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Mostre ed eventi // Pagina 60 di 230
28.05.2014 # 3669
Tavolara e Depero

Daria La Ragione //

Tavolara e Depero

a Rovereto fino al 14 settembre 2014

Per la prima volta, a Rovereto, un confronto tra l’artista sardo Eugenio Tavolara e il maestro trentino Fortunato Depero. Una conversazione ideale, attraverso le opere, alla ricerca delle similitudini tra due artisti che, negli stessi anni, superarono i confini tra i diversi linguaggi della creatività.

Eugenio Tavolara (Sassari 1901-1963) e Fortunato Depero (Fondo 1892 – Rovereto 1960) forse non si incontrarono mai, ma negli stessi anni e in luoghi diversi portarono avanti una ricerca artistica e stilistica simile, protagonisti di prim’ordine tra gli artisti dediti alle arti applicate e al design contemporaneo.

L’occasione per un confronto ideale è data oggi dalla grande mostra allestita nella Casa d’arte futurista Fortunato Depero, unico museo fondato da un futurista con sede a Rovereto, nella quale, dal 17 maggio al 14 settembre, le opere dell’artista sardo e del trentino dialogano.
Il progetto presenta al pubblico opere scelte di Eugenio Tavolara e progetti, marionette e sculture di Fortunato Depero in un colloquio inedito intorno alle suggestioni del folklore e delle avanguardie di inizio secolo.
 
I curiosi legami tra i due maestri, oltre a quelli evidenti dal paragone tra le produzioni e le opere (si pensi ai celebri loghi, ai giocattoli, alle figure meccaniche, ai disegni, ai tappeti), scaturiscono anche dall’aver vissuto attivamente lo stesso tempo, interpretando le medesime istanze e tendenze. Nell’Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne di Parigi del 1925 per esempio Depero partecipò allestendo, con Balla e Prampolini, una sala dedicata al futurismo, Tavolara invece presentò figure meccaniche e pupazzi in legno che gli valsero una medaglia d’oro e ampie segnalazioni da parte della critica.
Quasi cento anni dopo l’esposizione parigina, Tavolara e Depero si trovano a Rovereto, nuovamente accostati, vicini quanto mai prima. 


28.05.2014 # 3672
Tavolara e Depero

Daria La Ragione //

PAOLO DE CUARTO. Tracce

a Napoli fino al 23 giugno 2014

L’esposizione presenta una preziosa selezione di opere, alcune inedite, realizzate tra il 2010 e il 2014 che scavano nella memoria collettiva italiana, attraverso la riproduzione di frammenti di vecchie réclame che hanno fatto la storia della pubblicità. L’esposizione, curata da Electronic Art Café (E.A.C.) di Achille Bonito Oliva e Umberto Scrocca, presenta 15 opere, alcune inedite, realizzate dall’artista calabrese (Catanzaro, 1972) tra il 2010 e il 2014, che scavano nella memoria collettiva italiana, attraverso la riproduzione di frammenti di vecchie réclame che hanno fatto la storia della pubblicità.

Tracce, progetto itinerante che ha già toccato Matera, Milano, Pietra Santa e che in un prossimo futuro farà tappa a Gallipoli (28 giugno - 28 luglio 2014) e al Guangdong Contemporary Art, Cina (6 luglio - 6 agosto 2014), propone un ritorno a un passato recente della storia del costume e della società italiana, attraverso i marchi di prodotti, come Coca Cola, Bialetti, Vespa, Supercortemaggiore e altri, che De Cuarto seleziona, isola, ingrandisce e quindi riporta sulla tela.

Anche la sua particolare tecnica ritrova le proprie radici nel passato. In un’epoca dove la riproduzione digitale è diventata una pratica comune, De Cuarto utilizza la tela grezza sulla quale stende dell’intonaco che accoglierà il suo disegno e il suo intervento pittorico, così come si usava per comunicare un messaggio pubblicitario, intorno agli anni venti del secolo scorso, direttamente sul muro dei palazzi e delle case.

Come afferma lo stesso artista, “tecnicamente cerco di riprodurre l’intonaco sulla tela grezza, unendo lo stucco alla sabbia e a una piccola quantità di colla. A questo composto omogeneo aggiungo poi anche altri tipi di materiali”.

Al Pan di Napoli

28.05.2014 # 3671
Tavolara e Depero

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MAURIZIO DONZELLI. Imenigma

a Roma fino al 2 agosto 2014

Lunedí 26 Maggio 2014 la galleria Giacomo Guidi di Roma presenterà la mostra personale di Maurizio Donzelli intitolata imenigma a cura di Alberto Dambruoso.

