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Mostre ed eventi // Pagina 113 di 230
26.11.2012 # 2772
Schwarze Tomaten, oder schiffbruch

Daria La Ragione //

Schwarze Tomaten, oder schiffbruch

a napoli fino al 13 gennaio 2013

Nasce per scomparire alle intemperie dell'autunno napoletano l'installazione dal titolo "Schwarze Tomaten, oder schiffbruch". L'opera a firma di due artisti irpini, Pietro Marino ed Alessandra Lanzetta. La descrizione dell'opera, che sarà collocata sulle terrazze del PAN sporgenti sulla splendida via dei Mille, è di relativa semplicità.
 
Come annuncia il titolo in lingua tedesca, il lavoro è la messa in scena simbolica di un naufragio, rappresentato a mezzo di pomodori d'argilla e figure in materiali eterocliti: filo di ferro, conchiglie, ossi di seppia, fossili, attrezzi di varia forma e funzione. Tutta la superficie espositiva, di fondo bianco, sarà occupata da circa milleottocento oggetti, di colore nero lucido, i quali essendo in materiale deperibile andranno nel corso dei prossimi mesi scomparendo. È questa una drammatizzazione del tema pertinente il senso profondo dell'opera.
 
Gli autori hanno inteso mostrare il disfarsi dei protagonisti, i naufraghi di ogni tempo, scomparsi in mare. Punto di partenza della ricerca che Marino e Lanzetta propongono è il noto" Cratere del naufragio" del Museo ischitano di Pithecusa, ospitato presso la Villa Rizzoli nel Comune di Lacco Ameno. Le terribili immagini dell'antico vaso, datato duemila settecento anni, sono lo slancio per un ripensamento nella modernità, di un tema non riducibile: il viaggio e il naufragare.

27.11.2012 # 2775
Schwarze Tomaten, oder schiffbruch

Daria La Ragione //

Capogrossi. Una retrospettiva

a Venezia fino al 10 febbraio 2013sottotitolo

Questa attesa antologica rende omaggio a uno dei protagonisti assoluti della scena artistica del secondo dopoguerra, presente nelle collezioni della Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York fin dal 1958 con l'acquisizione della tela Superficie 210 (1957). Una retrospettiva unica e completa che, partendo dall'analisi del rigore del segno giunge alla grande orchestrazione del segno-colore, tracciando l'evoluzione della complessa vicenda pittorica dell’artista e di quel suo alfabeto, che, nelle sue più svariate interpretazioni, ha fatto identificare Capogrossi con il gusto di un'epoca, di un'Italia fiorente e ottimista, colta nel pieno del boom economico dei "meravigliosi" anni '50 e '60. Realizzata in collaborazione con la Fondazione Archivio Capogrossi, Roma, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la mostra ricostruisce l'iter artistico di Giuseppe Capogrossi (1900–1972), con oltre settanta opere, tra dipinti e lavori su carta, che spaziano dai capolavori figurativi degli anni '30, con tele come I canottieri (1933), Il temporale (1933), La piena sul Tevere (1933), ai grandi formati degli anni '60, quali Superficie 399 (1961) e Superficie 449 (1962), dominati dal suo simbolo archetipo e originario. Rintracciati dopo lunghe ricerche, i lavori in mostra provengono da collezioni private e importanti musei, tra cui il Centre Georges Pompidou di Parigi, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, il Mart di Rovereto, la Galleria d'Arte Moderna di Torino, oltre al Solomon R. Guggenheim Museum di New York.

L'esposizione è accompagnata da un'esaustiva pubblicazione, un nuovo studio monografico a cura di Luca Massimo Barbero, edito da Marsilio Editori. Realizzato in collaborazione con la Fondazione Archivio Capogrossi, in doppia edizione italiana e inglese, il catalogo raccoglie undici saggi che riscostruiscono in modo attento e puntuale il percorso artistico di Capogrossi.

