Daria La Ragione //
Alfonso Borghi. L'avvento della Materia
a Roma fino al 29 settembre 2013
Un'accurata selezione di trentaquattro opere, che abbraccia il periodo dal 2000 al 2013, ripercorre la produzione più recente di Alfonso Borghi, artista oramai annoverato tra i protagonisti dell'informale italiano contemporaneo. Opere di dimensioni ridotte convivono, nel catalogo e nella mostra, accanto a dipinti monumentali, che esaltano l'impatto emozionale con l'occhio dell'osservatore.
Scrive di lui Giovanni Faccenda curatore della mostra e del catalogo: Borghi è ciò che dipinge. Racconta di se nei floridi impasti e nelle affascinanti stesure, servendosi di cromie irrobustite dal tumultuoso avvento della materia.
La sua pittura, innervata da molteplici effervescenze, risalta per alcune peculiarità evidenti: sebbene essa affondi le proprie origini in quella febbrile stagione di ricerche che sancì la consacrazione dell’Informale e dell’Espressionismo Astratto nell’immediato secondo dopoguerra, per merito soprattutto di Fautrier, Dubuffet, Pollock e de Kooning, quanto davvero la contraddistingue è un pathos di natura mediterranea, più precisamente originato da mutevoli suggestioni di ordine psichico.
Nell’opulenta corporeità delle singole composizioni, Borghi, infatti, trasmette la verità e il senso di suoi stati d’animo, momentanei o più duraturi nel tempo: il colore echeggia, remoto, idilli e oscure trepidazioni, languidi abbandoni mattutini o al volgere della sera, memorie segnate dal buio dei sentimenti. L’esercizio pittorico, per un così ispirato artefice, risulta persino terapeutico: ove il gesto rabbrividisce, favorendo sedimentazioni pregiate e tutt’altro che casuali, lì – è certo – risiede qualche risposta trovata da Borghi a talune intime sollecitazioni.