
Marco Maraviglia //
Memorie di me. Appunti per un diario psicofotografico
Fotografare e scrivere. Un (per)corso creativo dello psicoterapeuta Alfredo Toriello che presenta il 21 settembre all‘A‘ Mbasciata
Abbiamo cinque sensi che percepiscono il mondo intorno a noi.
Abbiamo cinque sensi che raccolgono dati che shakeriamo, frulliamo, qualcuno lo memorizziamo singolarmente e lo stipiamo nel nostro hard disk cerebrale. Dati che conserviamo, a volte inconsapevolmente, a breve, media o lunga scadenza. A volte ci sono dati che crediamo di aver rimosso per sempre ma riemergono in talune circostanze. Nel bene o nel male.
È la gestione di quei dati che formano la nostra personalità, il nostro umore, modulano i nostri rapporti col mondo amicale, familiare, lavorativo.
Siamo fatti di dati. Di esperienze. Di storie vissute. E a volte non riusciamo a controllare il succedersi degli eventi.
Tutte le informazioni che assorbiamo attraverso i nostri sensi, non sempre sono esenti di rumori, disturbi, influenze. E questi ci riesce difficile filtrarli per (ri)stabilire l‘equilibrio con noi stessi.
A volte abbiamo bisogno di un aiuto, di una guida, per ritrovarci. Per ristabilire quel contatto armonico tra mente e corpo affinché la nostra presenza non sfugga da noi stessi.
Alfredo Toriello è uno psicoterapeuta laureato alla facoltà di Psicologia della Sapienza di Roma ed è giunto alla sua settima edizione di Memorie di me. Appunti per un diario psicofotografico.
Un‘attività multidisciplinare di consapevolezza e conoscenza dell‘io che approda nel filone della fototerapia. Con tutti titoli e le competenze annesse.
«Eh, ma la fotografia è terapeutica di per sé» potrebbe dire qualcuno. Certo. Come dipingere, suonare, dedicarsi alla ceramica o altri hobby che rilassano e auto-gratificano. Ma qui parliamo di altro.
Fotografia e scrittura viaggiano parallelamente in questa avventura del diario psicofotografico.
Ogni partecipante del corso di Alfredo Toriello, traccia la propria vita quotidiana attraverso una fotografia al giorno da scattare e tre pagine di diario da scrivere. Ogni giorno.
Se capita una giornata in cui non si ha nulla da raccontare, si lasciano le pagine in bianco. Ma è quasi impossibile non riuscire ad appuntare qualche riga perché intorno e dentro di noi accadono sempre cose o, almeno, si sogna e immagina qualcosa. A volte parole scritte di getto che possono sembrare sconnesse tra loro, dicono molto più di un pensiero razionale. A chi ha gli strumenti per interpretare. Perché non sono importanti la buona grammatica o la sintassi, ma il pensiero. E va bene anche trascrivere la lista della spesa o imprecazioni, desideri, descrizioni di luoghi visitati…
Quanto alla foto quotidiana, è sicuramente più semplice. Non è importante essere fotografi. Non occorre la fotografia ben fatta o bella ma il momento che abbiamo fissato anche con un semplice telefonino.
Momento inteso come attimo di percezione che cattura la nostra attenzione. Qualunque soggetto esso sia.
«Dimmi come e cosa fotografi e ti dirò chi sei» verrebbe da dire. Ma il lavoro è più complesso.
Tre pagine di diario e una fotografia al giorno. Per sei mesi.
Alfredo Toriello inizialmente non dà altre linee guida che vadano al di là dell‘obiettivo che si propone. Fissa, nell‘arco dei sei mesi, dodici incontri di gruppo con i partecipanti per visionare e discutere volta per volta le “mappe del territorio” che si vanno delineando, assegnando via via anche dei “compiti a casa”, per sviluppare al meglio l‘esperienza individuale e quindi collettiva attraverso lo scambio di esperienze stesse.
Mappe del territorio intese come mappe di informazioni sensibili. Dati grezzi raccolti dai partecipanti che Toriello distillerà per il percorso psicofotografico.
Al termine di questo, che potrebbe sembrare un gioco ma in realtà è un processo di consapevolezza e conoscenza mediato da attività creative (fotografia e scrittura), dodici foto e dodici testi rappresenteranno il diario psico-fotografico finale: Memorie di me.
Memorie di me. Appunti per un diario psicofotografico è alla sua settima edizione a Napoli. Altre cinque si sono svolte tra Aversa e Roma. Il format è stato oggetto di studio per due tesi di laurea sviluppate da due studentesse di psicologia della Sapienza di Roma. Tali tesi hanno avuto la supervisione di un gruppo di controllo che ha dimostrato vantaggi maggiori in chi ha seguito la procedura del diario psicofotografico rispetto a chi ha realizzato solo fotografie perseguendo gli stessi fini.
Il corso può essere seguito da chiunque sia maggiorenne. Destinato a persone interessate alla fotografia e all‘aspetto del processo creativo dell‘iniziativa. E, ovviamente, al benessere di se stessi.
Chi è Alfredo Toriello
Nasce a Cava dei Tirreni nel 1972. Laureato alla facoltà di Psicologia della Sapienza di Roma.
Psicoterapeuta Sistemico.
In ambito clinico si occupa di individui, coppie e famiglie.
Da diversi anni utilizza tecniche di fototerapia e fotografia terapeutica, sia in ambito clinico sia in ambito sociale e ha sviluppato un modello nuovo di lavoro che definisce PsicoFotografia.
Il suo ultimo progetto sul Diario PsicoFotografico, è frutto dell‘esperienza maturata in questi anni nel campo della fotografia e della scrittura autobiografica.
Esperto in tecniche psicocorporee e meditative organizza periodicamente seminari residenziali.
Conduce gruppi evolutivi che hanno come obiettivo la conoscenza di sé e uno sviluppo armonico dell‘individuo.
Memorie di me. Appunti per un diario psicofotografico
Presentazione del corso e del libro d‘artista
Mercoledì 21 settembre 2022 - ore 19.00
A‘ Mbasciata
Via Benedetto Croce, 19 - Napoli
Sarà illustrata la struttura del corso, le novità e i lavori dei partecipanti dello scorso anno.
info al 370 1092684