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Roma | Mimmo Jodice
Fino al 11/07/2010
Inaugurata il 9 aprile 2010 a Palazzo delle Esposizioni di Roma e una settimana dopo a Parigi, presso la Maison Européenne de la Photographie, la grande retrospettiva dedicata a Mimmo Jodice, ricalca i cinquant’anni della sua carriera di fotografo. In mostra circa 180 fotografie, scattate tra il ’64 e il 2009, in bianco e nero, quasi tutte stampate a mano da Jodice. Il fotografo napoletano ha cominciato per caso la sua carriera di fotografo, grazie ad un regalo che gli fece un signore quando era un ragazzo poverissimo, nato e vissuto fino a quel momento nel quartiere popolare della Sanità, a pochi metri dal Museo Archeologico nazionale. Il regalo consisteva in due bacinelle, una lampadina rossa e un proiettore di cui l’ignaro benefattore non sapeva che farsene. Da allora è stato citato nelle più grandi antologie di fotografia del mondo. Dagli anni 70 Jodice smette di fotografare le persone, per la delusione cocente di non poter trasformare la società. Dopo quegli anni pieni di speranza e di lotte, dopo aver fotografato soggetti all’interno di manicomi, di ospedali, in mezzo alla strada, ma anche la Napoli post colera, Jodice ha spostato l’obiettivo verso soggetti non umani, viaggiando per il mediterraneo in cerca delle vestigia di un passato ancora ricorrente. Il leit motive di tutte le sue opere resta la sperimentazione di nuove tecniche, la ricerca di un nuovo linguaggio e la connotazione di atemporalità di ogni sua immagini. Il prossimo obiettivo sarà quello di fotografare il vuoto, che, a detta dell’autore sarà un vuoto mai visto prima, non perché non esista, ma perché non siamo in grado di vederlo. La mostra è curata da Ida Giannelli e Daniela Pancioni ed è organizzata secondo i seguenti cicli: Sperimentazioni (1964–1978), Figure del sociale (1969–1977) Riconsiderazioni (1978–2003), Mediterraneo (1986–1995), Eden (1994–1997), Mare (1998–2002).