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Varese | Robert Rauschenberg. Gluts
Fino al 27/02/2011
Rauschenberg ( 1925, Port Arthur-2008, Captiva Island) è famoso per le sue poetiche opere frutto di assemblaggi di materiali vari, i Guts. Esposti i questa mostra a Villa Panza, appartenuta al collezionista e mecenate lombardo Giuseppe Panza, oggi patrimonio Fao. Panza è stato il primo collezionista italiano ad acquistare le opere di Rauschenberg e il tour internazionale di mostre termina, non a caso, proprio nelle sale della bella Villa di Varese, regalando nuove opere alla collezione. Tra opere provenienti da collezioni private e altri musei, si possono ammirare in tutto 40 lavori, frutto di assemblaggi di materiali presi in una grande discarica della Florida e messi insieme in maniera spiritosa e geniale.
Nel 1964 Rauschenberg partecipò alla Biennale di Venezia e vinse il Gran Premio per la Pittura con un opera della collezione Panza: la celebre scultura Gift For Apollo. Citiamo le parole del suo mecenate italiano, che cominciò ad acquistare i suoi lavori dal 1959: "Alla fine degli anni '50 ho acquistato Rauschenberg che considero un trait d'union tra l'Espressionismo Astratto e la Pop Art, perché utilizza immagini della vita reale per creare un rapporto con il passato come memoria. Se si guarda alle sue opere si vede anche il segno dipinto non solo il collage e l'oggetto. Per questa ragione era naturale capire la Pop Art … Quando i Rauschenberg arrivarono a casa vi erano pochissime persone interessate. Sentivo un grande interesse per lui perché vedevo nei dettagli una relazione ad avvenimenti del passato. E' una sollecitazione della memoria. Sono relazioni a cose reali che spariscono lontano come tutti gli avvenimenti di molto tempo fa anche quando l'artista era giovane. Il ricordo diventa più forte perché rivive dentro di noi tutto ciò che è accaduto in un passato distante, è dalla memoria cambiato, diventa più bello, perché perde realtà, diventa una realtà più ideale …" Giuseppe Panza, 1987 . Negli anni '80 l'artista americano si dedicò soprattutto al recupero di materiali e oggetti metallici, in alluminio, bronzo, ottone, rame, cercando di catturare le proprietà riflettenti, materiche e scultoree del materiale. I Gluts (1986–89 e 1991–95), seguono questa scia e rappresentano l'ultima serie di opere scultoree da lui realizzate. "E' il momento dell'eccesso, l'avidità è rampante. Tento solo di mostrarlo, cercando di svegliare la gente. Voglio semplicemente rappresentare le persone con le loro rovine […] Penso ai Gluts come a souvenir privi di nostalgia. Ciò che devono realmente fare è offrire alle persone l'esperienza di guardare le cose in relazione alle loro molteplici possibilità". Non è solo il loro valore quotidiano a spingere Rauschenberg alla scelta di questi oggetti, ma anche e soprattutto le loro potenzialità e proprietà formali. La sua empatia per gli oggetti di scarto è quasi viscerale. "Gli oggetti abbandonati mi fanno simpatia e così cerco di salvarne il più possibile." La mostra è a cura di Susan Davidson, Senior Curator, Collections & Exhibitions, Museo Solomon R. Guggenheim, e David White, Curator, Robert Rauschenberg Estate. Organizzata da il FAI - Fondo Ambiente Italiano, in collaborazione con la Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e il Robert Rauschenberg Estate di New York.