

Angelo Scognamiglio //
Gianni Berengo Gardin e Roselena Ramistella in mostra alla Leica Galerie di Milano
Alla Leica Galerie di via Mengoni, il prossimo 4 giugno 2025 si inaugura una mostra che promette di essere molto più di un evento espositivo
Gianni Berengo Gardin e Roselena Ramistella in mostra alla Leica Galerie di Milano
Un dialogo tra le epoche: Gianni Berengo Gardin e Roselena Ramistella in mostra alla Leica Galerie di Milano
Nel cuore di Milano, nella raffinata cornice della Leica Galerie di via Mengoni, il prossimo 4 giugno 2025 si inaugura una mostra che promette di essere molto più di un evento espositivo: “In conversation. Un dialogo fotografico tra ieri e oggi”, a cura di Giada Triola, è un’occasione rara per assistere a un incontro tra due generazioni e due visioni fotografiche che si ascoltano, si confrontano e si rispettano profondamente.
Protagonisti di questo dialogo visivo sono Gianni Berengo Gardin, maestro indiscusso della fotografia italiana del Novecento, e Roselena Ramistella, autrice contemporanea che ha scelto la fotografia come strumento per indagare temi sociali, identitari e ambientali. Due linguaggi diversi che si incontrano in un’esposizione composta da oltre 40 immagini, in occasione delle celebrazioni per il centenario della Leica I, la fotocamera che ha rivoluzionato il reportage e il modo stesso di guardare il mondo.
Questa non è una mostra fatta di contrapposizioni. Non si tratta di un confronto generazionale né stilistico, ma di un dialogo in ascolto: due voci distinte che si rispondono attraverso lo spazio e il tempo, senza cercare somiglianze, ma riconoscendo nell’altro la stessa urgenza di comprendere e restituire la realtà.
Gianni Berengo Gardin – Lo sguardo che ha raccontato l’Italia
Gianni Berengo Gardin, classe 1930, è considerato il decano della fotografia italiana. Nato a Santa Margherita Ligure, ha attraversato oltre settant’anni di storia con una Leica al collo e una visione etica e limpida dell’immagine. Inizia a fotografare negli anni Cinquanta, parallelamente al lavoro di grafico pubblicitario. Ma è negli anni Sessanta, grazie alla collaborazione con la rivista Il Mondo di Mario Pannunzio, che si impone come uno dei grandi nomi del reportage italiano.
Il suo stile sobrio, narrativo e privo di artifici si ispira alla tradizione della fotografia umanista francese e al concetto di decisive moment di Henri Cartier-Bresson, che Berengo Gardin ha sempre citato come maestro ideale. Tuttavia, la sua cifra resta assolutamente personale: la sua fotografia non è mai intrusiva, mai spettacolare. È sempre al servizio del racconto.
Protagonisti di questo dialogo visivo sono Gianni Berengo Gardin, maestro indiscusso della fotografia italiana del Novecento, e Roselena Ramistella, autrice contemporanea che ha scelto la fotografia come strumento per indagare temi sociali, identitari e ambientali. Due linguaggi diversi che si incontrano in un’esposizione composta da oltre 40 immagini, in occasione delle celebrazioni per il centenario della Leica I, la fotocamera che ha rivoluzionato il reportage e il modo stesso di guardare il mondo.
Questa non è una mostra fatta di contrapposizioni. Non si tratta di un confronto generazionale né stilistico, ma di un dialogo in ascolto: due voci distinte che si rispondono attraverso lo spazio e il tempo, senza cercare somiglianze, ma riconoscendo nell’altro la stessa urgenza di comprendere e restituire la realtà.
Gianni Berengo Gardin – Lo sguardo che ha raccontato l’Italia
Gianni Berengo Gardin, classe 1930, è considerato il decano della fotografia italiana. Nato a Santa Margherita Ligure, ha attraversato oltre settant’anni di storia con una Leica al collo e una visione etica e limpida dell’immagine. Inizia a fotografare negli anni Cinquanta, parallelamente al lavoro di grafico pubblicitario. Ma è negli anni Sessanta, grazie alla collaborazione con la rivista Il Mondo di Mario Pannunzio, che si impone come uno dei grandi nomi del reportage italiano.
