L’Alfa Romeo compie 100 anni e in suo onore, la Triennale di Milano, chiude il centenario con una mostra importante. Importante perché la storia dell’Alfa si intreccia con la storia quotidiana d’Italia, con la rappresentazione di un decennio per ogni sala. Dalle parole del curatore Francesco Casetti: “L’esposizione cerca di ricostruire il lessico dell’Italia novecentesca, in una dialettica continua tra contesto ed immaginario”. Perché il segno Alfa? Perché è il segno anche grafico che ha espresso visivamente un’epoca nel suo cambiamento, attraverso l’industria e la tecnologia, i pannelli e i cartelloni pubblicitari, le gigantografie di pagine di giornali che troviamo esposte alla mostra. In più, dipinti d’epoca e video che fanno comprendere l’importanza del “segno Alfa” nella mutazione della vita socio-culturale dell’epoca, spezzoni di film, pubblicità ed eventi che come un puzzle ricostruiscono la scena al cui centro, ma anche nei retrovia, troviamo lo stesso identico segno. Tra le sezioni estrapoliamo la BL Super Sport color metallo, un originale pezzo da museo per collezionisti, attorniato da cartelli pubblicitari di quegli anni e un De Chirico d’eccezione: “Interno magico” del 1927; in una teca si può ammirare una delle prime radio. E ancora: la 6C 1750 Gran Sport, stupenda e perfetta biposto bianca, accompagnata da un’opera inquietante di Sironi: “Composizione monumentale con statua equestre”. Per gli anni Quaranta troviamo come testimonial Alfa una Les Mans bordeaux e nelle teche, pagine di riviste illustrate al fianco di due opere di Fausto Pirandello. Per gli Anni Cinquanta, gli anni dell’haute couture, c’è la leggendaria Giulietta. Seguono nella sala centrale storici capolavori Alfa come la 15 HP Corsa, l’Alfetta del 1951 fino alla nuova Giulietta classe 10 giugno 2010, in ricordo della data di nascita a Milano (1910) dell’Anonima Lombarda Fabbrica Automobili, divisione del gruppo Fiat dal 1986. Con gli anni ’60 nasce la Giulia Sprint GTA ( chi non la ricorda?) affiancata dall’opera di riferimento del decennio “Autolavaggio mentale” di Valerio Adami, in cui si evince il cambiamento epocale con il cinema e la televisione che decretano la loro leadership visiva e comunicativa. E poi? Ci sono gli anni ’70, il terrorismo, i videogiochi, gli anni ’80, i pc, i socialnetwork e…la bicicletta, forse il mezzo del futuro, chissà. Si tratta di una mostra epocale, che riunisce arte, brand, industria, tecnologia, costume, insomma, qualcosa di realmente imperdibile in un luogo meraviglioso come ala Triennale di Milano. Da vedere ad ogni costo.