Maurizio Donzelli espone in questa mostra un nuovo ciclo di opere, molte delle quali realizzate appositamente per la galleria romana di Giacomo Guidi, suddivise in diverse modalità e tecniche, che consentono un approccio completo alla sua attività artistica: dai disegni realizzati con l’acquerello, ai Mirrors, fino ai recenti arazzi.

Negli acquerelli prende vita un segno mobile, fluttuante, che si espande sovrapponendosi a se stesso lungo tutta la superficie del foglio, facendo perdere così allo spettatore ogni idea di centralità dell’opera; in altri soggetti i disegni sembrano comporsi di forma-colore, di gocce di colore puro, che si condensano concentrandosi sulla carta, generando nell’accostamento tra l’una e l’altra forma, nuove e inedite immagini.

Il ciclo di opere intitolato Mirrors è tra i più celebri dell’artista. I Mirrors potrebbero essere definiti come degli involucri di segni e forme resi cangianti dai filtri di lenti prismatiche, che trasformano continuamente la loro natura originaria a seconda del punto di osservazione dello spettatore, quest’ultimo invitato dall’artista a partecipare attivamente alla continua ridefinizione dell’opera.

Infine gli arazzi realizzati nelle Fiandre rappresentano uno dei suoi ultimi progetti artistici, in cui il disegno produce immagini talmente visionarie e ancestrali da lasciarci sorpresi e affascinati; si tratta d’immagini misteriose, sfuggenti, seducenti e stranianti allo stesso momento, o per usare un neologismo: immagini imenigmatiche.

Già partendo dal titolo stesso scelto per l’esposizione si coglie un’indicazione importante essendo imenigma l’anagramma della parola immagine. Imenigma ci invita a porre la nostra attenzione sul potere di rivelazione delle immagini, sulla loro natura enigmatica, anche attraverso l’ineluttabilità dell’osservatore nella definizione e nell’interpretazione dell’opera. La tendenza di queste opere a suscitare dei processi di trasformazione ci richiama alla mente il motto solve et coagula tanto caro agli alchimisti.

Ma soprattutto le opere di Maurizio Donzelli oscillando costantemente tra la regola e il caos, tra l’impossibile e il tangibile, con grande profondità di linguaggio, ci fanno riflettere e sognare allo stesso tempo.

28.05.2014 # 3670
Tavolara e Depero

Daria La Ragione //

LECTIO MAGISTRALIS DI FOTOGRAFIA E DINTORNI

a Milano fino al 17 luglio 2014

Il ciclo di conversazioni è organizzato dall’AFIP International - Associazione Fotografi Italiani Professionisti in collaborazione con CNA Professioni

Giovedì 22 maggio, alle ore 19.00, alla Triennale di Milano si terrà il secondo appuntamento delle Lectio Magistralis di fotografia e dintorni, promosse da AFIP International e CNA Professioni, giunte al suo terzo ciclo.

Protagonista della serata sarà Letizia Battaglia (Palermo, 1935), fotoreporter italiana tra le più conosciute e apprezzate a livello internazionale.
Nel corso dell’incontro, dal titolo Se la guerra è civile, la fotografa siciliana dialogherà con Gad Lerner, ripercorrendo alcuni dei momenti più importanti del suo lavoro, in particolare quelli che l’anno vista in prima linea durante gli anni di piombo in Sicilia o nel periodo più cruento delle guerre di mafia o ancora testimoniare la cruda realtà sociale di Palermo.

Gli incontri, tutti a ingresso gratuito (fino a esaurimento posti), proseguiranno giovedì 5 giugno con Cristina Lucchini e Giovanni Gastel (Fotografia di moda e identità di brand), giovedì 19 giugno con Marco Glaviano, Alessia Glaviano e Giovanni Gastel (La bellezza salverà il mondo), giovedì 3 luglio con Guido Harari, Gino Castaldo e Franz Di Cioccio (Il ritratto come incontro) e termineranno giovedì 17 luglio con Donata Pizzi, Michela Moro e Roberto Mutti (Città metafisiche).

Tutte le Lectio magistralis verranno trasmesse in diretta streaming.

L’iniziativa Lectio magistralis di fotografia e dintorni è promossa da AFIP International e CNA Professioni, realizzata in collaborazione con La Triennale di Milano e il Maxxi - Museo Nazionale delle Arti del XII secolo di Roma, con il contributo di Epson, Canon, Nikon.

