È delirante questa campagna di Leo Burnett Zurigo per Micasa. Ma non te ne accorgi "al primo assaggio", hai bisogno di guardali tutti e tre questi episodi della multisoggetto che racconta l'idea che hanno gli svizzeri dell'umorismo e della follia.
Io li guardavo e non riuscivo a decidere se mi piacevano o mi facevano tristezza, alla fine ho deciso: mi piacciono, per come sono girati, per la sfacciataggine con cui sono interpretati, perché ho deciso di dare una chanche all'umorismo svizzero e provare a vedere che altro sforna quest'agenzia.
Advertising Agency: Leo Burnett, Zurich, Switzerland Executive Creative Director: Johannes Raggio Creative Director: Pablo Schencke Art Director: Barbara Hartmann Copywriter: David Hugentobler
La nuova frontiera di McDonald sono i McCafè, spuntano come i funghi. Il colore istituzionale è il verde e nella pagina web è esposto il marchio della Rainforest Alliance , che certifica la provenienza del caffè. La varietà della proposta non arriva certo a quella di Starbucks, ma la diffusione dei punti vendita McDonald sì, e la supera di diverse lunghezze. Insomma ha tutta l’aria di essere un business che l’azienda americana non lascerà intentato. Resta da capire se riusciranno a diventare una seria minaccia per l’alro grande colosso o si ritaglieranno una fetta di mercato a sé. Intanto oggi ho vista questa, mi è piaciuta molto, ma succede spesso con McDoland: la loro comunicazione mi piace e mi diverte, i panini e i caffè neanche al cane.
Advertising Agency: Moroch, Dallas, USA Executive Creative Director: Kevin Sutton Creative Directors / Art Directors: David Soames, Dustin Taylor
Da quasi due settimane sono tornata da Vienna, una città sorprendentemente bella. Mentre passeggiavo mi sono imbattuta nel Festival des Metiers, uno spazio allestito dalla maison Hermès in cui i suoi artigiani mostravano ai visitatori come nasce un paio di guanti in pelle, o viene montato un orologio, stampato un foulard. Insomma un luogo magico in cui respirare l’aria dell’alta moda francese. Io che non sono un’amante di Hermès, non ho potuto non apprezzare quell’ambiente accogliente, caldo e raffinatissimo, ricco di colori meravigliosi e di oggetti preziosi. E comunque un paio di guanti in pelle color corallo restano una trappola irresistibile. Oggi poi ho visto questo piccolo video, un film commercial che invita a visitare Le Manifeste d’Hermès, un sito in cui quello stesso mondo in cui mi ero immersa a Vienna viene raccontato con creatività e ironia, giocando con le immagini, le parole, la fantasia. Ecco come si fa un lavoro di storytelling davanti a cui togliersi il cappello. Incantata, da questo e dalle borse e dai guanti.
Se si fa una ricerca di commercial usando la chiave Financial Services i risultato sono molto diversi da quelli che avremmo visto solo dieci anni fa: oggi tutti puntano sulle emozioni. Forse perché tutto il mondo degli investimenti è stato totalmente screditato da questi anni di crisi, o semplicemente perché l’evoluzione naturale della comunicazione ha preso questa direzione. Fatto sta che nessuno più cerca di venderti una polizza o di proporti un investimento sulla base dei potenziali risultati, a tutti cercando di spiegare quanto credano nel potenziale umano, quanto siano pronti a sostenere chi rischia per costruire un’impresa, come siamo sempre al fianco dei clienti perché li comprendono, li stimano, li conoscono.
Ecco due esempi recentissimi: M&C Saatchi per la Commonwealth Bank ha diffuso questo bel film commercial, ben girato, ben scritto, molto ben recitato, che fa appello ai nostri desideri e ai sogni.
Questo di Divina Pastora invece punta tutto sull’importanza delle parole e di un attitudine positiva: cosa succede se rinforziamo l’autostima di coloro che amiamo con parole di incoraggiamento, spronandole a dare il meglio di sè? Run, fly, don’t stop Advertising Agency: Rosebud, Valencia, Spain Creative Directors: Pablo Lucas, Santi Sánchez Copywriter: Pablo Lucas
La nuova linea Sporting di Fiat viene presentata in Mexico così:
Dura, cattiva, rispettata da gente poco raccomandabile e da fighetti che la riconoscono e la salutano con un cenno. La stessa Fiat che in Italia si raccontava con l’inutile Buonaseera, oggi fa la spaccona in Mexico. Viene da chiedersi come si possa scegliere un posizionamento del genere quando le auto sono rimaste le stesse: pensate più per la signora italiana che va a fare la spesa, per lui che deve parcheggiare in città massacrate dal traffico, tondeggiate, colorate, insomma più amica dei Puffi che dei Latinos. Paese che vai, Fiat che trovi.
Premessa: io sono un'ecologista convinta e impegnata. Ne consegue che tutto quello che educa / incoraggia / incita a comportamenti virtuosi per l'ambiente mi fa simpatia. Fatta questa premessa, parliamo di H&M e di questa campagna. Parte con un meccanismo ben oliato e di effetto: la paternale mascherata. Una sfilza di consigli su come vivere, in cui si incoraggia tutto e il contrario di tutto: classico del pubblicitario sgamato che inanella una lunga serie di argomenti e inevitabilmente centra l'obiettivo, perché ce ne sarà almeno uno che tocca l'immaginario del target.
Chiaramente il concetto principale sono tutte le possibili interpretazioni della moda, salvo poi nel finale sterzare bruscamente verso il messaggio: la collezione è fatta con abiti riciclati, riciclare fa risparmiare acqua ed energia quindi non siamo soltanto fighissimi, siamo anche bravi e buoni. Tutto giusto, ma il passaggio repentino al messaggio eco non mi è piaciuto. Ho cominciato a fantasticare su come lo avrei fatto io, magari con ironia, trovando un modo per parlare del riciclo, riuso, recupero, nuova vita e concetti così.
Poi mi è sorto il dubbio e sono andata a spulciare le altre campagne H&M e allora ho capito: non possono abbandonare la filosofia dello strafighismo a nessun costo, è parte del loro posizionamento, solo che io misuravo la brand image pensando ai clienti che vedo entrare nel negozio di Napoli, che probabilmente non hanno mai neanche per sbaglio visto un commercial H&M, al più qualche manifesto e allora è stato tutto chiaro. Appeal strafighissimo + prezzi bassi è la ricetta vincente di un target che almeno sogna di poter essere pieno di charme come Giselle.
Ah, dimenticavo, niente credits, dice che da H&M non si usa.
Questa è la campagna per l'estate 2015
Una campagn del 2013 con la super top model Giselle