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Milano | Salvador Dalì. Il sogno si avvicina
Fino al 30/01/2011
Dalì è colui che, a suo dire, aveva tanto da insegnare a Freud. Era anche colui che, sempre a suo dire, si differenziava da un pazzo semplicemente perché pazzo non era. Il mistero di Salvador Dalì ( Figueras, Catalogna, 1904-1989), a vent’anni dalla sua morte continua. Pazzo? Genio? Icona costruita ad hoc ( con il suo travestimento perenne mutuato alla figura fisica di Velasquéz), precursore di un’arte diffusasi in tutti gli anfratti visivi della comunicazione pop, precursore di Wahrol per l’impatto visivo e iconografico. Oggi Dalì è entrato a far parte più che mai della cultura visiva occidentale. Cartoons, video, film, pubblicità, manifesti, il richiamo non finisce mai. Anche i Simpson lo hanno più volte evocato, scimmiottando gli orologi che si sciolgono nel celebre La persistenza della memoria. Di certo onirico, surreale e mostruosamente geniale. Nella mostra di Milano, inaugurata a Palazzo Reale il 22 settembre, sono in mostra 50 opere che mettono in luce il rapporto tra il sogno e la memoria, assieme a materiale inedito sulla vita dell’artista. Ma c’è di più. Ci sono le scene originali realizzate da Dalì per il film Destino della Walt Diney rimasto incompiuto e vincitore del Festival di animazione Annecy nel 2003. Dalì, con il suo sapiente ( studiato, spontaneo, non importa ) mix di superba e insopportabile provocazione ( quando elogiava il dittatore Franco), dandismo, egocentrismo e visionarietà ai confini con la pazzia resta ancora oggi un artista impossibile da superare. La mostra è allestita dall’ architetto Oscar Tusquets Blanca, suo amico e collaboratore. Curata da Vincenzo Trione è realizzata in collaborazione con la Fondazione Gala-Salvador Dalí di Figueres ( sua ex casa) e si avvarrà di importanti prestiti provenienti da musei nazionali e internazionali quali la Fondazione stessa, il Dalì Museum di St. Petersburg in Florida, il Boijmans Museum di Rotterdam, l’Animation Reserch Library dei Walt Disney Animation Studios di Burbank in California, la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, il Mart di Rovereto e i Musei Vaticani. In più, per la prima volta la sala di Mae West verrà realizzata all’interno del percorso espositivo così come fu ideata dallo stesso Dalì. “Salvador Dalì. Il sogno si avvicina” si avvale di un comitato scientifico d’eccezione composto da studiosi di altissimo livello internazionale: Montse Aguer, direttore del centro di studi daliniani Hank Hines, direttore del Dalì Museum di St. Petersburg in Florida; Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani; Francisco Calvo Serraller, eminente studioso di arte moderna spagnola, e Robert Storr, curatore e critico statunitense decano della Yale School of Art. Una mostra da vedere quasi ad ogni costo, realizzata anche s soprattutto grazie al Comune di Milano – Assessorato alla Cultura e prodotta da Palazzo Reale con 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE.