Marco Maraviglia //
Non dite alla madre di Sara Munari che è andata nello spazio
Un viaggio impossibile con prove fotografiche schiaccianti che dimostrano l‘esistenza di una storia accaduta. Nella mente o nella realtà non ha importanza
C‘è chi quando perde una persona cara non cancella il suo numero di telefono dalla rubrica del telefono e non la rimuove dai suoi contatti sui social.
Non solo continui a custodire nel cuore e nella mente i ricordi vissuti con tale persona, ma sei tentato di provare a telefonarla. Mantieni una speranza che possa risponderti da chissà quale luogo. Poi ti fermi mentre stai per cliccare su quel nome e compaiono i lucciconi agli occhi.
Al massimo scrivi un post sul suo profilo. Magari in occasione del suo compleanno. Per condividere con gli amici in comune la grande mancanza che avverti. O degli aneddoti carini vissuti insieme.
Condividere anche dolori e tristezze è cosa umana.
A volte quelle persone care ti vengono a trovare nei sogni. Ridiamo, scherziamo in posti indefiniti ma che avvertiamo reali, ci si abbraccia e al risveglio ci sentiamo un po‘ delusi ma sollevati. A volte felici per il resto della giornata.
Quando un parente stretto inizia ad allontanarsi da noi un po‘ alla volta, è sempre un dramma. Un distacco biologico graduale che ci impedisce di comunicare in maniera lucida. Il tempo che scorre ci prepara lentamente alla perdita. Mettendoci a dura prova quando si giunge a quella volta in cui non siamo più riconosciuti.
Momenti in cui nascono meccanismi di sopravvivenza emotiva. Cercando nuovi canali di comunicazione, inventandoseli, pur di mantenere un legame con chi è stato parte della propria vita. Cercando di non farsi travolgere dal quel labirinto di nuvole che ti rende impotente.
Attenzione, chi non crede ai mondi oltre, può accomodarsi fuori la porta dove è appeso il cartello su cui è scritto “Other places”. Perché sembra che le prossime righe siano tratte da un racconto di fantascienza o da un dipinto surrealista. Ma invece è tutto vero. Ci sono le foto che lo dimostrano. È tutto reale. Nessun programma di fotoritocco. C’è anche un video che testimonia l‘esperienza di Sara che, tiene a precisare, ha piena facoltà di intendere e di volere.
Sara Munari intraprende un viaggio tenuto nascosto alla madre per anni. È nata nel 1930 e adesso ha 88 anni.
Adesso Sara può raccontare tutto perché sono decaduti tutti i termini di segretezza di quando lavorava per la RASA (Rational Aeronautics and Space Administration).
Nel 1958 fondiamo la NASA (National Aeronautics and Space Administration) l‘agenzia governativa civile responsabile del programma spaziale degli Stati Uniti d‘America e della ricerca aerospaziale.
Nel 1959 creo un settore personale, la RASA (Rational Aeronautics and Space Administration e acronimo del mio nome), che si occupa solo di avvenimenti considerati realmente accaduti perché scientificamente provati (da qui Rational).
Io sono quello che viene definito “membro occulto” quindi il mio nome non è mai potuto comparire per ragioni di sicurezza, così come il settore RASA.
Se non ci credi significa che non ti sei accomodato fuori quella porta.
Non ditelo a mia madre è l‘opera che racconta il viaggio compiuto dall‘autrice per ritrovare il padre sofferente di Alzheimer, sul pianeta Musa 23 (MUnari SAra).
È una metafora nata dall‘incapacità di comunicare con chi è affetto da Alzheimer. Un viaggio in cui Sara incontra altri umanoidi ma si confronta solo con l‘extraterrestre x23. Il padre, che deve poi forzatamente tornare sul suo pianeta. È il distacco da chi non ha più possibilità di miglioramento dalla malattia.
Il racconto fotografico ha un approccio ironico. Una scelta legata agli interessi del padre di Sara Munari: «persona socievole e fantasiosa, amante di tutto ciò che riguarda lo spazio e la possibilità dell‘esistenza di altre forme di vita».
Sara Munari ritorna sul pianeta Terra e al risveglio si ritrova in quel limbo in cui lei stessa non sa se sia stato tutto reale. Ma nella stanza trova fotografie che testimoniano il suo viaggio.
Vecchie fotografie usurate e ammuffite dal tempo. Ma quale tempo? Metafisico? Surreale? Chi decide che il tempo sia quello vissuto nel mondo reale? E quali sono i canoni del reale? I sogni esistono fisicamente da qualche parte? Ma, innanzitutto, possiamo avere la libertà di immaginare mondi paralleli e magari crederci fino a prova contraria? Essere irrazionali, fantasiosi, immaginatori, non fa bene alla propria mente per evadere ed esorcizzare ciò che riteniamo sia la realtà?
Immaginare costa zero, in fondo. E Sara non è detto che sia nata il 23 maggio 1972 come dice la sua anagrafe, ma nel 1930.
Mi chiamo Sara Munari, sono nata nel 1930 a Milano, in Italia.
La mia famiglia è emigrata a New York l‘anno successivo.
Dopo innumerevoli studi, tenuti nascosti fino ad oggi, posso dire di aver scoperto la vita su un altro Pianeta.
Ho 88 anni, ho piena facoltà di intendere e di volere.
Qui ci sono i miei studi e le mie scoperte. Dopo quello che vi mostrerò non avrete più dubbi.
Finalmente posso raccontare tutto.
Bio
Sara Munari nasce a Milano il 23 maggio 1972 ma gira il mondo. Espone in Italia ed Europa presso gallerie, Festival e musei d‘arte contemporanea. Fa da giurata e lettrice portfolio in Premi e Festival Nazionali. Gira l‘Italia per tenere conferenze, corsi e letture portfolio. Vince, coi i suoi lavori, premi nazionali e internazionali.
Attraverso una continua ricerca, sviluppa storie visuali che approfondisce, attraverso la contaminazione di più media, partendo sempre da una base fotografica.
Scrive quattro libri di teoria sulla fotografia e ne pubblica di quattro di sue fotografie. Docente di Storia della fotografia e comunicazione visiva presso Istituto Italiano di Fotografia e di Linguaggio e Costruzione del racconto fotografico in molte sedi italiane. Ha un blog di fotografia molto seguito in Italia: www.saramunari.blog
Apre nel 2019 Musa Fotografia, centro per corsi, mostre, presentazioni e tutto ciò che riguarda la fotografia, a Monza. Ottiene premi e riconoscimenti a livello internazionale.
Si diverte con la fotografia, la ama e la rispetta e non sa perché ha scritto in terza persona... forse fa finta di non conoscersi.
Non ditelo a mia madre di Sara Munari
1-26 settembre
10:00-13:00
15:00-19:00
Grenze | Galleria d‘Arte Contemporanea
in collaborazione con Isolo17 Gallery
Via XX Settembre 31b
37129 Verona
Ingresso gratuito
Per scoprire di più sulla mostra: https://www.grenzearsenalifotografici.com/sara-munari
Grenze Arsenali Fotografici 2022
V edizione