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24.02.2020 # 5420
The Aeronauts – Imprese titaniche in cieli totalmente digitali

Francesco Pontolillo //

The Aeronauts – Imprese titaniche in cieli totalmente digitali

The Aeronauts si mostra con scenari spettacolari. Ma come sono stati realizzati?

Da qualche anno a quesa parte, sono divenuti possibili film in ambientazioni alquanto estreme. Ambientazioni per cui la gestione della ripresa e la creazione delle inquadrature, sarebbe risultata, beh… difficile!

E’ questo ad esempio il caso di “Vita di Pi”, vincintore, nell’anno della sua uscita del premio oscar ai migliori effetti speciali, o ancora del nuovo film targato Amazon, “ The Aeronauts ”.

Il film tratta le vicende di Amelia Wren e James Glaisher, che a bordo di una mongolfiera effettuano una serie di pericolose ascensioni in mongolfiera, per effettuare i primi studi sulle previsioni meteorologiche. Liberamente ispirato da una storia vera, il film sviluppa molte delle sue scene principali, proprio nell’immenso cielo.

Ecco quindi che il digitale, sempre più necessario nelle produzioni cinematografiche, qui diventa un obbligo.

Gli effetti speciali realizzati per il film, vista la location,  rischiavano, per quantità e presenza nel frame, di farsi sentire troppo. E questo è un aspetto da considerare, se non si vuole rischiare di dare al lungometraggio, un effetto troppo “finto”. 

Christian Kaestner, supervisori agli effetti speciali della Framestore, incaricata di sviluppare tutti i principali elementi 3D, ricordando questo punto spiega: “per evitare il problema del “troppo 3D”,  abbiamo stabilito fin dal principio che ogni singolo elemento digitale, sarebbe dovuto andare in supporto alla narrazione, non prendendo il sopravvento, ma piuttosto, rimanendo nell’ombra, quasi invisibile all’attenzione dello spettatore, ma presente.

Ovviamente in questa ottica anche l’integrazione totale tra girato e digitale diveniva fondamentale. Sono stati realizzati 500 shot in CGI, e circa tre quarti di essi, avevano come unico elemento reale il cesto posizionato sotto la mongolfiera.

The Aeronauts - Trailer di uscita


La realizzazione degli effetti speciali de “The Aereonauts” è stata possibile a Framestore, dividendo il lavoro, per tutte le filiali della compagnia sparse per il mondo. 

Kaestner spiega: “Ad esempio, Stuart Penn, uno dei nostri supervisori dell’ufficio di Londracontrollava il lavoro, che per grande parte era invece realizzato a Montreal, mentre alcune delle sequenze sono state finalizzate nei nostri uffici di  Poona ( città dell’india N.D.R.).

Ultimamente è diventato alquanto comune dividere il lavoro lungo tutti questi uffici. In questo senso, la nostra pipeline, per non incappare in problemi e rallentamenti, è diventata parecchio robusta.”

Al di là della realizzazione dei vari cieli, la creazione della Londra del 1862, è stata una delle grandi sfide del film.

“Siamo partiti con tanta ricerca in merito alla forma e architettura della capitale inglese di quel tempo.

A questo si è aggiunta anche la necessità intrinseca degli shot, che prevedevano il take-off ed il volo della mongolfiera con Hames e Amelia che volteggiano nello skyline di Londra, a richiedere parecchia attenzione realizzati.”

Per garantire il massimo della qualità, sono state utilizzate le antiche mappe di Londra: “Le abbiamo proiettate su di un piano e sviluppato da li il layout delle strade, piazzando successivamente gli edifici principali a mano e piazzando il resto delle strutture cittadine e dei parchi, utilizzando un tool di istanze che ci ha permesso di popolare le grandi aree con variazioni di palazzi e vegetazione. Abbiamo costruito una libreria di edifici aziendali e residenziali, che poi abbiamo mixato in differenti modi, compresi anche di texture e dettagli, in modo da ottenere variazioni realistiche. Solo così abbiamo potuto ricostruire i 270 gradi di visuale sul paesaggio, che alcune scene a volo d’uccello richiedevano.”

The Aeronauts - Making of


E se questo come lavoro vi sembra già degno di nota, aspettate di sentire quanto è stato necessario ricreare per le scene di film ambientate in cielo.

Per tutto il film, le scene del cielo sono state mappate e progettate, per scorrere alla loro velocità di viaggio reale della mongolfiera, rispettando inoltre anche le altezze di volo.

Questo aspetto tecnico ovviamente ha permesso al team di animazione di sentire fin da subito la velocità e la spazialità delle scene, rispetto a come ad esempio il pallone aerostatico si sarebbe dovuto muovere nell’aria.

Lo stesso pallone aerostatico ha rappresentato una sfida non da poco. Il rig (ossia l’insieme di controlli di animazione) che è stato creato per l’occasione, doveva ricreare coerentemente di fatto un pezzo enorme di stoffa, riempito di gas, tenuto insieme da cavi, sempre in movimento ed in deformazione. 

In questo senso si è lasciato grande spazio alla simulazione. L’animazione tradizione è entrata in gioco infatti soltanto per aggiungere o sistemare piccole deformazioni sulla silhouette del pallone aerostatico. Il team di VFX ha letteralmente “gonfiato” il pallone dall’interno, facendo il modo che il tessuto spingesse da sotto le corde che tengono insieme il tutto, donando quindi un movimento estremamente realistico. Il controllo del movimento è quindi avvenuto principalmente modificando i parametri delle forze fisiche che entravano in gioco nella simulazione stessa.