27.11.2012 # 2774
Schwarze Tomaten, oder schiffbruch

Daria La Ragione //

Collezione Hannelor B. e Rudolph Schulhof

a Venezia fino al 10 febbraio 2013

L’arte è quasi una religione. È ciò in cui credo. È ciò che dà alla mia vita una dimensione oltre il mondo materiale in cui viviamo.
Hannelore B. Schulhof

Da ottobre la Collezione Peggy Guggenheim accoglie 83 preziosissime opere d’arte italiana, europea e americana del secondo dopoguerra, lascito della collezionista americana Hannelore B. Schulhof e del marito Rudolph B. Schulhof, e proprio per volontà della Sig.ra Schulhof le opere donate alla Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York sono destinate a rimanere esposte in maniera permanente a Palazzo Venier dei Leoni, accanto ai grandi capolavori collezionati da Peggy Guggenheim.

Hannelore e Rudolph Schulhof hanno condiviso con Peggy, conosciuta nel 1954 alla Biennale di Venezia e di cui ammiravano lo spirito affine al loro, la convinzione che dovessero collezionare le opere del loro tempo e riuscirono in questo con la stessa passione, dedizione e lungimiranza che avevano animato Peggy. Afro, Alberto Burri, Alexander Calder, Giuseppe Capogrossi, Willem de Kooning, Lucio Fontana, Jean Dubuffet, Jasper Johns, Donald Judd, Mark Rothko, Claes Oldenburg, Frank Stella, Cy Twombly, Andy Warhol, Sol Lewitt, Anish Kapoor sono alcuni degli artisti che grazie al lascito Schulhof arricchiscono la collezione della mecenate americana. Opere del movimento Color field, della Pop art, della Minimal art, insieme ad altri dipinti e disegni europei del secondo dopoguerra si trovano esposti accanto ai capolavori del Cubismo, Astrattismo, Surrealismo ed Espressionismo astratto americano, arrivando a lambire i confini della produzione artistica degli anni ’70 e ’80 del Novecento. Si tratta di lavori che mantengono vivo quel dialogo tra America e Europa, denominatore comune delle collezioni di Peggy e Hannelore B. Schulhof.