28.05.2014 # 3668
Tavolara e Depero

Daria La Ragione //

Perduti nel paesaggio

a Rovereto fino al 31 agosto 2014

La mostra Perduti nel paesaggio, a cura di Gerardo Mosquera, affronta il tema attraverso le opere di oltre 60 artisti provenienti da tutto il mondo, molti dei quali mai presentati in Italia. Oltre 170 fotografie, 84 opere pittoriche, 10 video, 4 video-installazioni, 4 installazioni, 4 interventi context specific (Gonzalo Diaz, Takahiro Iwasaki, Glexis Novoa e Cristina Lucas), 1 progetto web specific (Simon Faithfull), 1 libro d’artista (Ed Ruscha). 

Non è certo un Eden quello raccontato nelle sale del Mart, e neanche un nuovo genere artistico, bensì uno sguardo appassionato e sofferto sul mondo, che scopre necessariamente anche i suoi angoli più drammatici e contraddittori.

Gerardo Mosquera scrive infatti nel testo in catalogo (Edizioni Mart) che il significato del termine "paesaggio" definisce allo stesso tempo "sia la percezione di un determinato luogo, sia la sua rappresentazione", rendendo inseparibili fra loro l’oggetto dal soggetto, l’ambiente dal suo abitante. Oggi, nella concezione del paesaggio del nostro tempo, il grado di soggettività della percezione, infatti, coinvolge i protagonisti attivi delle trasformazioni del territorio, ovvero, quelle strutture e coloro che agiscono su di esso e ne definiscono la stessa nozione, ormai allargata a tutto ciò che ci circonda, dalle autostrade alle foreste, dalle metropoli agli ambienti rurali.


La mostra intreccia tre differenti livelli di lettura: 1) Esaminare la propensione umana ad appropriarsi dell’ambiente e ad identificarsi e dialogare con esso, che si plasma in qualsiasi rappresentazione del paesaggio. 2)Affrontare il paesaggio non come genere artistico ma come mezzo per la costruzione di un senso. 3) Offrire al visitatore un’esperienza al contempo estetica e di riflessione mediante le opere esposte e il loro rapporto e la loro articolazione nello spazio espositivo. Vissuto e costruito, contemplato e utilizzato, il paesaggio è dunque inseparabile dall’uomo. Infatti, nel percepire, conoscere e descrivere il paesaggio, l’uomo è al tempo stesso oggetto inscritto nella realtà e soggetto esterno e narrante. 


28.05.2014 # 3667
Tavolara e Depero

Daria La Ragione //

Questa non è musica

a Rovereto fino al 29 giugno

Questa non è musica

In mostra vinili che comprendono, al di là da della musica, rumori, poesie, registrazioni di performance, reperti sonori e rielaborazioni di suoni naturali. Non si tratta quindi di supporti che contengono spiegazioni o documentazioni d’arte sonora: il disco stesso è l’opera d’arte, generata con la stessa logica di un dipinto, una scultura, un video, un libro, un’installazione.

I dischi d’artista presentano chiaramente un’interessante punto di contatto con la pratica compositiva della musica contemporanea: la precisa determinazione a uscire dall’ambito ristretto della propria disciplina. La mostra rintraccia l’origine di questo intento nelle Avanguardie storiche dei primi anni del XX secolo: Futurismo, Dada e Surrealismo. Manipolatori di suoni come Salvador Dalí o Luigi Russolo, che cercano di abbattere la tradizione dell’ascolto, sono messi a confronto con gli innovatori del secondo dopoguerra come Jean Dubuffet e Yves Klein che azzerano il piano sonoro avvicinandolo al sublime livello del “silenzio”.

 

Indifferente alle poetiche stilistiche, il disco riscrive una storia parallela dell’arte che permette la ricostruzione dei passaggi e il susseguirsi delle possibilità espressive nella seconda metà del Novecento. Le infinite possibilità date dal supporto e dalla registrazione hanno affascinato artisti pop, concettuali, fluxus, minimal e i poeti concreti e visuali. Con il mezzo espressivo del disco si sono infatti cimentati quasi tutti gli artisti attivi tra gli anni Sessanta ed Ottanta: di particolare interesse i dischi di Joseph Beuys, Henri Chopin, Maurizio Nannucci, Yoko Ono e John Lennon, Mario Schifano e, in anni più recenti, di Laurie Anderson, Christian Boltanski e Lawrence Weiner.


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