Un altro protagonista delle scene in volo, oltre alla mongolfiera, è stato l’immenso ammasso di nuvole. Per la loro realizzazione, si sono usati sistemi di istanza, normalmente utilizzati ad esempio per la distribuzione di alberi o elementi naturali in un paesaggio.

E’ straordinario vedere quanto lavoro, cura, e amore per la propria arte digitale, sia celata dietro una simile produzione!

Per maggiori informazioni sulle varie fasi di lavorazione di questo lungometraggio, potete leggere l’intervista integrale a Christian Kaestner, all’indirizzo: https://www.artofvfx.com/the-aeronauts-christian-kaestner-vfx-supervisor-framestore/

Per vedere altri lavori della compagnia di effetti speciali Framestore, potete visitare il link: https://www.framestore.com

11.04.2024 # 6409
The Aeronauts – Imprese titaniche in cieli totalmente digitali

Marco Maraviglia //

Alessandro Leone espone immagini artificiali al Kestè

La prima mostra di immagini di intelligenza artificiale a Napoli fino al 26 aprile

Con la mostra Immaginari Artificiali del visual designer Alessandro Leone, il Kestè ha inaugurato il 5 aprile il progetto Art_If, un ciclo di appuntamenti per affrontare, riflettere, discutere a microfono aperto, sulle nuove contaminazioni dell‘arte visiva generate dalle nuove tecnologie e, in primis, dall‘intelligenza artificiale.

 

Sono esposte immagini sintetiche, artificiali che, per chi non conosce l‘AI può essere tratto in inganno dai volti di africani ritratti con l‘Hasselblad virtuale.

Ma è quando si osservano gli altri ritratti con improbabili maschere tribali e copricapi tekno-cyborg costruiti con materiali RAEE presi da un‘isola ecologica di qualche pianeta impossibile, che anche un inesperto di intelligenza artificiale si rende conto di trovarsi di fronte a qualcosa che non torna.

 

Quello proposto da Alessandro è un filone che mostra il parallelismo tra fake e contraffatto. Termini dal significato apparentemente simili. Come l‘AI che per lo sviluppo di immagini ha infatti varie declinazioni tra cui la possibile e verosimile creazione di una realtà inesistente e la riconoscibile fantascienza. La realtà distorta, distopica ma credibile, e l‘assurdo.

Mostrare allo stesso tempo queste due piste è un atto di onestà intellettuale, di quelle che avvisano l‘osservatore. Come quando sui social alcuni autori coscienziosi perché non obbligati, precisano con l‘hashtag #AI che trattasi di immagini prodotte da intelligenza artificiale. Anche se spesso non tutti badano a questi tre caratteri.

 

Agli inizi Alessandro Leone considerava l‘AI un nemico, poi per curiosità personale e deformazione professionale, necessaria ad approcciarsi alle novità del proprio settore per non sentirsi tagliato fuori, inizia a prenderci confidenza per poi giungere all‘amicizia.

Accettando un dialogo nuovo e assolutamente strano per una coppia di amici:

 

la sensazione di essere un creatore ma al contempo un tramite della macchina che ti chiede di alimentarla.

 

Ma cos‘è l‘AI? Quali potenzialità ha? Chi la utilizza? Perché? Cosa realizza? Qualcosa la scrissi già qui un paio di anni fa ma nel frattempo si è fatta tanta strada.

Lo stesso Alessandro Leone per lavoro si è ritrovato a realizzare alcune illustrazioni servendosi dell‘AI.

La generazione di immagini sintetiche è un‘opportunità che, se utilizzata con etica, autoregolamentazione deontologica e padronanza, non può che allargare il ventaglio creativo per aprire a nuovi scenari lavorativi.

Nell‘entertainment si vedono già filmati con personaggi d‘epoca che dicono cose paradossali legate all‘attualità. Con la stessa voce e a prova di labiale. Ma non è che un esempio innocente e ludico. Perché poi c‘è anche l‘altra faccia della medaglia dove, per fini propagandistici, si mettono in bocca parole mai dette di un politico internazionale. Sempre a prova di labiale. E gli smanettoni fact checker provvedono a smantellare anche questa roba.

Che piaccia o no, siamo approdati comunque alla quarta dimensione che, specie in merito alle arti visive, riserverà nuove sorprese.

 

Si scrivono i prompt, testi che suggeriscono al software l‘immagine che si intende produrre. Le parole chiave possono determinare caratteristiche salienti della scena. I risultati ottenuti fanno in parte comprendere la cultura visiva e generale del creator. Perché anche per il testo di un prompt occorre essere un po‘ copywriter, un po‘ poeta, un po‘ scrittore e padrone della disciplina da cui trarre spunti da trasformare in parole chiave.

 

Pensavo di inserire nelle didascalie delle immagini anche i prompt che le hanno generate, ma questi sono come ricette che è meglio non divulgare.

 

Ricette, sì, ma in quanto tali non darebbero mai lo stesso risultato a persone differenti. Solo lo chef proprietario della ricetta sa come ottenere la migliore estetica del piatto da servire.

 

Sono esposte ventitré immagini in formato 50x40 e due 70x100, stampate come “vera fotografia” di una volta, con processo chimico cromogeno C41 per intenderci, e pannellate su dibond.

 

 

Alessandro Leone

Visual designer, art director, formatore.