27.11.2012 # 2773
Schwarze Tomaten, oder schiffbruch

Daria La Ragione //

NINa - Nuova Immagine Napoletana

a Napoli fino al 13 gennaio 2013

L'Accademia di Belle Arti di Napoli in collaborazione con il Comune di Napoli - Assessorato alla Cultura presenta negli spazi istituzionali del PAN - Palazzo delle Arti Napoli - la mostra NINa - Nuova Immagine Napoletana a cura di Giovanna Cassese, Marco Di Capua, Francesca Romana Morelli e Valerio Rivosecchi realizzata con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Ministero dell'Istruzione, dell'Univerisità e della Ricerca.
A partire dal prossimo 21 novembre l' edificio storico di Palazzo Roccella sarà invaso da NINa acronimo di Nuova Immagine Napoletana, che nasce all'Accademia di Belle Arti di Napoli con la volontà di segnalare punte d'eccellenza della giovane arte partenopea. La mostra intercetta a largo raggio ciò che di qualitativamente importante è maturato all'interno della formidabile azione formativa di scuole e di laboratori dell'Accademia, che poi si impone sul campo della creatività attuale. Ne raccoglie la molteplicità dei linguaggi e la varietà tecnica e stilistica, includendo dipinti, sculture, installazioni, performance, fotografie, video. Come singoli protagonisti di un unica grande storia i lavori degli artisti raccontano gli sviluppi dell'arte contemporanea, originando un racconto che offre una nuova immagine artistica napoletana, affiancandosi in tal modo all'opera di chi va rinnovando la letteratura, il cinema ed il teatro partenopei. NINa è pertanto punto di arrivo di un ampio processo di crescita culturale ed allo stesso tempo punto di partenza di una nuova generazione dell'arte, confine tra ciò che oggi è e ciò che potrebbe essere domani.
 A supporto del progetto scientifico della mostra, la scelta dello spazio espositivo risulta precisa e coerente, il PAN- Palazzo delle Arti Napoli per precisa volontà dell'Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli si propone infatti come luogo dei linguaggi del contemporaneo riservando particolare attenzione ai contributi ed alle iniziative culturali nate dal territorio e proiettate su scala nazionale. L'Accademia si conferma istituzione culturale complessa e polivalente, protagonista nel complesso sistema dell'arte contemporanea, capace di fare rete, punto di riferimento per il dibattito sulle arti, il cui fine è la formazione degli artisti del futuro, attraverso la ricerca, la didattica e la produzione, nonché la valorizzazione del suo grande patrimonio di beni materiali e immateriali, del suo know-how, dei suoi maestri e dei suoi talenti.
L'evento espositivo vedrà la partecipazione di 44 artisti con 84 lavori: Afterall , Celesta Bufano, Iole Capasso, Diego Cibelli, Mary Cinque, Chiara Coccorese, Cristina Cubani, Emmanuele De Ruvo Michelangelo Della Morte, Paolo Dell'Aquila, Daniela Di Maro, Adelaide Di Nunzio, Giovanni D'Onofrio, Assunta D'Urzo, Alfonso Fraia, Barbara La Ragione, Christian Leperino, Federico Lombardo, Loris Lombardo, Sandro Maddalena, Domenico Antonio Mancini, Salvatore Manzi , Maram, Gianluigi Maria Masucci, Mediaintegrati, moio&sivelli, Alessio Padano, Carlo Alberto Palombo, Alessandro Papari, Neal Peruffo, Walter Picardi, Paolo Puddu, Francesca Rao, Marco Romano, Raffaella Romano, Anna Maria Saviano, Maria Raffaela Scalfati, Carlotta Sennato, Vincenzo Spagnolo, Paula Sunday, Salvatore Tulipano, Valerio Veneruso, Ciro Vitale, Elpidio Ziello, selezionati secondo il criterio della qualità delle opere e confermando ancora una volta la semplice constatazione di come sia vero che attorno ai primi anni di un secolo ruotino le maggiori novità che lo segnano. La selezione dei nomi e delle opere presenti è avvenuta in un assoluto spirito di indipendenza rispetto a eventuali indicazioni del mercato, delle gallerie, dei musei - tessuto vitale della Napoli contemporanea - per focalizzarsi su artisti, che benché già protagonisti sulla scena italiana, o addirittura internazionale, rappresentano realmente delle energie nuove, delle autentiche forze emergenti.
 Durante la mostra saranno organizzati una serie di eventi collaterali: incontri con artisti, galleristi, scrittori, critici, cineasti, protagonisti di una più generale NUOVA IMMAGINE NAPOLETANA.
Catalogo edito da Arte'm con i contributi di: Luigi De Magistris, Sindaco di Napoli, Antonella Di Nocera, Assessore alla Cultura del Comune di Napoli, Sergio Sciarelli, Presidente dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, Giovanna Cassese, Direttore dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, Marco di Capua, Valerio Rivosecchi, Francesca Romana Morelli.

