A 25 anni dalla mostra dedicata a Burne-Jones, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma torna con una grande retrospettiva sull’arte inglese del secondo ‘800 in cui sono esposte più di 100 opere, provenienti da prestatori privati e musei internazionali, molte delle quali per la prima volta in Italia. William Turner, John Ruskin Dante Gabriel Rossetti, Edward Burne-Jones, William Morris, Frederic Leighton, Albert Moore, George F. Watts e John William Waterhouse presero spunto soprattutto dall’arte italiana di Giotto, Crivelli, Carpaccio, Botticelli, Sebastiano del Piombo, Palma il Vecchio, Bergognone, Luini, Tiziano, Veronese, Tintoretto, le cui opere sono qui esposte per fornire un raffronto adeguato con l’arte inglese. Infatti, questo consente di effettuare in loco letture critiche, comprendere perché, ad esempio, Ruskin avesse una particolare predilezione per Luini e non Leonardo, il suo rifiuto per Michelangelo, che ebbe comunque un forte ascendente in ambito tardo preraffaellita e simbolista. Inoltre, fu proprio il gruppo di “preraffalleiti” o primitivi come vennero ribattezzati poi, a rimpolpare le prime collezioni della National Gallery (1834) di Londra, attraverso importanti acquisizioni e acquisti di opere provenienti dall’Italia. In particolare emerge una figura di donna, raffigurata in molti quadri di Dante Gabriele Rossetti, Jane Burden, di umili origini, contesa consorte di William Morris e musa per eccellenza dell’universo preraffalleita. Bellissima, con grandi occhi languidi, bocca carnosa e spesso imbronciata, lunghi capelli scuri, la Burden divenne nei quadri di Rossetti&Co l’eterno femminino regale che non cesserà di esistere fino a Klimt e che sarà così ben rappresentato poi, anche nel cinema muto attraverso il divismo delle attrici.