Nasce nel 1971, si diploma in scenografia nel 1991 all‘Accademia di Belle Arti di Napoli con una tesi sulla Tempesta di Shakespeare nella rilettura contemporanea di Peter Greenaway. È grafico professionista dal 1994. Dal ‘95 al 2005 è socio dello studio Kaleidos, per il quale realizza campagne pubblicitarie, coordinati grafici e prodotti editoriali per enti e aziende (tra cui Arpac, Banca Popolare di Sviluppo, Il Manifesto, Museo dell‘Attore Napoletano, Nuovo Teatro Nuovo, Premio Massimo Troisi, Ente Ville Vesuviane, Guida editore, Scatola Sonora, Dissonanzen, Centro di Musica Antica Pietà de‘ Turchini). Dal 2005 al 2014 è titolare e direttore creativo dello Studio Alessandro Leone. Ha ideato e realizzato campagne di comunicazione e immagine di eventi e iniziative per Regione Campania, Provincia di Napoli, Comune di Napoli, Ente Provinciale per il Turismo, Sovrintendenza per i Beni Storici e Architettonici di Napoli e Caserta e altre istituzioni e organizzazioni. Dal 2005 sino ad oggi è docente di design per la comunicazione presso il Centro Studi Ilas. Nel 2010 è cofondatore dell‘agenzia di comunicazione Adversa (tra i clienti: Partito Democratico, Cgil, Gallerie d‘Italia Palazzo Zevallos, Museo delle Carrozze di Villa Pignatelli, Antonio Biasiucci, Colonnese editore, BioC‘è, Caffè Kimbo, La Doria). In questi anni si occupa di comunicazione politica, grafica editoriale, allestimenti mostre e food consulting (Salvo Pizzaioli, Taverna Vesuviana, Pizzeria Carmnella, Pietro Parisi chef, Mad‘inFood, Alfonso Crisci chef). Dal 2013 è direttore creativo di Babel adv, un network di professionisti della comunicazione (alcuni dei suoi ultimi clienti: Polo Pietrasanta, Officina_reporter, La Stanza del Gusto, Festival di Musica Antica, Associazione Scarlatti, AnimalDay, Factory, Diogene editore, Forum delle Culture, Teatri Uniti, Casa del Teatro, Digitalcomoedia, Bios, Wuderkammer, Musap, Caon Chocolate, Ceramiche Crescentini).

 

 

Immaginari Artificiali di Alessandro Leone

rassegna Art_If di Fabrizio Caliendo e Alessandro Leone

dal 5 al 26 aprile 2024

Kestè Napoli, Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli



07.03.2024 # 6399
The Aeronauts – Imprese titaniche in cieli totalmente digitali

Marco Maraviglia //

Luisa Cittone, illustratrice cacciatrice di emozioni

L‘eros comincia a 40 anni per un‘eclettica illustratrice naturalistica scientifica

Da sempre appassionata di Milo Manara e Guido Crepax, segue anche Tanino Liberatore, Paolo Serpieri, Giovanna Casotto, Frida Castelli, Apollonia Saintclair. Tutti autori le cui tavole hanno un forte impatto glamour, erotico o comunque che esaltano ed evocano la bellezza fisica dei corpi umani.

Le sculture dell‘arte classica, Gian Lorenzo Bernini, le immagini dei grandi fotografi del nudo erotico, tutto ciò può essere fonte di ricerca dell‘intensità della bellezza dell‘eros.

Non si tratta di ispirarsi, emulare, copiare, ma cogliere dettagli, impercettibili a volte, da metabolizzare per realizzare poi qualcosa di personale.

 

E c‘è una linea di confine tra eros e nudità a sé stante, quella che sfocia nella volgarità, nel pornografico. A Luisa interessa percepire, cacciare l‘emozione del non detto, del vedo e non vedo, del non esplicito. Un gesto, un‘espressione, un‘idea che faccia immaginare in modo implicito quel che si cela dietro uno sguardo languido con labbra socchiuse, o il contatto delle dita di una mano su un corpo, una tensione muscolare, l‘inarcamento di una schiena, di una certa posizione delle gambe.

Eleganza e sensualità ricercate attraverso il movimento e la muscolatura del corpo umano non trascurando le differenze tra corpo maschile e femminile.

Una passione iniziata dopo i 40 anni un po‘ per gioco ma inevitabile approdo dei suoi interessi e studi della natura umana.

 

L‘eros non dovrebbe essere legato alle etichette che definiscono tendenze sessuali, ma avere la libertà di trasmettere un‘emozione.

 


La fotografia come punto di partenza: Art Shooting

Come gli artisti realizzavano disegni preparatori e cartoni prima di dipingere o quelli che più tardi facevano uso della fotografia per dipingere i loro paesaggi, Luisa Cittone parte dalla fotografia. Perché al 50% è anche fotografa.

È ideatrice di Art Shooting, un format di cui organizza workshop fotografici di posing, anatomia e suoi dettagli  in chiave erotica con modelle che seguono una sceneggiatura ben precisa come se si girasse un film.

Altri workshop a tema: Tentazioni e Ho un‘amica a cena in collaborazione con Roberto Bressan. E ne seguiranno altri. In tutto sei.

Le modelle ovviamente le seleziona spiegando loro il percorso dello shooting. Perché non tutte sono disposte ad avvicinare le labbra a una sconosciuta o toccarsi sul corpo. E devono seguire tutte le indicazioni della regista Luisa che, se individua un “fuori percorso” soddisfacente nelle pose, decide di continuare a lavorare su quello.

I partecipanti sono fotografi professionisti o fotoamatori che vanno dai 30 anni in su e anche loro hanno indicazioni ben precise: massima concentrazione, puntare l‘attenzione sui dettagli dei corpi e della loro tensione muscolare, osservare bene l‘impostazione delle mani che sono parte fondamentale della composizione.

Solo dopo una prima fase del lavoro i fotografi hanno poi la facoltà di poter dare ulteriori indicazioni alle modelle.

