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Bologna e Milano |
Happy Tech, macchine
dal volto umano
Fino al 31/03/2011
Ma l’arte è visionaria? Che rapporto c’è tra l’arte e la scienza, l’intuizione artistica e il progresso scientifico? Si, l’arte è spesso, decisamente visionaria. Lo è anche neo confronti della scienza e magari me coglie aspetti sorprendenti, anticipa e prevede sviluppi futuri, anche se drammatici e catastrofici. La mostra che si snoda tra Palazzo Re Enzo a Bologna( 3-13 febbraio) per poi proseguire alla Triennale Bovisa di Milano( 23 febbario-31 marzo) propone il connubio arte e scienza in questo modo: ogni artista espone la sua opera in rapporto con un “exhibit scientifico” che consente di conoscere e provare una tecnologia legata al tema dell’opera. L’idea è “quella di offrire al visitatore la possibilità di guardare alla relazione uomo-tecnologia da due punti di vista, quello dell’arte e quello della scienza, insieme”. Ci sono le Macchine inutili di Bruno Munari ( approccio utopistico e spesso fiducioso ottimismo) e il video di Nam June Paik Global Guerre, che hanno in comune una visone di bellezza connaturata all’’elemento tecnologico. Ci sono gli archivi digitali e gli e-books di Candida Hofer versus la biblioteca dell’Archinginnasio di Bologna. Tra visoni fantascientifiche e tecnologie avveniristiche, eco design( il futuro?), le energie rinnovabili, internet, gli androidi, le città virtuali, tutto è un invito a guardare il futuro attraverso l’”alone” dell’arte. Affascinante, intrigante, divertente, istruttivo, magari anche un aiuto a non prendere la tecnologia troppo seriamente. *Tra gli artisti in mostra: Tony Cragg, Cao Fei, Martino Gamper, Rainer Ganahl, Candida Höfer, Alfredo Jaar, Thorsten Kirchhoff, Armin Linke, Vik Muniz, Mark Napier, Tony Oursler, Pipilotti Rist, Thomas Ruff, Tom Sachs, Bill Viola.