura e dell'arte. Oggi l'artista non è più "maledetto", sostiene, ma fin troppo "benedetto". Il pubblico è chiassoso, la cerchia è fin troppo allargata, ma siamo sicuri che comunque l'arte sia capita e apprezzata o ha solo valore di evento, valore di mercato? Oggi gli artisti sono delle superstar, più delle opere, mentre Giulio Paolini sostiene esattamente il contrario. In effetti, quando si legge un libro, si guarda un film o si è davanti ad un'opera d'arte visiva, l'autore deve essere dimenticato, e questo deve essere in grado di farlo l'opera stessa, per il suo valore intrinseco. Anzi, questo è proprio il valore primario dell'opera d'arte.