 

L‘erotismo per me è sicuramente DONNA, le mie illustrazioni sono l‘esaltazione della femminilità, io ritengo che tutte le donne siano erotiche anche inconsapevolmente, la mia sfida è quella di mostrare alla donna, e chi guarda le illustrazioni, tutto questo e lo faccio puntando al dettaglio, al vedo non vedo. Mi piace che le illustrazioni accendano il desiderio e le emozioni, non mi piace la banalità, la volgarità, l‘esplicito, perchè nell‘esplicito tutto è già accaduto.

 

Un workshop che è accompagnato da slide di illustrazioni del corpo umano che mostrano le sue principali parti anatomiche.

 

La produzione eclettica

Luisa Cittone inizia a lavorare alle sue produzioni realizzando dal 2019 calendari print on demand, pubblica i suoi lavori come Indispensabili erotici (edito da FuocoFuochino), Arte erotica con Youcanprint, collabora per le illustrazioni al libro Santa e puttana per Eros Cultura.

Realizza merchandising come magliette e mascherine durante la pandemia.

I “quadri sagomina” fanno parte di un‘altra sua produzione dove le illustrazioni sono attaccate su un fondo da lei colorato in acrilico, verniciati a più strati, incorniciate e piegate restituendo una loro tridimensionalità.

L‘8 marzo uscirà L‘amore con la gonna di Antonio Provitina con illustrazioni di Luisa.

E poi in cantiere ha un gioco di carte erotiche. Da giocare in coppia.

E disegni per tatuaggi? Le è capitato di farne.

Si definisce “vulcanica” per cui si ritrova talvolta con progetti accantonati per lungo tempo.

 

Le tecniche

L‘illustrazione manuale sintetizza e enfatizza ciò che una fotografia, può invece distrarre. Come per una poesia: poche parole ma che raccontano un universo.

Luisa Cittone traccia il contorno dei suoi disegni con matita HB e utilizza quelle morbide, fino alle B14, pastelli ad olio, acrilici, inchiostro di china, gli Ecoline (quelli che venivano utilizzati per colorare le foto in bianconero, per intenderci), talvolta gessetti. Non disdegna la tavoletta grafica previa digitalizzazione dei disegni.

Se lavora sulle tele passa una base di caffè per poi colorarci sopra.

Adora la tecnica del puntinato a china. Scopre su Instagram una penna elettrica a percussione che decide di acquistare e che le consente di ridurre i tempi di punteggiamento per i fondi dei suoi disegni. I dettagli invece, a mano.

 

Chi è Luisa Cittone

Luisa Cittone nasce a Merano l‘11 dicembre 1972 e vive a Milano.

Si diploma al Liceo Artistico e poi all‘IED in illustrazione.

Dai tempi del liceo è attratta dalla natura umana e dal corpo che la racchiude. La sua anatomia, la muscolatura e il “telaio” dell‘ossatura. E, infatti, nasce come illustratrice naturalistica scientifica.

Ha lavorato e lavora nel campo editoriale per pubblicazioni scientifiche e naturalistiche con Arnoldo Mondadori, Zanichelli Editore, RCS, Istituto Geografico De Agostini, Paravia Bruno Mondadori, Raffaello Editrice, La Scuola di Brescia , Ardea Editrice, Piemme, Capitello Editore, la Spiga, Atlas, Petrini Editori, Touring Club.

Vanta inoltre esperienze con alcune agenzie pubblicitarie e ha svolto e svolge attività di docenza per scuole civiche, centri di formazione professionale e scuole medie.


Immagini: © Luisa Cittone

 

SITO WEB di Luisa Cittone



21.03.2023 # 6234
The Aeronauts – Imprese titaniche in cieli totalmente digitali

Marco Maraviglia //

Tommaso Moscarelli: Mappa Fantastica in mostra al MANN

Dal 22 al 27 marzo l‘arte fantastica dell‘autore tra grafica, illustrazione e design

Nell‘ambito del progetto La Linea del cuore, Tommaso Moscarelli espone al MANN 25 disegni originali su cartoncino di diverse dimensioni, realizzati con penna a china o con tecnica mista. Lavori che abbracciano il suo percorso artistico dal 1999 al 2022.


Esplorare i lavori di Tommaso Moscarelli è un‘esperienza extra-sensoriale.

Li vedi da lontano e ti sembrano big-bang di scarabocchi. Poi ti avvicini e percepisci esplosioni di autostrade che si intercettano ma senza mai giungere a un casello, senza un‘uscita. Implosioni di geometrismi, di geroglifici che hanno un loro perché. Incomprensibili per chi viaggia sulla superficie delle cose. Ma affascinanti per chi ha la mente libera, curiosa, indagatrice.

Eppure Tommaso non lascia nulla al caso. Ti avvicini ancor più alle sue opere e ti accorgi che ogni tavola non è puro astrattismo ma tracciata da segni interconnessi tra di loro. Si includono, si concatenano, si abbracciano, si schiudono e si avvolgono ad altri segni. Tutti figli di quelli accanto. Simili sulla stessa tavola ma non uguali. Mosaici estesi. Villaggi senza spazio, con gruppi di tribù di segni in movimento che a volte si estendono per poi restringersi ma senza mai lasciare un vuoto. Che è sempre pieno, saturo, affollato ma incredibilmente in un ordine armonioso nella sua composizione. Tutti lavori che definiscono mappe fantastiche del mondo di Tommaso. Un mondo in cui trascorre molte settimane per terminare un lavoro, perché di fattura certosina, artigianale, e la mano non può resistere a lungo.

 

Paesaggi astratti e labirintici, mosaici complessi, visioni stranianti dello spazio urbano, dei paesaggi naturali, del mondo vegetale, animale e meccanico. 
Sfide ai luoghi comuni sulla cultura e la religiosità popolare, narrazioni fiabesche, mappe di universi sconosciuti e familiari. 
Esplorazioni oniriche e (auto)ironiche dei labirinti della mente. 
Raffigurazioni della trasformazione dal caos al cosmo e viceversa, viaggi oltre la logica e i cinque sensi alla ricerca del divino. 

