Paolo Falasconi //
Creative Commerce, il futuro della pubblicità è servito
Questo è il cambiamento più importante in pubblicità dopo la rivoluzione digitale
Se c'è una cosa che il tempo in questi ultimi due anni ci ha aiutato a focalizzare, e la pandemia ad evidenziare ancora di più, è che nel mondo della comunicazione pubblicitaria il consumatore in quanto persona e non acquirente, è la figura chiave intorno a cui concentrarsi.
Indipendentemente forse da ciò che il mercato avrebbe voluto, è emerso chiaramente il bisogno delle persone di ricalibrare il proprio stile di vita in funzione di una maggiore attenzione alle interazioni e alla qualità del tempo investito in una qualunque attività.
In termini più concreti questo si potrebbe tradurre come una aumentata propensione alla partecipazione diretta, più immediata, maggiormente orientata a favorire l'interazione fisica possibilmente reale e, dove possibile, anche virtuale sfruttando la tecnologia.
La customer experience ha assunto una importanza fondamentale per garantire il giusto grado di connessione tra il brand e il consumatore e la necessità di garantire la continuità nell'accesso ai beni e ai servizi ha spinto i marchi a dotarsi di piattaforme di e-commerce estremamente avanzate, oltre a curare in generale la UX in modo da eliminare eventuali filtri e passaggi non strettamente necessari per rendere l'esperienza complessiva più fluida e appagante.
L'aspetto più interessante però è che da un punto di vista della creatività, tutto questa tecnologia ha una importanza notevole per consentire alla comunicazione di fare un vero salto in avanti. Stiamo assistendo alla nascita di una nuova fase per la comunicazione pubblicitaria.
Così come appare oggi chiaramente, il commercio non è più solo una questione di transazioni economiche ma rappresenta una grande opportunità per i brand che, sfruttando la tecnologia, possono sperimentare nuove forme di commercio che pongono al centro l'esperienza d'acquisto, e lavorano per costruire nuove interazioni.
Se da un lato il mondo è cambiato, la maggior parte del business pubblicitario sta facendo fatica ad andare avanti, ma la direzione è decisa. Le aziende più innovative si stanno già muovendo per reclutare persone altamente creative capaci di interpretare questi bisogni, schierando nuove competenze e aprendo posizioni per ruoli più complessi e per certi versi meno codificati e più "disordinati".
Il Creative Commerce rappresenta il futuro prossimo su cui si giocherà la carta della creatività interconnessa con la tecnologia e la cultura, per produrre una esperienza del tutto nuova in cui marchio e consumatore sono estremamente vicini.
Per capire di cosa stiamo parlando un ottimo esempio è la campagna DIESEL "Enjoy before returning" di Publicis Italia, vincitrice del Leone di Titanio a Cannes nel 2021, che ha visto un coinvolgimento dei social e di diversi mezzi per raccontare del Wardrobing (cioè l'acquisto e poi la restituzione di un capo dopo averlo indossato). Tutto il concept è costruito per coinvolgere tanto l'acquirente quanto il brand senza soluzione di continuità ed è pensato con l'obiettivo di raggiungere un forte impatto commerciale, come in effetti è accaduto.
Mondo virtuale e mondo reale stanno convergendo rapidamente verso un unico luogo man mano che la tecnologia aprirà nuovi modi per connettersi e i consumatori oramai si aspettano il vantaggio aggiuntivo di una esperienza dove l'aspetto commerciale è solo una parte del gioco.
Su questa base si stanno muovendo molti altri grandi marchi e in effetti il Cannes Lions si è attrezzato con un suo premio Creative Commerce Lions per celebrare proprio l'approccio creativo e immersivo dell'esperienza commerciale.