27.11.2012 # 2771
Schwarze Tomaten, oder schiffbruch

Daria La Ragione //

Movimenti per la fotografia

a Napoli fino al 16 dicembre 2013

MOVIMENTI PER LA FOTOGRAFIA - Festival internazionale dell'immagine contemporanea e della fotografia d'autore, nasce per riempire questo vuoto attraverso un'attività culturale e didattica che si snoda durante tutto l'anno.
Nasce con l'esigenza di far dialogare e creare sinergie tra la fotografia e i vari linguaggi artistici. Nasce per creare relazioni tra le strutture espositive esistenti, pubbliche e private, scambi artistici e culturali tra la Campania, l'Italia e gli altri Paesi. Nasce come percorso che si pone l'obiettivo di analizzare e documentare gli aspetti contemporanei e antropologici del territorio campano, e metterlo a confronto con realtà apparentemente distanti da noi, portare allo scoperto realtà artistiche sommerse, creare progetti visivi e culturali che possano aggregare cittadini comuni, operatori delle arti visive, artisti e appassionati.
Il Festival non vuole essere solo una macro vetrina di belle foto e di autori più o meno importanti, ma un percorso di crescita e di analisi sulle potenzialità artistiche e narrative della fotografia e dell'immagine contemporanea, una metodologia di lavoro capace di valorizzare modelli e processi creativi, codificare tendenze, stabilire una continuità con le produzioni del passato, digitalizzare idee...
 
In questa prima edizione il Festival affronta un tema che, mai come in questo momento storico, è necessario analizzare, studiare, e mostrare: "identità e territorio".
Il Festival prevede un percorso di mostre con artisti di fama internazionale (come Jan Saudek, Irina Ionesco, Francesco Cito, Sandy Kim, ed esponenti della Fotografia di San Pietroburgo), eventi, artistic talks con fotografi affermati, letture di portfolio, video e videoinstallazioni e workshop, oltre a progetti mirati sul territorio, come documentari e mostre iconografiche.

27.11.2012 # 2769
Schwarze Tomaten, oder schiffbruch

Daria La Ragione //

Digital Life 2012 - Human Connections

a Roma fino al 10 gennaio 2013

La terza edizione della rassegna dedicata alle connessioni fra i linguaggi artistici contemporanei e le nuove tecnologie. L’iniziativa intende indagare, attraverso un’ampia mostra - divisa in due sezioni - e una nutrita serie di appuntamenti, le relazioni fra arti visive e arti sceniche e il modo in cui, tramite le tecniche digitali e i nuovi media, gli artisti della scena migrano negli spazi espositivi e gli artisti visivi irrompono sui palcoscenici.

Il progetto è ideato e creato dalla Fondazione Romaeuropa in partnership con Telecom Italia, promosso dalla Regione Lazio in collaborazione con Filas - Società per lo sviluppo laziale e con Arcus - Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo, e realizzato insieme a MACRO - Museo d’Arte Contemporanea Roma e al Comune di Roma.
Il Comitato Scientifico è composto da: Monique Veaute, Presidente della Fondazione Romaeuropa Arte e Cultura; Bartolomeo Pietromarchi, Direttore MACRO; Fabrizio Grifasi, Direttore Fondazione Romaeuropa Arte e Cultura; Sandrini Mini, Addetto Culturale Ambasciata di Francia; Susanne Höhn, Direttore Goethe Institut; Alison Driver, Direttore Dipartimento Arti visive del British Council; Anna Lea Antolini, Consigliere Artistica danza italiana Fondazione Romaeuropa Arte e Cultura; Daniele Spanò, Consulente Artistico Fondazione Romaeuropa Arte e Cultura; Francesco Dobrovich, Direttore Esecutivo NUfactory.

La rassegna si articola in tre spazi: l’edificio ex GIL di Trastevere, il MACRO Testaccio e l’Opificio Telecom Italia, sede della Fondazione Romaeuropa, dove si tengono incontri e workshop con i protagonisti dell’innovazione in Italia, organizzati in collaborazione con i numerosi partner che partecipano al progetto Digital Life 2012. Sono coinvolti trentuno artisti fra i più significativi del panorama internazionale contemporaneo, eterogenei fra loro per generazione, poetica e ricerca stilistica, ma accomunati dall’attitudine alla sperimentazione e alla multidisciplinarietà. I lavori in mostra - installazioni multimediali, ambienti sonori, videoarte, opere interattive - dialogano con il mondo del cinema, del teatro, della musica, della danza, della scrittura, dell’architettura e del visual design, superando i confini tra i diversi linguaggi.


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