- Tommaso Moscarelli

 

È ciò che definirei l‘evoluzione del terzo millennio dell‘action-painting. Dalla casualità del dripping al dettaglio del segno astratto. Sembra un ossimoro: dettaglio e astratto. Ma qui ci sta.

Parliamo di strade creative che portano comunque alla ricerca della propria coscienza per una consapevolezza dell‘io.

Pollock, pioniere dell‘action-painting, fece del dripping la sua forma di espressione in cui l‘arte non era fine a se stessa ma strumento di autoanalisi che accompagnava le sue terapie psicanalitiche per quei demoni infantili che affollavano la sua mente e che cercava di affogare nell‘alcol.

 

Tutti noi siamo influenzati da Freud, mi pare. Io sono stato a lungo junghiano…La pittura è uno stato dell‘essere…La pittura è una scoperta del sé. Ogni buon artista dipinge ciò che è.

- Jackson Pollock

 

Ci sono immagini che andrebbero lette in tempi lunghi. Non sono adatte allo scrolling rapido. Sono frutto di complessi scintillii cerebrali ad alto impatto emotivo che generano un‘energia contagiosa per l‘osservatore.

Sono casi in cui pensi alla famosa massima di Nietzsche divenuta tra i claim più gadgetizzati. Percepisci tutto il caos interno dell‘artista, quel disagio di pochi che “disturba” il normale flusso delle frequenze standard della vita di massa. Quel disagio che in realtà innesca nuovi meccanismi progressisti perché portano a diversità, innovazione, stili alternativi che determinano tappe significative nell‘universo della creatività.

Quel disagio da interpretare come valore aggiunto che genera le stelle danzanti citate da Nietzsche.

Del resto, non avremmo mai visto l‘Urlo di Munch o il giallo ossessivo ed espressionista di Van Gogh, o i dipinti di Ligabue, i dripping dello stesso Pollock e così di tanti altri artisti. Del resto senza che la mente, il cuore, l‘anima siano sotto pressione, non ci sarebbe granché da esprimere se non l‘ordinarietà del vissuto e del visibile.

 

Ma attenzione. L‘arte di Tommaso Moscarelli è qualcosa di ibrido che sfocia nella grafica, illustrazione, nel design. E anche una sola porzione delle sue opere potrebbe essere la copertina di un libro o per intero utilizzate per l‘interior design. Come è già accaduto per porte scorrevoli di uffici e appartamenti, puff e altri elementi di arredo.

 

Bio

Nato a Trento il 24 aprile 1974, è cresciuto a Roma. A Napoli dal 1992, si forma prima da autodidatta, poi negli anni 1998 e 1999 come pittore, scultore e ceramista con il maestro Sergio Spataro.

Nel 2006 consegue il Diploma di Decorazione all‘Accademia delle Belle Arti di Napoli sotto la guida del professore Carmine Piro.

Nel 2008 con la professoressa Adriana De Manes, ottiene il Diploma di Biennio Spec. Arti Visive e Decorazione con votazione 110/110.

Oggi la sua produzione artistica si esprime principalmente attraverso la pittura su tela (acrilico/tecnica mista) e i disegni su cartoncino (penna tecnica/acrilico/tecnica mista).

Dal 2008 ha esposto in vari spazi in occasione di personali e collettive tra cui il Centro Shen, Movimento Aperto, PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, Castel Sant‘Elmo e presso la Russo Home Gallery, in collaborazione con le architette Marcella Livio, Barbara Boddi, Maria Brovero per l‘applicazione di alcune sue opere nel campo dell‘interior design.

 

 

 

 

Mappa fantastica

di Tommaso Moscarelli (www.tommasomoscarelli.art)

Dal 22 al 27 marzo

MANN- Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Sala del pianterreno a ovest dell’Auditorium del Braccio Nuovo
Inaugurazione 22 marzo 2023 ore 10.30-13.30

Allestimento di Giovanni Ortica e Teresa Di Monda

Organizzazione a cura di Nakote Aps

 

Ingresso libero su prenotazione:

infonakote@libero.it

Le prenotazioni si apriranno lunedì 20/03 e si chiuderanno domenica 26/03 – nella mail è necessario specificare

il giorno, il numero di accessi richiesti e l‘orario. Per l‘accesso è necessario attendere la mail di conferma.

 

L‘inaugurazione della mostra sarà parte integrante dell’evento “LA LINEA DEL CUORE”, realizzato dall’Associazione Nakote in collaborazione con il MANN e l‘Oasi WWF RN Cratere degli Astroni nell‘ambito delle attività dell‘Asl Na 1 Centro - DSM - UOC 25/26 Centro Diurno di Riabilitazione psicosociale Fiera dell‘Est.


Immagine di copertina: "Giostre" (50x70) © Tommaso Moscarelli

Immagine sotto: "Metropoli organica" (50x70) © Tommaso Moscarelli



03.10.2022 # 6140
The Aeronauts – Imprese titaniche in cieli totalmente digitali

Marco Maraviglia //

AI - Artificial Intelligence. I nuovi confini dell‘intelligenza artificiale per la produzione di immagini

Appunti da una video-call fatta con Massimo Nava, Ida Marinella Rigo e Sabry Ardore

Tutto quel che vedremo nell‘imminente futuro non sarà sempre vero.

