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Mostre ed eventi // Pagina 115 di 230
06.11.2012 # 2744
Bridget Baker - The Remains of the Father. Fragments of a Trilogy

Daria La Ragione //

Bridget Baker - The Remains of the Father. Fragments of a Trilogy

a Bologna fino al 6 gennaio 2013

Nell’ambito della sua prima personale in Italia promossa da MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna dal 28 ottobre 2012 al 6 gennaio 2013 negli spazi espositivi della Collezione Permanente, l’artista sudafricana Bridget Baker presenta in anteprima assoluta l’opera video The Remains of the Father – Fragments of a Trilogy (Transhumance) (2012, 24’).
Fortemente influenzata dalla sua vicenda biografica di sudafricana bianca cresciuta durante e
dopo l’Apartheid, Bridget Baker indirizza la propria ricerca verso l’esplorazione delle dinamiche di potere e dominazione tra i popoli, inserendosi all’interno di quelle esperienze, sempre più numerose nella produzione artistica attuale, che si interrogano sulla legittimità dell’eredità storica e delle sue fonti ufficiali per metterne in discussione i codici di interpretazione.
The Remains of the Father – Fragments of a Trilogy (Transhumance), da cui trae titolo il progetto espositivo a cura di Elisa Del Prete, rappresenta la prima parte di una trilogia in cui l'artista intraprende un percorso di riflessione su un tema ancora scarsamente indagato dalla
storiografia italiana quale la storia coloniale in Eritrea durante il regime fascista.

06.11.2012 # 2743
Bridget Baker - The Remains of the Father. Fragments of a Trilogy

Daria La Ragione //

1944 - Man Ray

a Milano fino al 24 novembre 2012

1944 è il titolo del romanzo, anno in cui il mondo è ancora teatro della terrificante Seconda Guerra Mondiale; di solito nei titoli delle sue opere Man Ray è sempre stato molto più originale, ma probabilmente l’artista intuisce l’importanza che quell’anno avrebbe rivestito per il corso della storia, intravedendo la fine della guerra e con essa l’illusione di un mondo più sicuro. In occasione della pubblicazione del libro, la Fondazione Marconi presenta una mostra con alcune opere di Man Ray realizzate nel periodo in cui è stato scritto 1944. Nel 1940 Man Ray è costretto ad abbandonare Parigi e a rifugiarsi a Los Angeles, dove incontra personalità importanti, ottiene riconoscimenti e diverse mostre e qui soprattutto conoscerà Juliet Browner, sua musa, modella e dal 1946 moglie a cui dedicherà la bellissima serie di fotografie The Fifty Faces of Juliet, di cui alcune sono presentate in mostra.




06.11.2012 # 2739
Bridget Baker - The Remains of the Father. Fragments of a Trilogy

Daria La Ragione //

Logo di Certaldo, borgo medioevale di Giovanni Boccaccio

scadenza 30 novembre 2012

Il Comune di Certaldo indice un concorso artistico per la realizzazione del logo identificativo del paese che contenga la frase: “Certaldo, borgo medioevale di Giovanni Boccaccio”.
La partecipazione al concorso è gratuita ed è rivolta a tutti, studenti degli Istituti Superiori ed Università ad indirizzo artistico (Istituti d’arte, Licei artistici, Scuole do Grafica, I.S.I.A., ecc.), Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. È ammessa la partecipazione anche di altre figure professionali, come grafici, pubblicitari, artisti, ecc..
Il logo sarà utilizzato come segno distintivo del Comune di Certaldo su tutto ciò che riguarda la comunicazione e la promozione turistico-culturale, e sarà valutato secondo le caratteristiche di:
− Originalità, riconoscibilità, efficacia. Tali caratteristiche devono rimanere inalterate sia procedendo ad ingrandimenti o ridimensionamenti d’immagine.
− Economicità di realizzazione e gestione.
− Riproducibilità su tutti i tipi di supporto e media.


