Angelo Scognamiglio //
Magigonie: Tra il Reale e l’Immaginario, una Sospensione del Giudizio
dal 19 settembre al 9 novembre 2024 presso la Galleria Maja Arte Contemporanea
“Il mondo si divide in ciò che è visibile e in ciò che è invisibile, ma è l’invisibile che dà senso al visibile.” (Jorge Luis Borges)
A Roma, in via di Monserrato 30, giovedì 19 settembre 2024, si apre un varco tra questi due mondi citati da Borges, con MAGIGONIE, la terza personale di Pierre-Yves Le Duc alla Galleria Maja Arte Contemporanea. Un’esperienza che non si limita a essere una semplice mostra, ma un’esplorazione profonda, un viaggio attraverso città e visioni che sfumano tra il reale e il possibile. Dal celebre Grand Tour attraverso 22 città italiane — da Roma a Venezia, passando per Napoli e Firenze — fino a due eccezioni francesi, Parigi e Cannes, Pierre-Yves Le Duc disegna una mappa mentale più che geografica. Come Italo Calvino suggerirebbe, queste città non sono semplici luoghi ma riflessi dell’anima, specchi di un mondo interiore che si rivela attraverso il frammento, il dettaglio.
MAGIGONIE, neologismo coniato dall’artista, nasce dalla sedimentazione di una ricerca precedente, APPARATO (2013-2016), che ha prodotto una mole quasi labirintica di 12.000 disegni, tra cui 2.000 fogli di scarto. Eppure, come ricorda Le Duc, “non vi è mai un vero scarto in arte, ma solo un’attesa, un latente desiderio di risignificazione”. Così, da questi frammenti sospesi, l’artista crea i collage che costituiscono MAGIGONIE, accostando cartoline degli anni ’30-’50 a dettagli del proprio lavoro precedente. Il risultato? Un’esplorazione che, estrapolando da una citazione di Borges, ci mostra che “l’universo si compone di un numero indefinito, e forse infinito, di gallerie...”
Le opere in mostra non indagano la “magia dell’arte” ma, piuttosto, l’arte della magia. In un processo che ricorda i più grandi maghi della parola e dell’immagine, come Eco, Le Duc riesce a sovvertire la nostra aspettativa sensoriale e cognitiva. Le immagini e i frammenti si mescolano creando un orizzonte d’attesa che confonde e rivela allo stesso tempo. Come osserva Alfredo De Dominicis, critico che ha seguito da vicino il lavoro di Le Duc, “siamo di fronte a un eterno ritorno: il mondo che conosciamo, con i suoi monumenti e le sue icone, si riflette in un caos primordiale, o forse post-umano. E in questo specchiarsi, la domanda che emerge è: quale dei due mondi è il vero?”
Pierre-Yves Le Duc sembra muoversi lungo un percorso che potremmo definire epistemologico. La sua opera sfida la conoscenza convenzionale, chiedendoci di guardare oltre l’evidenza, di cogliere quel “fuori quadro” che svela non solo la composizione artistica, ma anche il processo stesso della visione. La cartolina, strumento di una memoria spesso sbiadita, diventa in MAGIGONIE il portale verso un mondo parallelo, dove “ogni cosa appare sotto una luce diversa” (come avrebbe detto l’Alighieri).
La mostra diventa così non solo un’esplorazione estetica, ma anche un’indagine ontologica sulla natura stessa dell’immagine e della sua percezione. In fondo, come ci insegna Platone nel “Mito della caverna”, ciò che vediamo non è mai la realtà, ma soltanto le ombre di essa. Le Duc si inserisce in questa tradizione filosofica, invitandoci a interrogarci su ciò che è reale e ciò che è immaginario, su ciò che è ricordo e ciò che è invenzione. Il confine tra i due diventa evanescente, e forse, come suggerirebbe Eco, la verità non è altro che una “foresta di simboli” nella quale ci perdiamo e ritroviamo di continuo.
MAGIGONIE sarà visibile dal 19 settembre al 9 novembre 2024 presso la Galleria Maja Arte Contemporanea. Qui, nell’oscurità e nella luce delle sue opere, si manifesterà quella “lieve vertigine” di cui parlava Borges, la sensazione che, in fondo, tutto ciò che esiste potrebbe essere al tempo stesso illusione e verità.