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Roma | SHEPARD FAIREY (OBEY)
A Private Collection
Fino al 24/02/2011
Si, Shepard Fairey è l’artista di Hope, celebre manifesto elettorale a favore di Obama. Nel 2008, il manifesto campeggiava su tutti i muri d’America, facendo conoscere al popolo mondiale il futuro presidente degli States. Ma Fairey non è solo l’artista di Hope. Per scoprirlo, basta dare un’occhiata alla mostra ospitata presso la Mondo Bizzarro Gallery, piattaforma per le arti ipercontemporanee del XXI secolo, a Roma. Oltre 60 opere, tra serigrafie e pezzi unici, con molti inediti per l’Italia. Ma Fairey è un’artista di nuova frontiera, proveniente dallo skatebording, ai confini con la pop art e spesso paragonato a Warhol, si è fatto artefice anche dell’etichetta Obey. C’è tutto il succo, l’essenza dell’arte popolare degli anni ’80-’90, intrisa di cultura dei ’70 ma finalizzata a diventare brand, icona pop, commerciale e commerciabile. Ma chi sono i soggetti preferiti di Fairey? Sono spesso coloro che appartengono all’America liberal e progressista, le donne guerrigliere, Angela Davis, il subcomandante Marcos. Non personaggi baciati dal successo, come faceva Warhol, ma logiche diverse accompagnano la decisone di ritrarre un personaggio piuttosto che un altro. Il richiamo è l'artista americana Barbara Kruger e i movimenti radicali degli anni Settanta, insieme alle influenze (dichiarate) di Heidegger e Marshall McLuhan. Fairey è l’esponente più conosciuto dell’Urban Art, assieme a Bansky. Uno dei pochi che raccoglie tutte le contraddizioni del sistema, un’esponente di spicco della controcultura americana, saldamente inserito nel circuito delle gallerie.