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Rovereto | Mario Botta. Architetture 1960-2010
Fino al 23/01/2011
Mario Botta è colui che ha progettato il Mart di Rovereto. Ora, il Mart, gli dedica un omaggio con l’esposizione dei più interessanti schizzi e modelli originali. In tutto sono presentati 60 modelli, realizzati nello studio di Lugano dell’architetto ticinese. Il cuore dei progetti di Botta è senza dubbio il legame con il territorio volto a rappresentare un’identità europea. Chiese, biblioteche, teatri, musei e sinagoghe, con una predilezione per le chiese per il connubio tra luce, spazio e materia che da vita ad una visone di architettura pura. Lo dimostra la chiesa di San Giovanni Battista a Mogno ( Svizzera) che è una vera e propria opera d’arte. In questo senso lo sono anche il Moma di San Francisco e il Mart di Rovereto, che raccolgono l’humus della buona capacità costruttiva tipicamente svizzera e la straordinaria sensibilità ancorata al territorio e ad una cultura contadina. Il tutto, proiettato solidamente nel futuro. Botta ha avuto la fortuna di lavorare per Le Corbusier e ha avuto come maestro Carlo Scarpa, che gli insegnò a “far parlare i materiali”. Citando un’intervista recentemente apparsa sul Venerdì di Repubblica: Quando parlava ai suoi studenti Scarpa diceva “ Volete fare una strada? Se la fate in terra dovrà essere larga dieci metri, in asfalto sei, in cemento tre, in pietra uno. Se in oro, basta un filo”. Un altro grande mastro per Botta fu Louis Kahn, con cui lavorò quando nel ’69 progettava il Palazzo dei Congressi di Venezia. Da lui apprese il limiti dello sviluppo tecnologico, e la capacità di cogliere gli archetipi delle cose, così come alla domanda “ Cos’è una scuola?”, la risposta era “ Due uomini che parlano sotto un albero”. I debiti culturali di Botta ( evidenziati nella mostra nella prima sezione) risiedono anche nel Pasto frugale di Picasso ( periodo blu) e la Casa sulla Cascata di Frank Llyod Wright. Nelle opere di Botta, l’architettura ritrova l’essenzialità della sua forma primitiva e sella sua funzione originaria che deve modellare lo spazio e la vita dell’uomo. In questa mostra c’è anche posto per il design, con la terza sezione dedicata alla creazione di oggetti e allestimenti di interni. Come dire, in piccolo, una sintesi del grande. Da vedere.