L'Aula Magna dell'Università Suor Orsola Benincasa si riempie di studenti, nel pomeriggio di giovedì 29 gennaio, per Jesper Bentzen, il giovane visual effect designer danese invitato da Adicom e Ilas per un workshop e un seminario a Napoli.
Benzten dà inizio alle 17.00 a questa anteprima assoluta, il racconto della nascita e dell'evoluzione di Searchers, progetto di AnovaDesign basato sull'omonimo brano di Amon Tobin, tratto dall'album "Out from Out where" del producer, dj e musicista brasiliano e britannico di adozione.
Si è da poco concluso, nella sede del Centro Studi Ilas, il workshop specialistico che Bentzen ha dedicato al software Processing per una classe di sedici allievi, insegnando loro le basi per l'utilizzo di questa risorsa innovativa e gratuita, nuova frontiera nell'elaborazione di motion graphic.
Il seminario è un vero e proprio viaggio nelle dinamiche dell'ispirazione (e nei dettagli della tecnica) di uno dei maestri riconosciuti del graphic e motion design contemporanei; Bentzen apre il suo "laboratorio" su Searchers ai circa quattrocento partecipanti, e li introduce dalla porta principale: la musica.
L'ascolto, l'analisi e l'interpretazione del brano diventano il viatico attraverso il quale l'artista (e il pubblico con lui) riesce ad arrivare alla sostanza della sua ispirazione. Uno sforzo enorme quello che Bentzen profonde nello sviluppo di questo progetto, che è frutto esclusivamente della sua passione; un lavoro facilitato da strumenti, quali Processing, le cui potenzialità sono da lui sfruttate al massimo.
Ecco dunque che l'analisi di elementi strettamente legati alla composizione musicale quali l'intensità, le forme d'onda, e quella di altri più squisitamente soggettivi quali la sensazione spaziale e il mood del brano, si traducono in schemi creati dal software, che, una volta integrati fra loro, contribuiscono all'interpretazione del brano. Da questo punto, Bentzen procede con una sorta di personalissimo brainstorming: abbina parole ai diversi strumenti individuati, passa alle immagini che queste parole gli suggeriscono, definisce per loro un'ambientazione, un'atmosfera e qui accade qualcosa di speciale…
In rapida successione, ambienti sottomarini popolati da sirene, spazi siderali solcati da mostri giganti, cieli aperti offuscati da stormi di uccelli, e mai un essere umano…il tema fiorisce davanti agli occhi di una platea attentissima: un uomo, sostenuto da un cordone ombelicale, nudo e dormiente, cade dall'alto attraversando mondi lontanissimi e disparati, integrandoli in un unico viaggio onirico e mistico insieme.
Bentzen mostra foto, schizzi (tutti realizzati di suo pugno), frame del software Processing, gli story board realizzati per il video, e l'essere umano che ormai ha acquisito una sua forma e una sua sostanza cade letteralmente nei diversi stati della musica, la avvicina all'ascoltatore, esprime i suoi sentimenti, pone in maniera indiretta i numerosi interrogativi che la complessità del brano suggerisce, senza mai provocare distrazione o banalizzare il senso della ricerca che anima in primis il musicista.
Con l'umiltà che ha contraddistinto tutto il suo intervento, il giovane visual effect artist riesce a mostrare le due clip portate a compimento, che non esauriscono il progetto ma ne rendono perfettamente il carattere: un impegno troppo grande per un uomo solo, per portarlo avanti senza una vera commissione, l'anteprima concessa ad Adicom e Ilas lascia un clima di attesa e curiosità per gli esiti del lavoro di un piccolo genio.
Entusiasti e motivati, tutti lasciano l'aula, e qualcuno trova il coraggio di chiedere a Bentzen se per caso ha bisogno di un apprendista (stregone)…