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Milano | Armando Testa. Il Design delle idee
Fino al 13/06/2010
Nella “Milano da bere”, piena di eventi, di manifestazioni importanti legate all’arte, alla cultura e al design, alla creatività e alle idee, caratteristica peculiare delle menti più brillanti della penisola, non poteva mancare una mostra dedicata al grande creativo Armando Testa. Se c’è ancora qualcuno a cui questo nome non dice nulla, ricordiamo che Testa è stato l’inventore della pubblicità di Carmencita e del Caballero per lavazza, dell’Ippopotamo Ippo e di moltissimi spot per Carosello. Chi ha vent’anni oggi lo conosce magari per fama, ma può ancora capitare di vedere le sue vecchie pubblicità e i tanti personaggi da lui creati che ormai fanno parte di una mappa creativa esemplare del nostro paese. Non che qui si voglia accostare un creativo come Testa ad un artista vero e proprio, ma tra le idee e la creatività del grande pubblicitario c’è moltissima arte e il suo contrario. Ma, l’arte e le idee, non muovono il mondo? Nei lavori di Armando Tsta ci sono le idee, l’humus creativo e la sua opposizione, il suo stravolgimento, c’è la funzionalità accanto alla negazione dell’esteticità, c’è la descostruzione della funzione accanto ad un funzionalismo travestito da oggetto apparentemente inutile. Tenendo conto di questo, l’arte viene da sé. Armando Testa è stato un creativo geniale, paradossale, unico ed esemplare. La mostra, ospitata al PAC di Milano, il padiglione d’Arte Contemporanea ospita l’attività meno nota di Testa, quella di Designer, che getta una nuova luce sulle tante facce che compongono le sue ampie possibilità, evidentemente non completamente esplorate, sempre che questo sia possibile quando si parla di un creativo come lui. Testa, infatti, sfugge dal concetto tipico del pubblicitario, è stato un pubblicitario anomalo, un artista anomalo e un pubblicitario artista. Arte e pubblicità, per quanto la seconda saccheggi dalla prima a man bassa per i suoi scopi, non hanno quasi nulla in comune. Gli intenti sono troppo diversi. Armando Testa, però, aveva questo humus artistico che lo contraddistingueva e lo rendeva unico rispetto a molti suoi colleghi. Dalle lampadine-limone, alla mortadella usata come busta da lettera, dal ravanello trasformato in topo alla pubblicità con la sfera e la mezza sfera rosse del Punt e mes, fino al suo primo manifesto creativo del 1937. Tutto testimonia dell’unicità di Armando Testa, suggellato anche dal cortometraggio che Pappi Corsicato gli ha da poco dedicato, Povero ma moderno, presentato con successo e premiato alla Mostra Cinematografica di Venezia 2009, che resta una testimonianza importantissima dell’opera del maestro, della fantasia e dell’anticonformismo. La mostra è curata dalla moglie Gemma De Angelis Testa e da Giorgio Verzotti.