Chi è Salvatore Mattozzi
Classe 1955. Nato a Napoli.
È disegnatore, fumettista, illustratore, fotografo, videomaker, grafico, giornalista.
Salvatore Mattozzi è uno degli illustratori più prolifici dello scenario editoriale italiano che dal 1976 vanta collaborazioni per i principali quotidiani, settimanali e mensili nazionali tra cui Il Corriere della Sera, Il Mattino, Il Sole 24 ore, Campus Web, Happy Web, L'automobile, Il Male, L'Espresso, Class. Ha realizzato copertine per libri editi da Mondadori, Pironti, Liguori. E non è tutto.
Il suo libretto scolastico lo indirizzava, al termine delle scuole medie, verso il Liceo Artistico ma, avendo avuto votazioni basse dovette ripiegare verso il Liceo Scientifico. Solo un paio d’anni dopo si presentò da privatista per accedere al Liceo Artistico iniziando dal II anno. Dopo una lunga frequentazione come studente di Architettura, lascia l’Università per iniziare a prendersi la sua vita.
Il suo percorso professionale è fatto di innumerevoli tappe che si sono avvicendate tra di loro con una cronologia che talvolta si accavalla, si dirama, si allunga e allarga verso varie esperienze che non possono non collocarlo in quella fascia di creativi poliedrici che hanno lasciato traccia un po’ ovunque nel campo della comunicazione.
Qualcosa delle sue esperienze
Iniziò a lavorare nello studio di progettazione del padre architetto che realizzava importanti edifici di Napoli.
Disegnatore tecnico ma anche costruttore di modelli plastici per importanti società. Una passione che a Salvatore Mattozzi gli è rimasta portandolo a riprodurre in scala la stazione della metropolitana dei Campi Flegrei in maniera maniacale e iperrealistica. Colorandone anche con l’aerografo alcuni dettagli. Ma questo lo fa per se stesso. Dal 2017.
Per un periodo lavorò a Radio Spazio Uno come autore di programmi tra cui Strazionissimo che si ispirava alla nota trasmissione Alto Gradimento di Arbore e Boncompagni. Lì entrò in contatto con i rappresentanti di case discografiche che notarono alcuni suoi disegni appesi alle pareti della radio e, da cosa nasce cosa, conobbe Roberto Davini che lo presentò negli uffici della casa discografica RCA dove iniziò a realizzare alcune copertine e successivamente anche per CGD Messaggerie Musicali, Bideri, Wroom.
Suo è Roghetto il diavoletto che disegnò come mascotte per RAI Radio1 di cui realizzarono un gadget che girava nelle redazioni della radio.
Su invito del giornalista Luciano Scateni, iniziò a collaborare per Paese Sera.
Nel 1979 partecipa alla prima edizione del Napoli Comics con una tavola su Stankimort, un omino che acquisiva poteri da super eroe per risolvere i problemi di Napoli ingerendo un semplice chicco di caffè. Grazie al successo del personaggio frutto della fantasia dello stesso Mattozzi, si aprirono le porte del maggior quotidiano del Sud, Il Mattino, che gli pubblicò nel 1981 un inserto di otto pagine dal titolo Super uomini si nasce.
Nel frattempo l’organizzazione della Napoli Comics, gli affidava la realizzazione del manifesto delle edizioni successive della mostra-concorso del fumetto.
Un giovane “Armando Testa” partenopeo cresceva.
Al Mattino ci resta. Anzi, gli affidano la sua postazione dove disegnare per lavorare alla rubrica Mattino ragazzi e poi nel 1986 parte il progetto W la bici dove per la prima volta vengono illustrati itinerari cicloturistici in Campania e da Mattozzi stesso individuati in quanto è sempre stato appassionato di bici, natura, storia, archeologia.
Quel suo Stankimort intanto continuava a viaggiare su altre onde, anzi, su veri chicchi di caffè perché divenne testimonial per il caffè Cirio col primo importante contratto di lavoro.
Per la pubblicità firma inoltre i manifesti per il Comune di Milano, per A2A Energia, per alcune edizioni di Innamorarsi a Napoli e Domenica ecologica e altri lavori per il Comune di Napoli.
A cavallo tra la fine degli anni ’80 e la prima metà dei ’90, Salvatore Mattozzi firma le copertine dei supplementi settimanali del Mattino: La Domenica e L’Agenda del Sole.
Nel 1999 cosceneggiatore con Sonia Bruno e Francesco Esposito, realizza le tavole per il libro La rivoluzione che non fu; Napoli 1799 pubblicato da Liguori Editore. Con ritmo serrato, ironia, tagli delle inquadrature delle strip da videoclip, colori forti.
