Gabriel Orozoco è stato definito "uno dei più autorevoli artisti di questa decade, e probabilmente anche della prossima." Artista multidiscilpinare, grande viaggiatore, formatosi alla Scuola Nazionale di Arti Plastiche, presso la Universidad Nacional Autonoma de Mexico a Città del Messico e il Circulo de Bellas Artes de Madrid, Orozoco, classe 1962, si è ispirato molto al ready made di Duchamp. Ma non solo. La sua arte è in continuo movimento, le sue opere sono permeate da un vivido interesse per gli elementi del paesaggio urbano e del corpo umano, attraverso la contingenza( o accidentalità) quotidiana e familiare. Al Pompidou sono esposte 80 opere nella prima grande retrospettiva dedicata all'artista messicano. Poesia, paradosso, casualità, attraverso il superamento delle frontiere, artistiche e realistiche, sono al centro dell'arte di Orozoco., assieme al movimento, la circolarità, l'articolazione geometrica e organica, costanti che animano la sua ricerca plastica da almeno 20 anni. La mostra offre l'occasione di esplorare e di ricostruire il percorso creativo di Orozoco attraverso le sculture, le fotografie, oggetti riconfigurati, pitture geometriche, opere emblematiche e spesso inedite. Ogni oggetto è reinterpretato, trasformato, con economia di mezzi, ma in continuo movimento. Il risultato( se di risultato si può parlare) è un arte sensibile, sensuale e il movimento circolare fa pensare alla concezione marquéziana del "tutto gira in tondo", del ritorno al punto d'origine, pur muovendosi incessantemente, andando avanti, dovendo tornare indietro. Antica e nuova saggezza, fuse in un organismo unico, suscettibile di infinite variazioni