In realtà è da sempre che una fotografia può essere ingannevole se decontestualizzata o manipolata in camera oscura per eliminare dissidenti dalle foto dei regimi o rielaborata con un software di post-produzione digitale per levigare fianchi e ringiovanire un soggetto o semplicemente perché è stesso l‘inquadratura a non mostrare ciò che c‘è dietro di essa.

Ma qui parliamo di intelligenza artificiale. Già impiegata in vari ambiti scientifici. Software ai quali si insegna a pensare per fare meglio ciò per cui sono predisposti. Gli “parli” e loro imparano. E più gli parli, più associano le informazioni ricevute perfezionandosi nel loro compito.

Non dobbiamo pensare ai risvolti pazzeschi come in Io e Caterina di Alberto Sordi dove la domestica robot si ingelosisce mettendo la casa a soqquadro. E nemmeno dobbiamo temere di ritrovarci di fronte al kubrickiano Hal 9000, famigerato computer di 2001 Odissea nello Spazio.

Qui ci si rilassa. Anzi, si fa arte. Si genera l‘inesistente per renderlo visibile.

 

L‘Intelligenza artificiale negli ultimi mesi è approdata con vigore nella produzione di immagini.

Ci troviamo di fronte a ritratti di donne bellissime, paesaggi mozzafiato, cavalli che corrono a pelo d‘acqua in mezzo al mare e via via tutto ciò che è immaginabile, è visualizzabile. Sarà visualizzabile. Con effetto foto-realistico. A prova di inganno. Il post-Surrealismo iperrealista del XXI secolo.

Non a caso uno dei primi software utilizzati per l‘AI Art è DALL·E che pronunciandolo ricorda uno dei più grandi surrealisti: Dalì.

 

L‘arte generativa sviluppatasi dagli anni ‘80 in poi è un po‘ la madre dell‘AI per la produzione di immagini. Ma era qualcosa di poco gestibile rispetto agli strumenti che si stanno sviluppando non solo per l‘illustrazione ma anche per l‘elaborazione di testi, musica, video.

I programmi AI di produzione immagini da agosto 2022 hanno avuto un‘escalation grazie al loro costante utilizzo di smanettoni che hanno individuato nuove opportunità creative. “La funzione sviluppa l‘organo”, verrebbe da dire. Utilizzabili su piattaforme proprietarie in versioni Beta, ogni immagine prodotta da artisti digitali, grafici, creativi, non fa altro che implementare le conoscenze al programma stesso.

 

“Text-to-image” è il percorso. Scrivi parole, frasi, testi di canzoni o brani di romanzi e gli algoritmi generano l‘immagine in base a quanto hanno già appreso dagli utilizzi dei precedenti utenti.


© Sabry Ardore

Facemmo un esperimento con amici: inserimmo contemporaneamente la stessa prompt sulla stessa piattaforma, da computer diversi, e il risultato finale fu la produzione di immagini simili ma non uguali.

- Sabry Ardore

 

Perché gli algoritmi hanno una velocità di calcolo vertiginosa. Riconoscono cosa hai realizzato in precedenza cercando di comprendere e affinare il tuo stile personale.

Dipende da quali “filtri” hai utilizzato per le precedenti creazioni. Se hai dato input di stile artistico alla Hopper o che richiamano quello di Van Gogh o di artisti del Rinascimento.

Perché il software è stato comunque scritto inserendo a monte grandi quantità di immagini trasformate in algoritmi. E a quelle immagini si aggiungono via via quelle generate dagli utenti, interfacciandosi, producendo in maniera esponenziale ulteriori dati messi a disposizione dal software stesso e quindi degli utenti. Ma i programmi sono ancora dei fanciulli che hanno ancora tanto da apprendere. E allora può capitare che inserendo nel prompt il nome di uno degli autori conosciuti, si possa generare un‘immagine che riprende il suo stile. Perché anche quello è un parametro intercettato dagli algoritmi.

I prompt sono visibili su alcune piattaforme e quindi copiabili come su Midjourney e Dream Studio, su altre piattaforme restano segreti.

 

Non è raro che ci siano digital artist che si vedono clonati nello stile anche perché c‘è stata un‘impennata di visite sui loro profili. È uno dei motivi per cui gli algoritmi potrebbero cercare di lavorare principalmente su artisti deceduti per evitare implicazioni anche di copyright.

- Massimo Nava

 

Algoritmi… ma quanto sono intelligenti?

 

Capita che ci siano alcuni limiti per la generazione di immagini in AI. Le estremità corporee e a volte le proporzioni nelle figure a mezzo busto e intere non sono congrue.

- Ida Marinella Rigo

 

È ancora tutto in progress, da sperimentare. Artisti digitali e non, grafici, fotografi, nerd o semplici curiosi stanno in realtà contribuendo a sviluppare l‘opportunità dell‘AI Art. Non è importante saper scrivere un poema ma avere le idee chiare di ciò che si vuole ottenere digitando le parole giuste nei prompt. E i programmi miglioreranno sempre di più.

È possibile rimodificare una propria fotografia originale come aggiungere un vestitino, cappellino e sciarpetta al proprio gatto tanto che sono stati nel frattempo annunciati nuovi plugin per Photoshop e altre applicazioni.



© Massimo Nava



La muscolatura del corpo umano non è generata al top ma è qualcosa che via via si sta perfezionando. Al momento le piattaforme non riescono però a produrre linee prospettiche e questo è un altro limite che dovrà essere superato.

- Massimo Nava

 

Ma come iniziare a esplorare e praticare in questo fantastico mondo dell‘AI con DALL·E, Midjourney e simili?

Al momento, essendo tutto in versione beta, non è ancora possibile acquistare programmi. A volte ci sono delle waitlist: ti registri, ti metti in lista di attesa fin quando ti viene dato l‘ok per iniziare.  Recentemente è possibile iscriversi su DALL·E 2 senza mettersi in coda.

