Daria La Ragione //
For Real Families: da Ikea arriva il salotto dei Simpson
Blog! di Daria La Ragione
Appassionati di serie tv, avete trascorso anni della vostra vita sul divano guardandole in lingua originale, con i sottotitoli e senza, stagione dopo stagione, amandone e odiandone i villain.
È arrivato il momento di mettere il piede (e qualcos’altro) nei salotti dei vostri beniamini. Grazie a Ikea (e alla sede spagnola di Publicis) potete finalmente immaginare di essere a Manhattan nella coloratissima casa di Friends, se poi decidete di allevare una papera e trovate un paio di coinquilini folli e fighi, il gioco è fatto.
Se siete appassionati di fantascienza e inquietudine, oggi potete allestire la vostra parete comunicante con il sottosopra di Stranger Things e sperare che il Demogorgone vi giri qualche numero sulla ruota giusta.
Ikea ha pensato anche agli irriducibili del cartoon più longevo di sempre: un divano arancione, un comodino viola, un tappeto “bersaglio” e magari un cane da chiamare Piccoloaiutantedibabbonatale.
Da anni ormai Ikea ci ha abituati a campagne di advertising divertenti e intelligenti, che riescono felicemente a raccontare un’atmosfera e a “vendere” il prodotto.
Ecco quattro spot (dal più recente al più “antico”) che ci hanno fatto sorridere, giocando sulle piccole nevrosi quotidiane e sul nostro lato umano.
I primi due raccontano le passioni, i desideri e soprattutto l’idea che una casa debba essere un luogo che ci assomiglia, che rispecchia ciò che amiamo.
Il terzo, pluripremiato un paio di anni fa, prende in giro la mania – che ci accomuna sempre di più – di fotografare il cibo e di concentrarci sulla rappresentazione della vita, molto più che sulla vita stessa.
Infine l’ultimo è un commercial svedese, che racconta una società molto diversa da quella italiana già a partire dal claim “Un divorzio migliore per tutti”: una giovane mamma divorziata mette a frutto la versatilità dei mobili modulari, per vivere una felice vita da donna oltre che da madre (insomma, ogni paragone con l’ITalia diventa superfluo).