L’alta velocità ai tempi delle chine e della carta
Praticamente entra nelle grazie del direttore del Mattino, Pasquale Nonno, e durante la Guerra del Golfo l’art director del giornale, Carlo Monti, lo incarica di realizzare le tavole che illustrassero la posizione dei mezzi militari. Quasi in tempo reale.
Si lavorava ad alta velocità e a mano. Disegni su carta. Alle 15.00 dal corrispondente a Baghdad arrivavano le informazioni. Per le 17.30 dovevo consegnare il lavoro per l’edizione di mezzanotte. Il tutto si ripeteva alle tre del mattino per l’edizione aggiornata che usciva all’alba. Perché nel frattempo truppe e carrarmati si erano già spostati.
Anche di domenica. Giorni di vacanza che saltavano. Poi l’arrivo del computer, del digitale, anche se all’inizio è stato traumatico, mi fece capire che potevo aumentare la mia velocità implementando l’analogico con la tavoletta grafica.
Nel periodo analogico Salvatore Mattozzi lavorava con chine, pastelli acquerellabili, areografo. “Per le copertine dei dischi i colori avrebbero contrastato troppo se non avessi usato l’aerografo per rendere le sfumature giuste.”
Nel 1993 Piergiorgio Malone, rinomato designer della grafica italiana e progettista grafico di importanti giornali nazionali, invita Mattozzi a passare al digitale.
I “frottage” di Salvatore Mattozzi
La stampa chiamava “frottage” alcuni lavori di Mattozzi ma in realtà erano fotomontaggi realizzati con tecniche miste: ritagli di fotografie con interventi grafici. Tecnica utilizzata da artisti del ‘900 tra cui Henri Matisse, John Heartfield, Hannah Höch.
Fotomontaggi che poi, grazie al digitale, gli hanno consentito di essere più veloce affinandone la tecnica.
Come gli inserti per il Corriere in occasione dei 40 anni di Sanremo.
tecnica- collage fotografico su carta Il Mattino - Mercoledì 8 Gennaio 1997
© Salvatore Mattozzi
Un artista?
Chine, aerografo, pastelli, fotomontaggi… Salvatore Mattozzi ha avuto nel suo percorso professionale la capacità di rinnovare il suo stile. A differenza di altri ben noti illustratori e vignettisti che sono sempre riconoscibili probabilmente per esigenze commerciali, Mattozzi ha sempre scardinato la sua creatività avventurandosi tra reminiscenze culturali e artistiche che lo hanno formato. Nelle sue illustrazioni si intravedono influenze jacovittiane, disneyane, di Bruno Bozzetto, di un certo filone della Pop Art, un po’ di Cubismo, fino a giungere al suo ultimo periodo in cui è fortemente presente lo stile Futurista.
Perché Mattozzi è un appassionato di cultura con una folta libreria i cui libri spaziano dall’archeologia all’arte, dalla fotografia all’architettura, dall’ambiente alla storia e tanti input non possono non dargli spunti alimentando quel prolifico laboratorio di creatività che è nella sua mente.
E il mondo di Mattozzi non è solo fumetto, illustrazione, fotografia, documentari realizzati per la RAI con Mario Franco e Aldo Zappalà ma anche impegno sociale, archeologico e per l’ambiente in quanto promotore dell’Associazione Gruppo Archeologico Napoletano con la quale realizza la prima carta archeologica dei Campi Flegrei e dei Monumenti storici dei Camaldoli e collabora con il Club Alpino, Lega Ambiente, Cicloverdi, WWF.
Ha esposto in varie occasioni i suoi lavori presso lo Studio Morra, al Goethe Institut, all’Institute Francaise de Naples Grenoble.
Non sono io a definirmi artista. Non potrei mai essere uno che dice “sono un artista”. Se lo sono, lo lascio dire ad altri.
La pensione
Salvatore Mattozzi è ormai in pensione ma resta attivissimo. Circondato da qualcuno dei suoi trentacinque gatti ai quali ha dato nomi di grandi aziende, continua a lavorare per se stesso. Schizzi, disegni, progetti, video, cartoni animati.
Una virulenza creativa addirittura accresciuta nel periodo del lockdown pandemico.
Per me non c’è bisogno dello psicanalista. Esprimo i miei problemi, paure, angosce, crisi esistenziali esorcizzandole attraverso il lavoro… di quest'ultimo periodo è tutto materiale inedito, mai pubblicato e che nessuno vedrà mai.
La prossima mostra
In occasione dei 130 anni di Il Mattino, alcuni lavori di Salvatore Mattozzi saranno esposti al Circolo della Stampa di Avellino.
Inaugurazione il 12 marzo alle ore 17.30
Info
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Corriere della Sera - CorrierEconomia lunedì 9 gennaio 2012 disegno digitale su tavoletta grafica © Salvatore Mattozzi