Il suggerimento che darei è quello di seguire il gruppo AI Art dove, cercando i post dei moderatori, vi sono indicazioni utili per iniziare attraverso varie piattaforme. Eh sì, perché qui è come se si trattasse di provare varie auto per scegliere quella più adatta alle proprie esigenze.

 

Sono strumenti che servono a produrre immagini quando in rete non si trovano quelle gratuite che servirebbero per un lavoro.

- Sabry Ardore

 

In un futuro, forse non tanto lontano, potremmo ritrovarci buona parte delle immagini pubblicitarie create con AI. Libri illustrati grazie all‘intelligenza artificiale. E probabilmente scorreranno fiumi di parole come oggi stiamo ancora a discutere su quale sia la “vera fotografia” tra pellicola e digitale.

Ma i problemi che si potrebbero presentare saranno altri.

 

Potremmo ritrovarci in situazioni che distorcono la realtà con serie implicazioni sociali come il bullismo o la circolazione di immagini false di persone inserite in filmati di Youporn o Onlyfans o anche per fini politici.

È chiaro che la direzione giusta sarà quella di regolamentare l‘utilizzo di questi strumenti come l‘inserimento di metadati accessibili o filigrane individuabili da appositi lettori.

- Massimo Nava

 

Ci saranno casi in cui i media, senza verificare ciò che pubblicano e in buona fede, ci mostreranno scene di cronaca internazionale realizzate con l‘AI?

 

Ma guardiamo con entusiasmo ai vantaggi delle opportunità dell‘AI.

Oltre quelli che possono essere gli impieghi creativi nel campo dell‘arte e della comunicazione per gli addetti ai lavori, credo che queste applicazioni abbiano fatto la felicità di qualcuno. Ragazzi e adulti che si sentono di creare qualcosa artisticamente. Qualcosa di divertente e appagante che si vive attivamente.

- Ida Marinella Rigo

 

 

Insomma l‘AI ha un suo fascino per la produzione di immagini nel prossimo, immediato futuro. Ma attenzione a non ritrovarsi coinvolti in bugie visive pericolose perché la storia di Al Pacino che riesce a sostenere un grande inganno in S1m0ne è solo un film.



© Ida Marinella Rigo


TIMELINE: LA RAPIDA EVOLUZIONE DELL‘AI

A cura di Massimo Nava


«La premessa è il continuo "riversamento" di funzionalità, fenomeno facilmente osservabile tra le piattaforme che si inseguono in un turbinio di "botta e risposta" che si è velocizzato dalla fine di agosto fino ad oggi (generando, del resto, la mole di articoli e criticità cui accennavo durante la diretta - riferimenti in basso, a fine elenco).»

 

1      Artbreeder, l‘antesignano più noto (2018-2021+): 

Questa piattaforma è la prima ad aver suggestionato gli artisti con le sue funzionalità GAN-generative. Si basa su interfaccia e parametri da governare che costruiscono il risultato in un "mix" interattivo perpetuo (virtualmente). Negli ultimi mesi ha proposto un aggiornamento al suo modello costruttivo ma sembra essere rimasta un po‘ indietro rispetto agli altri. Prevede una formula a pagamento con abbonamento mensile.

2      Nvidia Canvas (2020-2021+): 

La nota Nvidia fece scalpore un paio di anni fa mostrando questa sua applicazione disponibile solo su SO dotati di schede Nvidia. Nei video diffusi inizialmente fu grande lo stupore nell‘assistere ad una modalità di "disegno assistito", promessa che venne mantenuta nella Beta rilascia agli utenti. Il software è ancora in Beta (un aggiornamento è arrivato da poco, mantenendo il tool nel suo stato di Beta, appunto). Nvidia dispone anche di una versione online che sfrutta la dinamica text-to-image/prompt-to-image, anch‘essa in beta, oltremodo macchinosa.

3      Wombo Dream (2021+) 

Wombo nasce nel 2021 cavalcando l‘onda AI che iniziava a farsi sentire con insistenza. Ha guadagnato consensi con la sua applicazione, basata su prompt e preset di stile, preparandosi al mercato NFT fin dalle prime battute (orientamento ufficializzato negli ultimi mesi con l‘aggiornamento dell‘applicazione). A differenza delle altre piattaforme si basa, nativamente, sul formato "Card" tipico di un genere di NFT. I risultati sono piacevoli ma richiedono più tempo e impegno rispetto alle altre piattaforme. 

Negli ultimi tempi ha iniziato ad esplorare una modalità basata su Discord.

4      DiscoDiffusion (2022)

La prima "Collab" che ha inaugurato la stagione del fermento sulle AI si impone subito con il suo stile votato alle Digital Art e, dall‘avvento di Midjourney in poi continuerà ad evolversi con una serie di rilasci frequenti. La sua modalità basata di Google Drive è gratuita e, di conseguenza, fa la felicità della massa che inizia a mostrare i propri risultati online.

5      Midjourney (2022)

Con un approccio differente (sviluppo di una community online e utilizzo dei server Discord) arriva poi Midjourney che tra maggio e agosto rilascia diversi aggiornamenti crescendo in utenza e funzionalità. Da fine agosto in poi la crescita è divenuta esponenziale prendendo "spunto" da Stability ed il suo StableDiffusion raggiungendo livelli qualitativi che spingono e sostengono la community. Dopo la trial è richiesto un abbonamento disposto su livelli diversi.

