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Roma | Eduard Hopper
Fino al 13/06/2010
La mostra sul grande artista americano Eduard Hopper ( 1882-1967), approdata a Roma il 16 febbraio dopo aver avuto un enorme successo di pubblico al Palazzo Reale di Milano, ospita 160 opere nelle sale del Museo del Corso, Fondazione Roma. I dipinti sono corredati di disegni preparatori e in arrivo ci sono anche altri capolavori da musei americani. La mostra è curata da Carter E. Foster, che esplora tutta la produzione di Hopper e le sue tecniche anche attraverso un allestimento suggestivo. Infatti, all’ingresso i visitatori sono accolti da una scenografia che si ispira al bar raffigurato nel celebre dipinto-icona di Hopper, Nightwaks( 1942). Hopper è tra gli artisti americani del XX secolo il più popolare, indimenticabile per il modo in cui ha raffigurato la middle class americana, con la sua solitudine e alienazione. Hopper ha spesso utilizzato come unica modella sua moglie Josephine, interpretandone le nudità con un senso di straniamento, una sorta di natura distante e senza filtri. Le sue opere sono contraddistinte da un alone di silenzio e di freddezza, ma fortemente comunicativo, che racconta la vita di tutti i giorni senza epopee, fissando passato e futuro e rivelandone il mistero davanti ai nostri occhi, fissato sulla tela. Ecco alcune delle opere presenti alla mostra: Self-Portrait del 1925-1930 , The Sheridan Theatre (1937), New York Interior (1921 circa), Seven A. M. (1948); South Carolina Morning (1955), i Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e la bellissima Girlie Show (1941). La mostra è prodotta con il Comune di Milano – Cultura ed Arthemisia Group, in collaborazione con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation de l’Hermitage di Losanna.