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Londra | Sargent and the Sea
Fino al 26/09/2010
Le fotografie di W.Eugene Smith ( Wichita, Kansas, 1918, Tucson, Arizona, 1978), maestro del fotoreportage del Novecento e le litografie di Joan Mirò. Il primo è al Camu ( Centri d’arte e musei ) di Cagliari. Con Smith possiamo contemplare le immagini dell’inventore di un linguaggio comunicativo, ovvero il saggio fotografico. Dopo di lui, i suoi moduli narrativi sono stati utilizzati migliaia di volte da altri fotoreporter, ma è a lui che si devono. Più reale del reale è la grande retrospettiva che unisce circa 150 scatti originali provenienti dal Center for Creative pothography di Tucson. Famoso reporter, grande collaboratore di Life, fu travolto da un’inesorabile ansia di perfezione, lavorò a lungo per un progetto sulla città di Pittsburgh e partecipò alle prime rivolte ambientaliste giapponesi con la nascita della sua ultima serie Minimata ( nome del villaggio di pescatori contaminato dagli scarichi industriali). Con UBU ROI (1966) litografie di Joan Mirò (Barcellona 1893 – Palma di Maiorca 1983) per la prima volta in Sardegna sono esposte 13 litografie del grande artista spagnolo che raccontano l’opera teatrale UBU ROI di Alfred Jarry. Presentata per la prima volta a Parigi nel 1986 si raccontano i primordi del movimento surrealista, con le sue provocazioni, assurdità, la farsa, la parodia e l’umorismo crasso e sbracato. Presso il Centro multimediale Arca del Tempo a Settimo San Pietro.
Musica Rock e arte. Alla Triennale si narra il felice connubio tra quei musicisti rock che si sono espressi attraverso le arti visive. Ci sono, tra gli altri, i dipinti fatti col sangue di Pete Doherty, le polaroid intime in bianco e nero di Patti Smith, i collage di Antony. Alcune sono icone del rock, come Alan Vega, Andy, Antony (Antony and the Johnsons), Bianca Casady (CocoRosie), Chicks on Speed, Devendra Banhart, Fischerspooner, Kyle Field, Patti Smith, Pete Doherty, The Kills, Herman Dune. Molti di loro sono nati artisti prima di darsi al rock. A fare da contorno, eventi e spettacoli che ruoteranno intorno all’iniziativa. La mostra è curata da Jérôme Sans, fondatore ed ex-direttore del Palais de Tokyo di Parigi, oggi direttore del Centro Ullens per l’Arte Contemporanea di Pechino.
Al MACA - Museo Arte Contemporanea di Acri è di scena uno dei maestri più rappresentativi dell’arte cinetica americana del XX secolo, Joël Stein. Un pezzo di storia dell’arte contemporanea importantissimo, che aiuta a comprendere le suggestioni, le correnti, le idee, la filosofia artistica dagli anni ’60 ad oggi. Dal periodo della fondazione del "Groupe Motus" al "Centre de Recherche d'Art Visuel", che diventerà poi Gruppo, Stein diventa teorico e curioso di diverse modalità espressive, attraverso oggetti manipolabili, scatole luminose, triedri, caleidoscopi, fino agli effetti speciali per il cinema di Henri-Georges Clouzot e per i servizi di ricerca dell'ORTF ( l'Ente Radiotelevisivo Francese). Tutto per spiegare il rapporto tra forme e colori, il significato profondo di questa connessione non solo visiva, ma fisica e cinetica ( Kinesis=movimento). Il gioco d’ombre, la moltiplicazione dell’esperienza, le pitture programmate su criteri matematici, gli intrecci, le progressioni cromatiche, i laser, tutto è esperienza, studio e ricerca. La ricerca tra l’oggetto e il soggetto, l’uomo e il mondo, il modo personale di vedere e la realtà attraverso infinite forme, relazioni che interessano l’artista, come colui che manipola, che attraverso l’esperienza crea un dato di fatto, che è comunque soggetto a cambiare continuamente, poiché sottoposto alle leggi naturali. In più, con grande piacere ci preme sottolineare come anche Acri, in Provincia di Cosenza, sia all’altezza dei più grandi musei odierni e con il suo Museo di Arte Contemporanea si renda protagonista del discorso artistico contemporaneo senza nulla da invidiare a New York, Londra o Milano.
In mostra nella capitale Americana 70 fotografie di Allen Ginsberg con i celebri ritratti di Jack Kerouac e William S. Burroughs. Tutto nasce quando Allen Ginsberg(1926-1997) acquista nel 1953 una piccola macchina Kodak di seconda mano. Da allora scatta immagini a se stesso e agli amici, agli amanti e ai compagni del suo viaggio "Beat". Smette nel 1963 per riprendere negll'80, incoraggiato dai fotografi Berenice Abbott e Robert Frank. Nelle opere ritroviamo molto più di semplici documenti storici, ma la rappresentazione della poetica della beat generation. Non è forse tutto nell'occhio di Ginsberg poeta, scrittore e infine fotografo? Che con il suo io vedo, non filmico ma fotografico, immortala la realtà da lui conosciuta, evidenziandone la bellezza anche nella volgarità. Sono le immagini che testimoniano di un epoca e la disegnano. O la ridisegnano di volta in volta, a seconda di chi è dietro l'obiettivo. In questo caso, dato che il protagonista è in assoluto uno degli artefici della Beat Generation, la ricostruzione di quell'epoca è di una lucidità assoluta. La National Gallery ospita istantanee e ritratti di fama mondiale, che hanno contraddistinto un'epoca La mostra è realizzata con il supporto dalla Robert Mapplethorpe Foundation.
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