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Trieste | SCIENCE + FICTION | FESTIVAL DELLA FANTASCIENZA
FINO AL 29/11/09
Torna la fiera d'arte più prestigiosa del mondo con 2000 artisti proposti dai 250 espositori più importanti della scena artistica contemporanea. Non mancheranno certo le gallerie italiane, per le quali questa incredibile fiera è una vetrina enorme. Il direttore della fiera, Mark Spiegler, ha spiegato che per attirare un pubblico giovane è stata coinvolta l'artista emergente americana Pae White che ha ridisegnato l'Oceanfront, ovvero un'area dedicata ai progetti pubblici più innovativi, dove è possibile sperimentare. In questa grande kermesse le gallerie italiane puntano soprattutto sugli artisti internazionali, a cominciare da Lia Rumma con Vanessa Beecroft e Thomas Ruff, Stein con Kounellis, Paladino e Pistoletto. La galleria Continua propone le istallazioni politiche del cinese Chen Zhen, Raffaella Cortese le opere fotografiche di dell'olandese Roni Horn, mentre la galleria Artiaco punta sullo svizzero Thomas Hirschhorn. La galleria Kauffmann propone invece Pae White e la Prometeo Gallery punta sulla guatemalteca Regina Cosè Galindo. Soltanto la gallerie Soffiantino, Magazzino d'arte modera, T293 e Zero puntano sugli emergenti. Tra le gallerie internazionali spiccano la Gallery Bernier / Eliades di Atene con Ry Rocklen, la Niels Borch Jensen Editions & Gallery di Berlino con Olafur Eliasson, la Galleria Luciana Brito di san Paolo con Waldemar Cordeiro & Geraldo de Barros, la Galerie Haas & Fuchs di Berlino con George Grosz, la Barbara Mathes Gallery, New York con Fausto Melotti, The Paragon Press di Londra con Anish Kapoor, ma l'elenco è lungo. Non è dato sapere al momento chi vincerà questa incredibile fiera mondiale dell'arte, una cosa è certa, la tendenza di massima, tra le sculture luminose di Pae White e i collage di Thomas Hirschhorn sembra essere l'audacia.
Il Giappone è tornato di moda. Nel corso degli ultimi due secoli, il disegno e l’arte giapponese sono spesso state al centro di tendenze e costumi che hanno dato un segno incisivo nel design e nell’arte occidentale. Basta pensare all’Art Nouveau, ai tipici segni e colori che rimandavano a certe stampe giapponesi ottocentesche. In questa mostra ospitata alla galleria Old English Forniture, Gregg Baker porta una mostra intitolata come un omonimo film, L’impero dei sensi. Il desiderio di realizzare una mostra con questo titolo, pare sia affiorato spesso nella mente di Baker che dalla Gregg Baker Asian Art di Londra ha portato fino al 23 dicembre questa mostra nella galleria di Milano. I sensi, quindi, sono al centro della mostra, in un contesto, come quello giapponese in cui l’estetica è importantissima e anela alla perfezione, anche dei sensi, in maniera completa. La sensualità viene infatti narrata attraverso molteplici forme, rituali e creature che la rappresentano, continuamente stimolata, in un contesto caratterizzato da una forte coscienza del divenire quotidiano. I sensi come lessico quotidiano, appunto, fatto di modi di vestire, di mangiare, di scrivere, tutto mostrato in base a questo criterio in cui primeggia l’estetica dei gesti e della forma, vera ossessione del mondo giapponese.
Dal 6 giugno al 22 novembre 2009, due luoghi particolarmente significativi di Venezia quali l'Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti - Palazzo Cavalli Franchetti e la Scuola Grande Confraternita di San Teodoro, ospitano la mostra GLASSTRESS.
L'esposizione si presenta come uno dei più originali eventi collaterali della 53. Esposizione Internazionale d'Arte La Biennale di Venezia.
Adriano Berengo ha visto come il tema della Biennale di quest'anno, ovvero "la costruzione di nuovi mondi", potesse dare lo spunto per proporre un'iniziativa che fosse un tentativo di immaginazione di un mondo altro, un contesto dove il vetro, grazie all'idea di grandi artisti internazionali, avesse la possibilità di mostrare le sue potenzialità.
Organizzata dal Mjellby Konstmuseum di Halmstad (Svezia) in collaborazione con Berengo Studio 1989 di Murano-Venezia, la mostra presenta le opere di 45 tra i più conosciuti artisti contemporanei - da César a Tony Cragg, da Lucio Fontana a Dan Graham, da ORLAN a Joseph Kosuth, da Man Ray a Jean Arp, a Louise Bourgeois ad altri ancora - che si sono confrontati nell'arco della loro carriera con la tecnica vetraria.
Tempo della visione e tempo della vita. L'immobilismo e il movimento. L'esistenza che sfugge, ma che può essere fermata in frammenti statici, fissata dall'immagine pittorica. La pittura, i suoni, ogni arte contribuisce alla formazione dell'immagine poetica e alla sua comunicazione. Ecco il fulcro dell'ultima mostra di Robert Cahen ospitata dalla Fondazione Ragghianti di Lucca, presso il Complesso Monumentale di San Micheletto. Robert Cahen è fotografo, cineasta, musicista, videoartista e ha realizzato opere riguardanti il teatro, la danza, la musica, lavorando in pellicola con il super 8 e il 35 mm, con l'immagine elettronica e con le viseoistallazioni. Cahen è considerato un maestro della rappresentazione dello spazio urbano, del paesaggio, del viaggio. Pluripremiato a livello internazionale, questo eclettico artista francese (Valence, Francia 1945) è uno dei massimi esponenti della Videoarte mondiale, un vero e proprio pioniere della fusione tra l'immagine elettronica e la musica concreta che egli compone. Ha inventato il "documentario di creazione" coniugando ricerca artistica rigorosa e dialogo con le istituzioni, musei e committenze televisive. Questa mescolanza di arte contemporanea nell'espressione visiva e nell'uso delle più moderne tecniche legate al mondo della videoarte e della digitalizzazione dell'immagine gli consente di essere uno degli artisti più innovativi e poliedrici del momento. Si possono ammirare 13 opere che vanno dal 1979 al 2008, 11 istallazioni e due video. I temi delle opere sono: il viaggio, la contemplazione del paesaggio, la metamorfosi dello sguardo, il tempo rallentato e meditativo, la riflessione sull'idea di paesaggio, il tempo della vita, la memoria, l'incontro con l'altro.
Un grande evento d'arte che coniuga l'importanza delle opere esposte e la suggestione del luogo che le ospita si inaugurerà tra poche settimane a Orta San Giulio (Novara).
Dal 18 luglio al 9 novembre 2009, infatti, le vie e le piazze dell'antico borgo che si affaccia sul lago d'Orta, ospiteranno dieci sculture monumentali di Mimmo Paladino (Paduli, Benevento, 1948), uno degli artisti italiani più noti e apprezzati a livello internazionale, protagonista nei primi anni Ottanta del movimento della Transavanguardia.
L'iniziativa è il terzo appuntamento del progetto ORTISSIMA percorsidorta nata da un'idea dell'Associazione Culturale OPERAPRIMA con lo scopo di presentare ogni anno appuntamenti d'arte di alta qualità grazie a una rigorosa scelta delle opere esposte, testimonianza dei momenti più rappresentativi della ricerca di un protagonista della scultura e a un accurato allestimento finalizzato a creare dialoghi sempre nuovi con il territorio.
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