Il suo stile sobrio, narrativo e privo di artifici si ispira alla tradizione della fotografia umanista francese e al concetto di decisive moment di Henri Cartier-Bresson, che Berengo Gardin ha sempre citato come maestro ideale. Tuttavia, la sua cifra resta assolutamente personale: la sua fotografia non è mai intrusiva, mai spettacolare. È sempre al servizio del racconto.
«La fotografia è un’interpretazione della realtà. Non è la verità, è una delle verità possibili.» — Gianni Berengo Gardin
Nel corso della sua lunga carriera ha documentato manicomi, cantieri, fabbriche, treni, borghi dimenticati e città in espansione. Ma soprattutto ha fotografato le persone, i loro gesti quotidiani, le loro fragilità. Ha collaborato con realtà prestigiose come Olivetti, FS – Ferrovie dello Stato, La Biennale di Venezia, Il Touring Club Italiano, pubblicando oltre 250 libri fotografici.
Ha esposto nei maggiori musei del mondo, dal MoMA di New York al Victoria and Albert Museum di Londra. È stato insignito di numerosi premi, tra cui il Lucie Award alla carriera e il Premio Ernst Haas.
“Il fotografo italiano più significativo del secondo Novecento. L’unico in grado di aver creato un vero e proprio atlante visivo del Paese.” — Italo Zannier
Fedele alla fotografia analogica e contrario a ogni forma di manipolazione digitale, Berengo Gardin continua a lavorare in pellicola, con stampa ai sali d’argento, convinto che la fotografia debba essere un atto di responsabilità e coscienza civile.
Roselena Ramistella – La contemporaneità in prima persona
Roselena Ramistella, nata in Sicilia, è una fotografa e autrice visuale il cui lavoro si concentra su temi sociali, ambientali e di genere. La sua fotografia è diretta, intima e coinvolgente, e ha spesso come protagoniste donne e comunità marginali, ritratte con uno sguardo che rifugge ogni estetizzazione del dolore.
Nel suo lavoro convivono l’urgenza del documentario e la libertà dell’autorialità. Le sue opere sono state esposte in Italia e all’estero, pubblicate su testate come Internazionale, L’Espresso, Repubblica, e selezionate da realtà come World Press Photo e Photo Vogue Festival.
In questa mostra, la sua voce entra in conversazione con quella di Berengo Gardin non per somiglianza, ma per necessità condivisa: dare forma alla realtà attraverso l’empatia e la visione.
Una conversazione che continua
“In conversation. Un dialogo fotografico tra ieri e oggi” è una mostra che sfugge alle etichette e ai format. Più che una collettiva, è un montaggio delicato di visioni. I due autori non si fronteggiano: si osservano, si interrogano, si rispettano. Il visitatore è chiamato a percorrere questo scambio con lo stesso spirito: non cercare il confronto, ma cogliere la ricchezza del disaccordo armonico, della distanza feconda.
Informazioni utili
Inaugurazione: Mercoledì 4 giugno 2025, ore 18:30
Dove: Leica Galerie Milano, Via Mengoni 4
Durata: Fino al 30 luglio 2025
Ingresso gratuito (fino a esaurimento posti)
Perché non perdersi questa mostra
Per chi si occupa di fotografia, comunicazione visiva, narrazione, questa mostra è una lezione viva e inaspettata. È l’occasione per ascoltare due voci distanti nel tempo ma vicine nel linguaggio. Per riflettere sulla potenza della fotografia come strumento di pensiero, di memoria, di identità. E per ricordare, con le parole dello stesso Berengo Gardin:
«Il fotografo è un testimone. Deve esserci. Con discrezione, con rispetto, ma esserci.»
Inaugurazione: Mercoledì 4 giugno 2025, ore 18:30
Dove: Leica Galerie Milano, Via Mengoni 4
Durata: Fino al 30 luglio 2025
Ingresso gratuito (fino a esaurimento posti)
Perché non perdersi questa mostra
Per chi si occupa di fotografia, comunicazione visiva, narrazione, questa mostra è una lezione viva e inaspettata. È l’occasione per ascoltare due voci distanti nel tempo ma vicine nel linguaggio. Per riflettere sulla potenza della fotografia come strumento di pensiero, di memoria, di identità. E per ricordare, con le parole dello stesso Berengo Gardin:
«Il fotografo è un testimone. Deve esserci. Con discrezione, con rispetto, ma esserci.»