30.10.2012 # 2728
Bridget Baker - The Remains of the Father. Fragments of a Trilogy

Daria La Ragione //

CHANGING DIFFERENCE QUEER POLITICS AND SHIFTING IDENTITIES - PETER HUJAR, MARK MORRISROE, JACK SMITH

a Modena fino al 27 gennaio 2013

Inaugura il prossimo 20 ottobre alle 18.00 nelle sedi espositive della Galleria civica di Modena, Palazzo Santa Margherita e Palazzina dei Giardini, la mostra "Changing Difference. Queer Politics and Shifting identities", a cura di Lorenzo Fusi, curatore della Biennale di Liverpool.
Organizzata e coprodotta dalla Galleria civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con il sostegno dell'Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, la mostra, in partnership con Gender Bender, il festival internazionale che presenta al pubblico italiano gli immaginari prodotti dalla cultura contemporanea, legati alle nuove rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale (10 edizione, Bologna 27 ottobre-3 novembre 2012), prende in esame il lavoro di tre influenti artisti, image-maker e operatori della cultura underground tracciando paralleli ed evidenziando analogie, pur nel rispetto dell'individuale sensibilità artistica di ciascuno dei protagonisti.
Hujar, Morrisroe e Smith si muovono all’interno del difficile territorio che separa la visibilità e l’assimilazione della “differenza”. La loro opera mette in risalto i rischi che il fondere arte e vita, ricerca formale e lotta politica, comporta. Il loro agire diventa sempre più urgente con l’approssimarsi dell’AIDS, ma di fatto traccia una complessa parabola che parte dagli anni Sessanta per arrivare alla fine degli anni Ottanta. L’America e, in particolare New York, fanno da sfondo a queste storie che si intersecano di fronte al colpevole disinteresse di una classe politica (l’amministrazione Reagan), che rifiuta di riconoscere quei diritti civili che la gravità dell’emergenza sanitaria associata alla nuova epidemia mette drammaticamente in evidenza.
Le opere di Hujar e Smith verranno distribuite nei due livelli di Palazzo Santa Margherita (un artista per piano) in una narrazione visiva che, se per Hujar si concentra esclusivamente sulle straordinarie foto in bianco e nero, tra cui la serie dedicata alle catacombe di Palermo e gli intensi ritratti di David Wojnarowicz (fotografo e scrittore americano, morto di AIDS a 37 anni, nel 1982), per Smith predilige i film e una cospicua antologia di immagini presentate nella forma dello slide-show, anche se non manca una misurata selezione di bianconeri.
I circa 240 lavori del più giovane, Mark Morrisroe, saranno invece esposti alla Palazzina dei Giardini.
 
L’opera dei tre artisti accompagna lo spettatore in un percorso fatto di opposti che si integrano: arte aulica e arte popolare, banale ed elegiaco, trash e raffinatezza, vita e morte. In sintesi l’itinerario suggerito è quello di un viaggio attraverso i generi – maschile, femminile e transgender – e gli orientamenti sessuali – eterosessualità, omosessualità e bisessualità – così come sono stati raccontati dai film d’essai, dai b movies, dalla pornografia, dalla cultura underground e da quella tradizionale. Il problema dell’AIDS, inoltre, caratterizza pesantemente la vita e il lavoro di questi artisti: il loro vibrante, tragico e spesso ironico operare fa trasparire, oggi ancora più nettamente, le loro problematiche più autentiche, come il rifiuto di essere ‘normalizzati’, istituzionalizzati o trasformati in qualcosa di esotico.
Al di là delle facili apparenze il denominatore comune che tiene assieme Hujar, Morrisroe e Smith è la capacità di catturare le sfumature più volatili della personalità (la propria e quelle altrui). L’evidente vena edonistica e ironica che permea la maggior parte delle loro realizzazioni, non impedisce infatti il palesarsi di un’esplicita dichiarazione di intenti, una sorta di manifesto programmatico, e ancora più spesso la ricerca di un amore incondizionato.


30.10.2012 # 2727
Bridget Baker - The Remains of the Father. Fragments of a Trilogy

Daria La Ragione //

PROSPETTIVE DI FUTURO. Merano 1945-1965

a Merano fino al 6 gennaio 2013

Merano Arte, per la cura del Professor Markus Neuwirth dell'Istituto di Storia dell'Arte dell'Università di Innsbruck e di Ursula Schnitzer di Merano Arte, con il contributo dello storico meranese Tiziano Rosani, presenta dal 29 settembre 2012 al 13 gennaio 2013 “Prospettive di futuro. Merano 1945-1965”, una mostra che ritrarrà il panorama artistico e culturale della città nel ventennio tra il 1945 e il 1965.
 
