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CHAN presenta
Marco Lampis
20/11/2011
Una straordinaria occasione per vedere dal vivo le opere di Vera Lutter quella offerta da Alfonso Artiaco, con la mostra dedicata all'artista tedesca in programma a Napoli dal 27 ottobre fino al 10 dicembre 2011.
Indian Highway è una rassegna collettiva itinerante che presenta, attraverso una vasta scelta di opere, il panorama complessivo della scena artistica indiana contemporanea.Esposta per la prima volta alla Serpentine Gallery di Londra nel 2009, Indian Highway ha toccato prestigiose sedi internazionali fino ad arrivare al MAXXI, per concludersi a Nuova Delhi nel 2013. In ogni tappa, la mostra assume una sua particolare fisionomia, con opere pensate ed esposte appositamente per l’occasione. La mostra al MAXXI rappresenta quindi un’emozionante e attesa opportunità per conoscere l’innovativa ricerca artistica indiana e costituisce il primo approfondimento affrontato da un museo italiano sull’arte di questo affascinante paese. (Dal sito del MAXXI).
Com’era l’arte a Berlino negli anni’80, fino al 9 novembre 1989? La caduta del muro ha sancito la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova Germania, il cui cuore è, appunto Berlino. Berlino è, infatti, da allora, centro propulsore dell’arte, fucina di nuovi talenti e artisti, matrice e complice della libertà d’espressione di tutti. Un po’ grazie ai vecchi edifici riutilizzati come officine artistiche, un po’ grazie allo spirito di accoglienza e di apertura della città, ai prezzi bassi, tutto contribuisce a fare di questa città un centro aggregatore per nuove idee e nuovi trend mondiali. Il Marca di Catanzaro dedica un’interessante mostra al “centro d’Europa”, a Kreuzberg a i suoi quartieri popolari, all’arte viva che trasuda al di qua e al di la del muro, nel “Kreuzberg Mishung”, il miscuglio di Kreuzberg, tra musica, pittura e cinema. Da qui partono alcuni artisti berlinesi, con la loro carica trasgressiva e provocatoria, segno distintivo di un’epoca, gli anni ’80, che vissero profonde trasformazioni. I tratti sono provocatori, la matrice neoespressionista. Una Berlino minacciosa e claustrofobica sullo sfondo, con la musica Rock e la cultura punk, dove tutto assume un connotato politico. La mostra si racconta attraverso pitture, fotografie, disegni. Oltre 70 opere, con il racconto di un sogno, un ideale, che si propagò in tutta Europa, soprattutto Spagna, Inghilterra, Italia, con la transavanguardia guidata da Bonito Oliva, culminante nelle Biennale di Venezia. Espongono Rainer Fetting, Helmut Middendorf, Salomé, Bernd Zimmer, rapportati ai loro predecessori Georg Baselitz, Karl Horst Hödicke, Bernd Koberling e Markus Lüpertz.
Chi non vorrebbe visitare, almeno una volta nella vita, gli studios di Cinecittà? Quella che Fellini definì, tra gli altri, la fabbrica dei sogni. Ci sono le scene, i costumi, i set e i personaggi e non da ultimo, i provini. I provini degli attori poi diventati famosi. Attori di una volta, ma anche attori di oggi, come Riccardo Scamarcio. Usciti direttamente dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Gli studios di Cinecittà aprono per la prima volta al pubblico in un’affascinante percorso espositivo, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Il percorso si snoda attraverso lo studio di ogni fase di realizzazione del film: dalla sceneggiatura alla post produzione, attraverso il lavoro e i mestieri che ruotano intorno alla realizzazione del film, dalla a alla z. Molti gli spazi aperti, dalla Palazzina Fellini al set che Scorsese ha utilizzato per il film Gangs of New York, fino al Viale Broadway. In più, uno spazio ad hoc per i bambini, per sperimentare e divertirsi con la settima arte.
In occasione della pubblicazione del libro La bambina buona pubblicato da Sonzogno di Marsilio Editori, il Laboratorio d’arte presenta un’installazione site specific di Chiara Rapaccini, in arte Rap. Artista, scrittrice, illustratrice e designer, nota per lo stile sintetico e i colori forti, contrastati e spudorati, Rap cambia toni e timbro e mette in scena le pagine del suo primo romanzo illustrato per adulti.I personaggi e le storie escono dalle pagine del libro per irrompere nell’Atelier del Palazzo delle Esposizioni. Foto d’epoca su tela per una galleria di ritratti di famiglia sbiaditi e corrosi dal tempo su cui l’artista interviene con il suo tratto pungente. Insieme schizzi e disegni, appunti, oggetti degli anni ‘50-’60. Il colore tanto caro a Rap cede il passo ai toni del bianco, del nero e del grigio che dialogano con le vecchie foto. Dove Rap sembra cedere alla malinconia, i suoi balloon e i dialoghi tracciati a tempera, ironici e irriverenti come certa arte di strada dei taggers di periferia, ce la fanno riconoscere nella sua graffiante ambiguità di matura pittrice bambina.
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