
Marco Maraviglia //
Io sono Chiara, mostra fotografica di Corrada Onorifico
La ricerca di una matrice identitaria attraverso un ritratto lungo tre anni
C‘è una professione che è sbarcata anche in Italia: quella del Personal Brander.
È una sorta di coach che tira fuori le caratteristiche peculiari di una persona, le screma, le evidenzia attraverso un percorso di analisi della persona stessa. Il fine è quello di individuare il brand di un individuo che avrà poi i riferimenti adeguati per proporsi. Per proporre la sua immagine in relazione all‘attività che svolge.
La persona diventa quasi un prodotto da piazzare sul mercato. Nell‘accezione migliore, intendo.
Un influencer da un milione di follower, ad esempio, ha il suo brand.
Alcuni personaggi pubblici commissionano alle agenzie specializzate la valutazione della loro reputazione online. Se qualcosa non coincide con il loro brand, l‘agenzia stessa si occupa di far rimuovere dai motori di ricerca immagini o notizie compromettenti. E questa cosa costa.
Costa meno acquistare in tutte le librerie del mondo, biografie non autorizzate come qualche volta è successo. Parlo di libri informativi, documentati e quindi non sequestrabili: solo da rimuovere con l‘acquisto. Per chi se lo può permettere.
“Uno nessuno e centomila”. Citando il libro di Pirandello siamo ciò che sentiamo di essere o ciò che percepisce la gente che ci conosce?
Il Personal Brander è lì che opera affinché la tua immagine coincida con la percezione altrui.
Philip Kotler, guru del marketing, nel 1987 pubblicò Alta visibilità, marketing della celebrità trattando la figura dell‘Image Maker, ben diversa dal Personal Brander. Tracciò alcune linee guida per la gestione della celebrità citando anche alcune case history in cui la finzione superava la realtà.
Matrimoni tra attori costruiti a tavolino per lanciare un film, presenziare in certi eventi, essere a capo di qualche Fondazione che si occupa del sociale. E chi ricorda le risse degli anni ’60 tra attori e paparazzi in via Veneto a Roma? Molte erano progettate dai maghi degli uffici stampa degli attori. Per acquisire visibilità attraverso i giornali gossip.
Ma questa è un‘altra storia.
Il Personal Brander non crea, non costruisce, non trasforma, non si inventa nulla di bizzarro. Non fa altro che tirare fuori quel che già c‘è in una persona.
E una parte del lavoro consiste nel mettere a nudo una persona attraverso l’obiettivo spietato di una reflex. Ed è il lavoro realizzato da Corrada Onorifico, fotografa documentarista che questa volta ha voluto misurarsi con un progetto nuovo. Passando un attimo dal viaggio geografico a un viaggio intimo.
Realizzando un viaggio-ritratto lungo tre anni: Io sono Chiara.
Chiara Scoglionero si è fatta ritrarre da Corrada per tre anni. Prima di decidere di operare nel personal branding.
Lo scopo di un percorso identitario è proprio quello di rimettere in discussione la propria identità personale e professionale affinché, dalla loro fusione, ne esca fuori una sola, nota come “Identità di Brander OnLife”, che possa parlare della persona che sei in quello che fai e di quello che fai grazie alla persona che sei.
Questo viaggio identitario ha messo Chiara di fronte a ponti da attraversare e ponti da bruciare. Della sua vecchia identità professionale da consulente di comunicazione, copywriter - storyteller , ha scelto di salvare il settore che ha sempre amato (comunicazione & marketing), e ha lasciato che la sua identità personale definisse meglio come e dove declinare le proprie conoscenze e competenze.
- Chiara Scoglionero
Corrada Onorifico accetta questa sfida. In fondo, scoprire una persona attraverso i suoi racconti è un po‘ come leggere un romanzo. Ma quel romanzo fatto di ferite, insicurezze, di confessioni e fobie che porteranno alla loro consapevolezza e quindi a una rinascita di Chiara che individuerà la sua matrice identitaria, Corrada ha avuto il compito di documentarlo illustrandolo fotograficamente.
Ne sono nati una serie di polittici. Nel primo, dal titolo “Chiara e lo scuro”, lei è attratta per istinto dal buio, ricerca istintivamente le ombre in cui trova protezione e rifugio. È il periodo in cui Chiara sta scavando nelle sue profondità nel tentativo di riportare alla luce della consapevolezza i suoi dolori.
- Corrada Onorifico
E così via, fotografie che tracciano le varie fasi di quella crisalide che sboccerà poi in farfalla. La luce prende il posto del buio lasciando emergere le insicurezze fisiche ed identitarie con disturbi alimentari annessi e poi quella ferita del primo scatto, fatto il giorno in cui Chiara ha deciso di raccontarsi, esplode in una meravigliosa fioritura.
Bio
Corrada Onorifico è una regista documentarista: per più di dieci anni ha scritto, condotto e diretto numerosi documentari sul turismo internazionale per varie emittenti italiane: Rai3, Rai International, Rai Sat, Gambero Rosso. Oggi continua il lavoro intrapreso in questi lunghi anni, scrivendo, per la carta stampata e per il web, articoli di viaggio corredati da fotoreportage che le permettono di raccontare i suoi viaggi sempre in chiave documentaristica ma con un approccio più antropologico.
Io sono Chiara, di Corrada Onorifico
PIT ART GALLERY
via Roberto Murolo 34
Dal 6 al 13 maggio 2023