I due decenni successivi alla conclusione del secondo conflitto mondiale segnano uno dei periodi più ricchi di tensioni e contrasti della storia della città di Merano. Da una parte un sentire nuovo e d'avanguardia, dall'altra una certa malinconia per il tempo perduto, hanno condizionato fortemente molti ambiti della vita cittadina. Merano era stata città lazzaretto per reduci di entrambi i fronti, e questo suo ruolo l'aveva risparmiata dai feroci bombardamenti. Si poteva quindi ricostruire partendo da condizioni più favorevoli. Tuttavia non fu un inizio privo di ostacoli: la posizione internazionale a lungo dibattuta dell'Alto Adige, e della stessa vicina Austria fino al 1955, non ebbero influenze di poco conto e le tensioni che ne scaturirono culminarono nell'esplosione del terrorismo di cui la notte dei fuochi del 1961 fu il culmine e segnò un nuovo punto di svolta.
Il periodo in esame, in particolare la seconda metà degli anni Cinquanta e la prima degli anni Sessanta, si è contraddistinto altresì per un impressionante fervore culturale, che ha visto la realizzazione di una serie di mostre di notevole rilevanza (Picasso, Pollock, Ernst per citarne solo alcune), organizzate e sostenute con lungimiranza dall'allora direzione dell'Azienda di Soggiorno. L'attenzione dell'ente turistico alla creazione di un'immagine di Merano imperniata sulla cultura ha portato nella città termale artisti e intellettuali di fama internazionale (da Peggy Guggenheim a Ezra Pound), che hanno creato i presupposti di scambio e confronto con la realtà locale e posto le basi per una rottura con gli stilemi più accademici e tradizionali.


30.10.2012 # 2725
Bridget Baker - The Remains of the Father. Fragments of a Trilogy

Daria La Ragione //

WASSILY KANDINSKY. Dalla Russia all'Europa

a Pisa fino al 3 febbraio 2013

Dal 13 ottobre 2012 al 3 febbraio 2013, circa cinquanta opere del maestro russo, padre dell’astrattismo, provenienti dal Museo di Stato di San Pietroburgo e da altri importanti musei russi, consentiranno di percorrere il cruciale ventennio compreso tra il 1901 ed il 1921.
Dopo le mostre dedicate a Chagall, a Mirò e a Picasso che hanno portato a Pisa oltre 250.000 visitatori in tre anni, BLU | Palazzo d’arte e cultura apre le sue porte, dal 13 ottobre 2012 al 3 febbraio 2013, all’arte di WASSILY KANDINSKY.
 
La rassegna presenterà un Kandinsky inedito per l’Italia, attraverso cinquanta opere, appartenenti al periodo russo del padre dell’astrattismo, ascrivibile tra il 1901 e il 1921, anno in cui fu costretto ad abbandonare per sempre la Russia Sovietica, che pure aveva sostenuto nei primi anni della rivoluzione, per accettare l’incarico offertogli da Walter Gropius di dividere con Paul Klee l’insegnamento al Bauhaus.
I capolavori di Kandinsky, provenienti dal Museo di Stato di San Pietroburgo e da altre importanti istituzioni pubbliche russe (come il Primorskaya State Picture Gallery di Vladivostok, il Museum Complex of Tiumen Region di Tiumen, il Vrubel Region Museum of Fine Arts di Omsk, il Surikov Art Museum di Krasnoyarsk, lo State Art Museum di Nizhny Novgorod, lo State Museum of Fine Arts of the Tatarstan Republic, Kazan), oltre che dal Centre Pompidou di Parigi e da collezioni private, ricostruiranno la storia e le origini della sua arte e saranno messi a confronto con i dipinti di altri membri dell’avanguardia tedesca e russa di inizio ‘900 (Gabriele Munter, Alexej Jawlensky, Marianne Werefkin e Arnold Schonberg) e con manufatti dell’arte popolare russa.
 

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