Marco Maraviglia //
Paolo Manzo in mostra con gli invisibili di “La Città Invisibile”
Disagi economici, culturali, urbanistici di Napoli in un progetto fotografico lungo oltre 10 anni
La fotografia sociale è come un “lavoro sporco” che non tutti i fotografi si sentono di fare. Almeno non nelle modalità adottate da Paolo Manzo. Entrare nella storia, in punta di piedi, conoscere di persona i soggetti da riprendere, trascorrerci insieme ore o più giornate intere. Documentare il contorno, l‘ambiente in cui ha luogo la storia da documentare. Resistere alle sofferenze altrui come un chirurgo che deve salvare vite e deve saper avere anche quell‘empatia per relazionarsi con i familiari del paziente.
Paolo Manzo è un attento lettore del sociale. Osserva e coglie il problema con i suoi effetti. Raccoglie il “brief” della notizia: cosa è successo, perché è successo, dove, quando, perché.
Senza pregiudizi, senza intervenire per guarire un male come farebbe il chirurgo, ma semplicemente documentando degrado, sofferenza, aspetti della vita oltre i confini della quotidianità “normale”. Quella considerata del proprio salotto, per intenderci.
Perché il malessere del degrado delle periferie non è lui a doverlo guarire. Ha solo spazio per denunciare. Rendere visibile ciò che è invisibile in certi salotti o quel che viene messo sotto il tappeto in certe stanze. Attraverso la fotografia.
Paolo Manzo ha l‘accortezza di non testimoniare quei “valori” esaltati da certe fiction. Lui coglie invece il lato umano delle situazioni di disagio. Identifica disuguaglianza economica, ingiustizia sociale, segregazione urbana, nell‘assenza di iniziative culturali ed educazione al bello che dovrebbero essere i cardini per qualsiasi civiltà di ogni parte del mondo affinché non si demoralizzi.
Durante l‘adolescenza, mentre percorreva in auto col padre una zona di periferia di Napoli, vide dal finestrino i cosiddetti “casermoni dormitorio”, alti edifici in cemento armato e si chiese se gli abitanti vivevano allo stesso modo della sua famiglia.
L‘imprinting di un ragazzo di periferia anche lui e che adotta poi la fotografia per osservare, analizzare, denunciare la vita del Nord Est e Ovest di Napoli. Territori anarchici, sotto certi aspetti, dimenticati dai flussi di denaro istituzionali che dovrebbero invece renderli a misura d‘uomo.
Napoli risulta essere una delle città italiane con il tasso di criminalità più alto al mondo, dove la povertà educativa è un problema crescente e il numero di giovani NEET (not in Employment, Education or Training) è in aumento. Le opportunità per i giovani sono strettamente legate alle condizioni economiche e culturali delle loro famiglie, e l‘ambiente suburbano aumenta il rischio di abbandono scolastico e di coinvolgimento in attività illegali, creando un senso di precarietà che alimenta un circolo vizioso e peggiora le condizioni di chi vive.
- Paolo Manzo
Paolo Manzo documenta dal 2012 queste zone. Da quando, dopo il terremoto dell‘80, ci fu il flusso migratorio dall‘Irpinia e degli sfollati del centro storico verso le zone periferiche di Napoli: Afragola, Caivano, Ponticelli, Secondigliano, Torre Annunziata, Pianura e Scampia.
Un progetto pubblicato a più riprese su varie testate nazionali e internazionali.
Bio
Paolo Manzo è un fotografo che risiede e si è formato a Napoli (Italia) e allo “IED” (Istituto Europeo di Design) di Roma.
Pubblica su Vanity Fair, La Repubblica, Millennium e riviste internazionali come Stern Crime, Focus Magazine, Edition Gallimard e El Pais con cui collabora da 5 anni.
Ha ricevuto il Pierre & Alexandra Boulat Award 2023 e il 2° Premio BarTour Photo Award 2023.
La Città Invisibile
Di Paolo Manzo
36° edizione Visa Pour L‘Image
Eglise Des Dominicains
6 Rue François Rabelais
Perpignan - Francia
Dal 31 agosto al 15 settembre 2024