
Marco Maraviglia //
Pino Grimaldi: Fotodesign. Didascalie d‘autore con immagini (1972-2017)
L‘ideatore del blur design in una insolita mostra fotografica quasi autobiografica. Un album fotografico collettivo
Didascalie con foto. Come dire «toga con avvocato» oppure «arredamento con casa» o ancora, «acqua con bottiglia». Il soggetto è contenuto o contenitore?
Pino Grimaldi è stato una delle punte di diamante dello scenario del graphic design nazionale che purtroppo ci ha lasciati giusto tre anni fa. Nel pieno delle sue attività professionali.
Pensare all‘inverso è un modo di progettare la soluzione prima che si presenti il problema. Significa andare oltre. Arrivare alla luna senza badare nemmeno al dito che la indica.
Pino Grimaldi quando iniziò a pensare questo progetto probabilmente immaginò la famosa massima di Ansel Adams «Ho sempre pensato che la fotografia sia come una barzelletta, se devi spiegarla vuol dire che non è venuta bene». Perché sapeva che questa non poteva essere un principio assoluto.
Pino aveva un altro (ma anche alto) concetto della fotografia. Con l‘avvento del digitale, si era reso conto delle opportunità che si presentavano.
Oggi la fotografia è totalmente digitale (i nostalgici tecnofobi se ne facciano una ragione); la fase di produzione seriale è scandita da una filiera che non è più lo sviluppo e stampa, ma è ancora molto più complessa di prima e attraversa diverse fasi.
Dell‘antica scansione binaria: Ripresa + Sviluppo e Stampa è diventata una ragnatela di momenti, tutti delicatissimi, tutti molto, molto dipendenti dalla tecnologia e dalla capacità di controllarla allo scopo di avere un output che coincida con l‘intenzione dell’autore. Anche se l‘autore, se appena è un poco consapevole, sa che il lavoro una volta consegnato al sistema dei media non gli appartiene più e va a ricollocarsi in un nuovo senso che è quello del contesto nel quale è inserito.
È nella consapevolezza di quella sua idea di fotografia che la immagina come fonte progettuale di design. Un‘opportunità creativa per fotografi, grafici, designer, comunicatori. Qualcosa che può non essere solo a sé stante per illustrare o documentare, ma diventare fruibile in maniera partecipata, un prodotto interattivo. Utile, come un qualsiasi oggetto di design ben progettato.
Pino Grimaldi aveva selezionato fotografie da lui scattate tra il 1972 e il 2017 che fermavano quarantacinque anni di alcuni momenti da lui vissuti. Documentavano sintesi di storie che solo lui o una ristretta cerchia di persone, potevano (ri)conoscere e ricordare. Le foto pubblicate sui giornali sono a corredo degli articoli, in fondo, ma Fotodesign di Pino non sono pagine di giornale con fotografie, ma è come un album di memorie fotografiche. Di quelli dove si annotano frasi, ricordi, note storiche in calce alle foto stesse. Ma con la particolarità che quelle didascalie sono scritte non da chi ha “attaccato” le foto nell‘album, ma da chi era lì al momento dello scatto o perché coinvolto per altri motivi.
Il contenuto diventa packaging. Apoteosi della simbiosi tra prodotto e suo contenitore. Quell‘album fotografico veicola storie nella sua totalità. Le foto non hanno ragione di esistere senza quei pensieri scritti.
E allora ecco le “annotazioni” del critico d‘arte Achille Bonito Oliva, della gallerista Lia Rumma, dell‘artista Lello Esposito e, ancora, qualcuno scrive citazioni per un ritratto fatto a Marina Abramovich durante una performance nel ‘72 alla Galleria Morra. E poi altre didascalie che accompagnano le foto scritte da Daniela Piscitelli, Giovanna Cassese, Angelo Trimarco, Massimo Bignardi, Anty Pansera, Luciana Libero, Alba Palmiero, Alfonso Amendola, Franco Tozza, Andrea Manzi, Carlo Pecoraro, Maria De Vivo, Giuseppe Durante, Paolo Apolito, Paola Fimiani, Rino Mele, Silvana Sinisi,Marcello Napoli, Cettina Lenza, Antonella Fusco, Maria Rosaria Greco, Rossella Bonito Oliva.
Tutti cari amici di Pino Grimaldi conosciuti negli anni e con i quali ha condiviso quei momenti fotografici.
Sono esposte trentaquattro fotografie con relative didascalie. Non hanno la pretesa di essere tecnicamente perfette. Alcune non sono state riprodotte e ritoccate per eliminare imperfezioni tecniche per ristamparle, ma sono le stampe originali ai sali d‘argento. Nude e crude, così come erano state conservate da Pino.
Ogni didascalia è accanto alla foto e occupa la stessa grandezza dello spazio della foto. Citazioni, ricordi, riflessioni, spunti di dibattiti.
L‘apporto di Ilaria e Daria Grimaldi, figlie di Pino, è stato fondamentale per la messa in opera di questa mostra. Ne parlavano insieme, durante la fase progettuale, e la successiva scoperta e lettura degli appunti del padre, le ha portate a definire il tutto nei dettagli per questa mostra. C‘era un‘ottima intesa tra loro e Pino credo che avrebbe apprezzato il risultato finale.
Un progetto che non resterà solo appeso alle pareti del Palazzo Fruscione di Salerno per soli quindici giorni, ma è già un libro che sarà presentato il 15 marzo alle 18.00 nella stessa sede espositiva alla presenza di Vincenzo Napoli, Sindaco di Salerno, e altre personalità del mondo dell‘arte e della cultura.
Pino Grimaldi è stato un grande designer che è riuscito a disegnare anche questo delizioso progetto in maniera condivisa, con empatia, con i suoi amici, pur avendoci lasciati prima. E sarà un‘occasione per i giovani graphic designer per conoscere questa sua idea e per ricordarlo insieme, tra vecchi amici, con i sorrisi nella mente.
Copertina: Marina Abramovich - performance Galleria Lia Rumma 1972 © Ph. Pino Grimaldi
Foto sotto: Achille Bonito Oliva - 1972 © Pino Grimaldi
Fotodesign-Didascalie d‘autore con immagini - 1972 -2017
Mostra fotografica di Pino Grimaldi
Dal 15 al 31 marzo Palazzo Fruscione (Sa)
vicolo Adelberga 19
Inaugurazione 15 marzo ore 17.30
Ingresso libero
dal martedì al venerdì: ore 11.00 - 13.00 e dalle ore 17.00 alle ore 20.00.
Il sabato e la domenica dalle ore 10.30 alle 20.30 in orario continuativo.