6      Dall-E (2021+)

Tra i 2 contendenti, entrambi votati alla Digital Art, la piattaforma che ha prodotto uno tsunami di recensioni online è Dall-E che, prima degli altri, permetteva di ottenere anche un buon livello di fotorealismo oltre ad offrirsi come piattaforma in grado di trasformare qualsiasi suggestione in una composizione creativa, per quanto surreale potesse essere. Il suo modello è rimasto vincolato ad un accesso limitato per molto tempo, contribuendo a costruirne il "mito" ma in ritardo sul rilascio effettivo delle altre piattaforme mentre recuperavano il terreno perduto. Oggi continua ad aggiungere funzionalità muovendosi in una direzione parallela ma diversa rispetto agli altri "contendenti". 

Online sono nate altre iniziative basate sul suo codice chiamate "Dall-E mini" come:  https://www.craiyon.com/ (che sono più divertenti che utili).

La vocazione al "meme", in tutti i casi, è evidente.

7      Stability.ai (2020/2021+)

Dalla fine di agosto (22 agosto) arriva sugli schermi l‘azienda che incendierà le polveri e spingerà ad un salto evolutivo Midjourney. È il momento di Stable Diffusion

Stability, di fatto, sarà l‘elemento che renderà "instabile" il mercato rompendo alcuni equilibri. Dispone di 2 modalità: una in versione Collab (del tutto simile a DiscoDiffusion) ed una in versione web-app, più facilmente utilizzabile dagli utenti, chiamata: DreamStudio (inaugurata il 6 settembre).

Le versioni di StableDiffusion seguono il modello gratuito e godono di applicazioni a supporto degli utenti. DreamStudio funziona invece con crediti a consumo.

 

 

 

Massimo Nava

Di Reggio Calabria. Vive a Roma.

Massimo Nava (a.k.a. Artlandis) è Creative Strategist, Social Media Expert, Digital Artist.

Freelance dal 2001 segue le evoluzioni del mondo del mondo digitale, tra sperimentazione, nuovi linguaggi visivi e suggestioni mainstream.

È admin della Community Grafici Creativi e fondatore del progetto di formazione gratuita “Artlandis‘ Learning” (attivo dal 2011 con eventi dal vivo, webinar, podcast, guide e contenuti a tema).

Nel tempo libero si dedica a Cinema e Serie, ai Videogames, alla cucina amatoriale ed alla scrittura.

Vive a Roma, immerso in rete, tra social, nuove idee e progetti.

Ama la diversità, gli archetipi e le Conversazioni.

 

Ida Marinella Rigo

Di Savona. Vive a Milano.

Ligure di nascita, nel 2002 mi trasferisco a Milano. L‘arte è sempre stata per me un bisogno, una necessità. Nel 2014 diverse vicissitudini mi portano a dover cambiare lavoro, stile di vita, a reinventarmi. Un cambiamento traumatico; ho sentito l‘esigenza di esorcizzare le mie paure e la mia irrequietezza. Nel 2016 ho iniziato a “curarmi” da autodidatta con la fotografia: tramite le immagini ho cercato di dare voce ai miei urli muti. La fotografia per me non è staticità ma movimento, mutevolezza, è l‘indefinito all‘interno del finito, è uno strumento malleabile volto a mostrare la “mia” verità. Ad oggi mi sto dedicando allo studio delle AI come strumenti da poter utilizzare come integrazione alle mie fotografie.

 

Sabry Ardore

Di Napoli. Sempre in giro per lavoro.

Fotografa e digital artist.

Laureata in fotografia, cinema e TV presso l‘Accademia di Belle Arti di Napoli, master in Pubblicità art direction e copywriting presso ILAS.

La sua è una ricerca artistica a 360° spaziando tra foto di viaggio, reportage, commercial, sperimentali, autoritratti e composizioni grafiche semplici e complesse con uno stile dark/gothic surreale.

20.09.2022 # 6136
The Aeronauts – Imprese titaniche in cieli totalmente digitali

Angelo Scognamiglio //

Adobe acquisisce Figma. Il mondo dell‘interface design è destinato a cambiare?

Tra smentite e conferme, cosa possiamo aspettarci per il futuro della UI/UX design

Era da qualche tempo nell‘aria, ma è stata ufficializzata da qualche giorno attraverso il blog di Adobe una delle più importanti acquisizioni nel mercato creativo degli ultimi anni.

Adobe, leader da decenni nel settore del digital design, ha acquistato Figma - un web tool che negli ultimi anni si è affermato sempre di più tra gli UX/UI designer di tutto il mondo, e che ha conquistato per le sue feature rivoluzionarie come il multiplayer - ponendo di fatto fine alla diretta concorrenza con Adobe XD. La notizia ha fatto certamente sobbalzare tutti, e le reazioni degli utenti di XD e Figma sono le più disparate, dalla rabbia all‘entusiasmo, ma al momento i piani futuri non sono noti e non è chiaro se Adobe XD e Figma continueranno a convivere sotto lo stesso tetto per lungo tempo.

Quel che è stato dichiarato ufficialmente, è che per il momento Figma non subirà alcuna conseguenza dall‘acquisizione, continuando il suo percorso di crescita individuale senza freni o vincoli di alcuna natura, ma è certo che prima o poi le conseguenze dell‘avvenimento inizieranno a sentirsi.

Figma potrebbe negli anni entrare nel pacchetto delle app Creative Cloud e, perché no, beneficiare di tutte le integrazioni con gli altri software Adobe, mentre Adobe potrebbe, grazie alle solide e moderne basi di Figma, migliorare di gran lunga l‘aspetto collaborativo in tempo reale all‘interno dei suoi prodotti, in special modo ora che sono in sperimentazione anche tool quali Photoshop Web.
Perché no, sarebbe un win-win su entrambi i fronti, non ci resta che aspettare qualche anno.

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