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Milano | Brasilia. Un'utopia realizzata.1960-2010
Fino al 23/01/2011
Una città costruita nel deserto del Planalto, in Brasile e diventata la sua nuova capitale. Ecco cos’è Brasilia. Una storia affascinante, quasi surreale e avveniristica, estraniante eppure così moderna e antica allo stesso tempo. Parte il 12 novembre la mostra dedicata a Brasilia, ne descrive la storia, la vicende politiche, culturali e sociali a 50 anni dalla sua realizzazione. Si parte con un percorso cronologico, dalle origini coloniali fino ad oggi, con il supporto di materiali tecnici, documenti storici, aneddoti, storie personali, oggetti, testimonianze della vita quotidiana. Disegni, materiali fotografici, audio e video, documenti scritti raccontano un’utopia, un sogno che si è concretizzato nella costruzione avveniristica di una nuova, immensa città in mezzo ad un deserto, simbolo di un paese enorme, caratterizzato da aspetti diversissimi, un mix di culture e tradizioni distanti tra loro eppure messe insieme e spalmata su un territorio comune. La mostra propone anche una riflessione sul Movimento Moderno, in campo architettonico e urbanistico, accompagnata dalle critiche e dalle riflessioni di sempre. Nella seconda sezione si potranno ammirare gli scatti di Oscar Niemeyer, ne La costruzione di Brasilia capitale. Come sono stati realizzati i suoi spazi, le sue architetture? In base a quale criterio? Una cosa è certa, ci è voluto uno sforzo enorme, testimoniato dalle parole di Lucio Costa nella sezione brasiliana alle XIII Triennale di Milano del 1964, con la frase: “…la stessa gente che passa il tempo libero nelle amache, quando il tempo stringe, è capace di costruire in tre anni una capitale nel deserto”. E dopo? Cosa è accaduto nel post Brasilia? La terza sezione della mostra ce lo racconta con i dibattiti e gli editoriali di Bruno Zevi. Infine, uno sguardo su ciò che oggi vede il visitatore, nella Brasilia odierna, nella quarta sezione. Una mostra ricchissima di materiali, intensa e affascinante, su una città misteriosa e maestosa, moderna e avveniristica, nata da un’utopia, di cui la storia, soprattutto quando si trattava di immaginare e disegnare uno spazio urbano, si è sempre nutrita.