Ilas Web Editor //
Londra | Sargent and the Sea
Fino al 26/09/2010
Per il nuovo spazio aperto a Milano, in Via Stilicone 19, 2000 mq distribuiti su 4 piani, Lia Rumma inaugura con una mostra di Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo, 1940). La peculiarità di Spalletti è quella di aver creato un linguaggio sospeso tra pittura e scultura, rivolgendo una certa attenzione agli elementi spaziali e luminosi, ispirati all’astrazione moderna e alle geometrie rinascimentali. In questa mostra,l’artista pescarese condensa tutta la sua intensa poetica in venti opere recenti. Il suo lavoro è stato riconosciuto dai critici come la declinazione più originale dell’Arte povera. Nelle opere esposte non si vede una linea di demarcazione precisa tra le forme e il colore. Il colore predominante è l’azzurro, il suo preferito, proprio perché, come egli stesso dice è “ l’unico che non esiste in natura ma ci avvolge. Dal cielo al mare. Per questo assume la valenza simbolica dell’infinito.” Del rosa dice invece che lo usa perché è :” il colore dell’incarnato, quindi ha sempre la possibilità di trasformarsi a seconda della nostra emozionalità. Nel dormiveglia del mare troviamo il grigio argento”; mentre il grigio “è accoglienza, è un colore che si muove verso il bianco ma anche verso il nero, che offre la più alta qualità di tutti i colori.” Diverse le mostre personali dedicate a Spalletti da istituzioni prestigiose, tra gli altri, il Guggenheim Museum di New York, il Museo di Capodimonte a Napoli, Il Musée de Strasbourg, lo SMAK di Gent e il MUHKA di Anversa, la South London Gallery di Londra, il Musée d'Art Modern de la Ville de Paris, il Kunstverein di Monaco, il Museum Folkwang di Essen, la Henry Moore Foundation di Leeds, Villa Medici a Roma ed il Museum Kurhaus di Kleve. Diverse le partecipazioni a mostre internazionali, tra cui Documenta VII e IX a Kassel e la XL, XLIV, XLVI, XLVII Biennale di Venezia.
Damien Hirst è protagonista tra Montecarlo e Venezia con ben due mostre. La prima, Cornucopia, è ospitata fino al 30 settembre al Museo Oceanografico di Monaco, in occasione del centenario del museo. Qui sono esposte circa una sessantina di opere che ripercorrono la carriera di Hirst dal 1955 ad oggi. Ci saranno istallazioni, sculture, quadri in un dialogo serrato tra arte e scienza. La seconda mostra, Death in Venice, ospitata presso la Galleria Michela Rizzo di Venezia fino al 31 luglio, è un’esposizione con venti opere recenti dell’artista, tra cui una serie di sei teschi intitolati Dead, due grandi grafiche Sceptic e Faithles e un grande Spin painting (tele dipinte durante un movimento rotatorio). In particolare, le sue tecniche definite spin painting, sono realizzate dipingendo su una superficie circolare in rotazione come un vinile sul giradischi, mentre le spot paintings, consistono in righe di cerchi colorati spesso emulate dalla grafica pubblicitaria degli ultimi anni. Damien Hirst è uno degli artisti più controverso degli ultimi anni. Nel 1995 vince il Turner Prize dicendo di sé, in diretta televisiva: “ É incredibile dove si possa arrivare con un quattro in arte, un’immaginazione bacata e una sega elettrica”. Ottimo imprenditore di sé stesso, ha avuto moltissime stroncature ma le sue quotazioni sono state subito altissime. Di Lui colpisce in particolare la macabra miscela tra arte, scienza, ironia, sesso, satira e tecnologia con cui esplora tutte le tematiche dell’esistenza, a partire dal celebre squalo in formaldeide. La morte, in particolare, è sempre stata il tema centrale della sua poetica anche se in realtà, citando le sue stesse parole” le mie opere esprimono una preoccupazione per a vita….la società nasconde la morte sotto il tappeto. Per vivere è necessario invece affrontarla. E’ l’avvenimento più importante della vita”. Oggi, oltre ad essere tra gli artisti viventi più quotati, nonostante alcune sue opere, come gli Spin Paintings, non richiedono neanche il suo intervento diretto ( infatti basta mettere tele e colori su una specie di piatto del giradischi e accendere il motore, l’opera si autorealizzerà grazie alla forza centrifuga), è anche uno dei pochi artisti che Charles Saatchi ritiene che sarà presente nei libri di storia dell’arte in futuro: nel 2105, sostiene il celebre gallerista, quasi tutti gli artisti della seconda metà del ‘900 avranno una nota a fondo pagina, tranne Hirst, Pollock, Warhol e Judd.
