Marco Maraviglia //
Francesca Artoni. Il tempo in un attimo di ghiaccio
Fotografie di attimi di vita congelati. Wunderkammer sentimentali fatti di “perle” raccolte a KmZero
Chi è Francesca Artoni
Classe 1978. Nata a Guastalla (RE).
È perito chimico, lavora in ambito ospedaliero in un reparto operatorio, volontaria della Protezione Civile e non ha mai fatto studi artistici ma in età più matura e in pochissimi anni, è entrata nella carreggiata della fotografia artistica. Con risultati che non avrebbero deluso lei per prima visto che ha sempre coltivato la sua vena creativa dipingendo, disegnando o ritrasformando oggetti riportandoli a vita nuova.
Pur essendo una nativa digitale appartenente alla grande famiglia dei Millennials, appare come una donna d’altri tempi. Nata a contatto con la campagna e cresciuta nell’azienda vinicola di famiglia, la sua personalità sembra uscire da una fiaba dei fratelli Grimm.
Colleziona quelle che lei definisce “perle”. Tutto ciò che possa ricordarle attimi di vita. Suoi o quelli di altri. Le raccoglie e, attraverso processi di empatia e contaminazioni di tecniche artistiche che vanno dal collage al congelamento, passando per ruggine, ritagli di idee e quant’altro, le racconta in poesie visive.
Nel 2012 il marito le regala la prima fotocamera e inizia a frequentare alcuni incontri di fotografia. Dopo niente è stato più lo stesso.
Conservare (abstract)
In un mondo in cui tutto scorre sul filo della corsa al consumo, dove qualcosa che si rompe o si guasta finisce per lo più in discarica perché scompaiono gli “aggiustatori”; la produzione in serie rischia di non far più distinguere il lavoro esclusivo e certosino dell’artigiano; la sovrapproduzione di fotografie che non vengono stampate facendo disperdere nell’ambiente momenti di riferimento della vita e valori umani rendendo anaffettive le persone, c’è chi rema controcorrente.
Qualcuno conserva ancora le vecchie cartoline ricevute dagli amici o le lettere d’amore dell’era pre-email. Qualcuno possiede i barattoli o le scatole dei ricordi in cui sono custoditi il primo dentino perso, una noce a tre spicchi, una piccola saponetta rubata in un albergo ancora nella sua confezione originale, un sassolino a forma di cuore raccolto su una spiaggia proprio durante un incontro sentimentale o anche una levetta di una lattina di bevanda vintage che fu la prima fede di fidanzamento.
Si tratta di una sorta di disposofobia positiva, la selezione di oggetti fatta non in maniera compulsiva ma legata a momenti particolari della propria vita. Wunderkammer sentimentali. Per accarezzare la vita del passato in un processo psico-emotivo che ci lega alla bellezza del presente. Amando il già vissuto.
Ma a chi saranno destinati questi oggetti senza racconti scritti che ne descrivono i loro attimi, del perché sono lì, conservati accuratamente anche se giù in cantina?
Forse chi li ritroverà durante gli sfratti di vecchie case senza più parenti, coglierà la magia contenuta in essi. Un’energia percepibile da qualche sensitivo o da chi ha a cuore il rispetto della memoria. E i mercatini delle pulci sono grandi serbatoi di sentimenti andati. Lì dove la memoria ha l’opportunità di percorrere altre vi(t)e.
Come capsule del tempo destinate a quel che resterà di un’umanità estinta o agli alieni di passaggio su questo pianeta.
Lo spacciatore di vecchie foto
Francesca Artoni cavalca l’onda dei ricordi. Non soltanto quelli suoi.
Per lei conservare oggetti nasce dalla necessità di catturare momenti che possono sembrare banali ma che in realtà sono sintesi del suo modo di “aver cara la vita”.
E questo può avvenire anche attraverso la post-fotografia: il recupero di foto vecchie di famiglia attraverso una reinterpretazione che non ne intacchi il ricordo, ma lo congela.
Francesca Artoni ha il suo pusher di fiducia. Uno dei tanti svuota cantine che hanno il triste compito di rimuovere ciò che è stato per tanti anni serbatoio di ricordi di famiglia e smistarlo tra mercatini, antiquari, discarica. Da lui Francesca riceve delle foto che lei continua a preservare.
Qualcuna di queste immagini diventa per lei oggetto di Criogenia.
Criogenia è il progetto di Francesca Artoni di cui sono esposte alcune immagini presso Movimento Aperto a Napoli.
«Criogenia è nata da una mia riflessione sul tempo. È un pensiero che unisce molti miei lavori. Ho tratto ispirazione dal tema capolinea, per riflettere sulla ciclicità del tempo. Il tempo ciclico, o concezione circolare, vede l'universo come un continuo prodursi e disfarsi, nella sequenza eterna ed infinita della vita.»
Vecchie foto di famiglia, fiori e insetti del suo giardino, Francesca li congela immaginando per essi un’ibernazione che fissi per sempre la loro essenza. La paura forse di perdere attimi, sia pur minimalisti, che fanno parte comunque dell’armonia ciclica della vita.
Le immagini di Criogenia risvegliano nella mente i profumi che ci hanno donato i fiori, il battito di ali degli insetti, le emozioni di attimi di gioia familiare.
Si tratta di un processo delicato e intimo dell’autrice che non si limita al semplice scatto fotografico di tali oggetti. Francesca ne esorcizza la loro caducità congelandoli, come volerli soccorrere trasferendoli in una macchina del tempo per salvarne la loro bellezza nascosta.
Immagini che traspaiono dal ghiaccio come oltre un vetro appannato di una finestra. Un gioco visivo di vedo non vedo. Immagini oniriche di un mondo realmente esistito oltre quel ghiaccio che lo preserva.
La mostra
Criogenia di Francesca Artoni nasce nel 2017. È un work in progress che l’autrice via via implementa con nuovi soggetti ghiacciati e poi fotografati. Nella sua ricerca tende a individuare una gamma cromatica abbastanza estesa e comunque leggera, soft, acquerellata, sfumata.
Sedici sono le immagini esposte su un totale di oltre quaranta foto al momento realizzate.
Una parte è dedicata al mondo vegetale realizzata con fiori del proprio giardino, un’altra parte è dedicata al mondo animale con piccoli insetti. La terza sezione è dedicata all’umano in cui sono “glaciati” oggetti e foto di famiglia.
Le stampe fineart sono tutte quadrate in formati variabili a partire dal 25x25 e incorniciate in 50x50.
Immagini tutte realizzate a Km0: lavori che si sviluppano tra il giardino e gli interni della sua casa di campagna.
Tra i profumi della vigna, il legno di un camino acceso, collage e ricordi rinchiusi in scatole.
Per chi volesse addentrarsi maggiormente nel senso nel lavoro di Francesca Artoni si suggerisce la visione di Ogni cosa è illuminata di Liev Schreiber e Il favoloso mondo di Amelie di Jean-Pierre Jeunet.
Il tempo in un attimo di ghiaccio
di Francesca Artoni
a cura di Giovanni Ruggiero
MOVIMENTO APERTO di Napoli, dell’artista Ilia Tufano
Via Duomo, 290/C
dal 4 al 30 marzo 2022
il lunedì e il martedì ore 17-19, il giovedì ore 10.30-12.30
e su appuntamento chiamando i numeri 3332229274 - 3356440700