Le fotografie di W.Eugene Smith ( Wichita, Kansas, 1918, Tucson, Arizona, 1978), maestro del fotoreportage del Novecento e le litografie di Joan Mirò. Il primo è al Camu ( Centri d’arte e musei ) di Cagliari. Con Smith possiamo contemplare le immagini dell’inventore di un linguaggio comunicativo, ovvero il saggio fotografico. Dopo di lui, i suoi moduli narrativi sono stati utilizzati migliaia di volte da altri fotoreporter, ma è a lui che si devono. Più reale del reale è la grande retrospettiva che unisce circa 150 scatti originali provenienti dal Center for Creative pothography di Tucson. Famoso reporter, grande collaboratore di Life, fu travolto da un’inesorabile ansia di perfezione, lavorò a lungo per un progetto sulla città di Pittsburgh e partecipò alle prime rivolte ambientaliste giapponesi con la nascita della sua ultima serie Minimata ( nome del villaggio di pescatori contaminato dagli scarichi industriali). Con UBU ROI (1966) litografie di Joan Mirò (Barcellona 1893 – Palma di Maiorca 1983) per la prima volta in Sardegna sono esposte 13 litografie del grande artista spagnolo che raccontano l’opera teatrale UBU ROI di Alfred Jarry. Presentata per la prima volta a Parigi nel 1986 si raccontano i primordi del movimento surrealista, con le sue provocazioni, assurdità, la farsa, la parodia e l’umorismo crasso e sbracato. Presso il Centro multimediale Arca del Tempo a Settimo San Pietro.
Musica Rock e arte. Alla Triennale si narra il felice connubio tra quei musicisti rock che si sono espressi attraverso le arti visive. Ci sono, tra gli altri, i dipinti fatti col sangue di Pete Doherty, le polaroid intime in bianco e nero di Patti Smith, i collage di Antony. Alcune sono icone del rock, come Alan Vega, Andy, Antony (Antony and the Johnsons), Bianca Casady (CocoRosie), Chicks on Speed, Devendra Banhart, Fischerspooner, Kyle Field, Patti Smith, Pete Doherty, The Kills, Herman Dune. Molti di loro sono nati artisti prima di darsi al rock. A fare da contorno, eventi e spettacoli che ruoteranno intorno all’iniziativa. La mostra è curata da Jérôme Sans, fondatore ed ex-direttore del Palais de Tokyo di Parigi, oggi direttore del Centro Ullens per l’Arte Contemporanea di Pechino.
Al MACA - Museo Arte Contemporanea di Acri è di scena uno dei maestri più rappresentativi dell’arte cinetica americana del XX secolo, Joël Stein. Un pezzo di storia dell’arte contemporanea importantissimo, che aiuta a comprendere le suggestioni, le correnti, le idee, la filosofia artistica dagli anni ’60 ad oggi. Dal periodo della fondazione del "Groupe Motus" al "Centre de Recherche d'Art Visuel", che diventerà poi Gruppo, Stein diventa teorico e curioso di diverse modalità espressive, attraverso oggetti manipolabili, scatole luminose, triedri, caleidoscopi, fino agli effetti speciali per il cinema di Henri-Georges Clouzot e per i servizi di ricerca dell'ORTF ( l'Ente Radiotelevisivo Francese). Tutto per spiegare il rapporto tra forme e colori, il significato profondo di questa connessione non solo visiva, ma fisica e cinetica ( Kinesis=movimento). Il gioco d’ombre, la moltiplicazione dell’esperienza, le pitture programmate su criteri matematici, gli intrecci, le progressioni cromatiche, i laser, tutto è esperienza, studio e ricerca. La ricerca tra l’oggetto e il soggetto, l’uomo e il mondo, il modo personale di vedere e la realtà attraverso infinite forme, relazioni che interessano l’artista, come colui che manipola, che attraverso l’esperienza crea un dato di fatto, che è comunque soggetto a cambiare continuamente, poiché sottoposto alle leggi naturali. In più, con grande piacere ci preme sottolineare come anche Acri, in Provincia di Cosenza, sia all’altezza dei più grandi musei odierni e con il suo Museo di Arte Contemporanea si renda protagonista del discorso artistico contemporaneo senza nulla da invidiare a New York, Londra o Milano.
Italy / Napoli
tel(+39) 0814201345
fax(+39) 081 0070569
Segreteria studenti segreteriailas
Italy / 80133 Napoli
Via Alcide De Gasperi, 45
Scala A
Plus del corso La migliore formazione ILAS
Prenota oraPlus del corso Formazione gratuita di alto livello
Prenota ora